dinamiche imprecise scandiscono
il tempo, i giorni, le ore disperse;
in un suono di voci proprendo
per il dignitoso silenzio, la vita...
- 12 -
Il tempo della riflessione giunge in un Settembre ancora di sole, l'estate continua nel verde sfavillante del bosco, nella secca dei fiumi riarsi dal calore delle pietraie.
Mi piacerebbe parlare, discutere, immedesimarmi in un tenue tramonto, le spalle ad est per godere la vista del crepuscolo che precede l'ennesima sera di consuetudini.
Le fila dei pioppi geometricamente indirizza al confine del bosco, si riscopre anche la sera quando si è tristi e pieni di dubbi, questa vecchiaia che incombe pesa alle spalle, alla testa, al cuore.
Non ho da recriminare discorsi, pensieri ed azioni, in un confessionale improvvisato distraggo i ricordi, li mescolo, li confondo; ne emerge un disperato paesaggio di umori, tonalità di colori che vanno attenuandosi come nelle tele troppo a lungo esposte alla luce diretta del sole.
L'obiettivo è appannato e le foto risultano sbiadite e sfocate ma è solo l'illusione dell'attimo, del passo calpestato dal rincorrersi dei sentimentalismi che mi caratterizzano.
La ricerca di passate situazioni è preambolo risaputo di senili turgori che ancora percorrono il corpo.
Io vorrei essere puro respiro per riempire di fiato coloro che amo.
Come un'ispirazione momentanea si scioglie il desiderio in una pausa forzata... ascolto (io che chiedo di ascoltare con il mio fastidioso intercalare) ma non riesco che a sentire il tono del mio respiro, mi concentro sui battiti del cuore alla ricerca di una ritmica da seguire.
Dove stai?
Dove sei?
Solo dentro me...
Solo come me...
Principessa serena...
Lungo la solitaria strada si snocciola una notte insonne di cammino e immersione naturale (...walk down that lonesome road...) come se servisse a qualcosa continuare a pensare, a cercare vie d'ingresso (o di uscita).
La musica nella mia testa accompagna il pellegrinaggio notturno.
E' forse realtà?
La retorica della domanda si stempera nel chiarore soffuso, tra un pò sarà sempre crepuscolo e la luce comincerà a dare corpo alle silohuette e consistenza ai contorni.
Devo ricominciare a vedere con chiarezza le cose.
Il rassicurante mondo dei colori confusi mi sta portando in un labirinto impercorribile, ho ancora con me i miei mille amuleti (non butto mai nulla) ma non sò però quale debba usare.
Pulcino sperduto?
Cucciolo attempato senza direzione?
La stupidità delle considerazioni si stempera nella foschia di questo settembrino riflettere (settembre è il mese del ripensamento disse qualcuno tempo fa in una canzone che ancora qualche volta ascolto).
Continuo a camminare, il ginocchio sinistro mi ricorda spiacevoli sofferenze alle quali fingo distanze infinite (un fingere che non serve a nulla), mi invita alla sosta, al riposo, al sonno ristoratore.
Il rassicurante approdo di una luminosa insegna di locanda si staglia di fronte, non c'è suono nell'aria se non il rintocco mattutino del campanile immerso nella nebbia che circonda la mia anima.
Il rassicurante approdo di una luminosa insegna di locanda si staglia di fronte, non c'è suono nell'aria se non il rintocco mattutino del campanile immerso nella nebbia che circonda la mia anima.
Il posto che cerco è ancora "so far away", lontano insomma...
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