Avvenga di me secondo la tua parola. Per i nostri morti questo si è attuato definitivamente. Essi sono nella dolce casa per cui l'uomo nasce, alla quale l'uomo è chiamato. Adesso vedono il rapporto che c'è fra quella dolce casa definitiva ed eterna e il segno fragile, ma reale di essa, che è la compagnia in cui sono vissuti. E chiedono a noi, dopo l'esperienza fatta, di essere generosi, vigili, sensibili, impegnati senza paura del sacrificio nel vivere questo anticipo della dolce casa a cui siamo incamminati. Ci supplicano di poter dire con maggiore verità quello che cantiamo sovente: "Troppo perde il tempo chi ben non t'ama". Essi lo sanno. Senza paragone più che prima. E per questo ci incitano che "avvenga di noi secondo la sua parola". Ci aiutano a dire l' Angelus con profondità di attenzione, come raramente ci avviene per la distrazione che ci consuma. don Luigi Giussani
la festa dei morti, piove, è giusto;
tornerò col pensiero, col cuore,
un attimo, un attimo e basta...
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