IN CHIESA
Per tre cupe navate
Di bieco stil s’incaverna la chiesa,
Ai gran pilastri ed alle aguzze arcate
Di granito sospesa.
Un color di zaffiro
Scialbo lumeggia i vetri ai finestroni;
Dai frastagliati capitelli in giro
Pende il bujo a festoni.
Pari a stelle disperse,
Luccicanti nel mar del firmamento,
Splendono nella vana ombra sommerse
Le lampade d’argento.
Sopra l’altar maggiore
Un Cristo ignudo sulla croce gronda
Sangue, e, morente, sul trafitto core
Piega la testa bionda.
Tuona l’organo; varia
La formidal voce dalle vote
Canne prorompe, esultano nell’aria
Le reboanti note.
Una voce soave
Di donna piange e con flessibil trama
Nell’aria il rombo ondoleggiante e grave
Dell’organo ricama.
Trema in alto la volta;
Sotto, la fonda critta, ove una gente
Di morti innumerabili è sepolta,
Rimugge cupamente.
Inconscio, ad una tetra,
Ignuda tomba il corpo mio s’addossa;
Io sento il gelo della cruda pietra
Filtrarmisi nell’ossa;
Della rea morte il gelo
Filtrarmisi nel cor. — Nelle trapunte
Nicchie pregan per me, con gli occhi al cielo,
I santi a mani giunte.
Arturo Graf
le preghiere vanno
come ali in Dicembre,
sarà il clima natalizio
saranno gli eventi;
io prego per vaghe
inutili sembianze
e piccole cose...
Nessun commento:
Posta un commento