Il tempo miserabile consumi
Me, la mia gioia e tutta la speranza
Venga la morte pallida e mi dica
Pàrtiti figlio.
Un dopopranzo, sdraiato sull'erba
Pieno di cibi e di languore, anch'io
Alla donna insaziata e battagliera,
E ben lontana,
Avrei fatto dei versi deliziosi:
Mi rose e avvelenò fin dall'infanzia
Una cucina perfida e nefanda
Il gusto fine.
La morte magra e seria ha nella voce
Un'armonia che pure io gusto tutta
Ma il mondo grasso l'ha scomunicata
E la disprezza
I ricchi son potenti al giorno d'oggi
Fanno le leggi e decretan la fame
Ai poveretti che cercan nel mondo
Un ideale
L'ideale emaciato e affievolito
Va con occhi infantili ed incosciente
Vende [- - -]
Pei lupanari
Per non toccarlo s'alzan la sottana
Le donne. I bruti ànno violato l'ora
Sacra che passa e che darà un domani
Fulgido enorme
I frenetici i pazzi su dal suolo
Nascono come funghi dopo pioggia
E ai loro tuoni di teatro buffo
Rispondono profondi
I gravi rospi e le ranocchie tenere
In melopea, dal lume della luna
Madreparlacea sopra la putredine
Inebriati
O Morte o morte vecchio capitano
Ischeletrito stendi le falcate
Braccia e portami in stretta disperata
Verso le stelle
O muto e cieco reduce, tra il marmo
Delle tue braccia suoni la mia testa
Eletrizzata esausta come corda
Che si dirompe miserabile consumi
Dino Campana
Alcuni sono tuttora visibili nelle rovine dell'antica Pompei.
(da wikipedia)
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