Ma quelle che già dissero pensose
alla Rinunzia: – Avvolgimi in tuo velo, –
fiorian dall'ombre, come l'asfodelo
dai laghi immoti che le sponde han rôse.
alla Rinunzia: – Avvolgimi in tuo velo, –
fiorian dall'ombre, come l'asfodelo
dai laghi immoti che le sponde han rôse.
Fu forse il sogno a inanellarle spose?
O l'errore, o il timore, o uno sfacelo
d'illusioni, o un bacio aspro di gelo
al – no – perenne il labbro lor compose?
Videro il mio pensier su la mia fronte
esse, e mi cinser con un mormorare
lene d'acqua che sgorghi dalla fonte.
– A che dischiudi suggellate porte?
Ci è sì dolce in quest'ombra dileguare...
Non è più vita e non è ancora morte.
Amalia Guglielminetti
rinùncia (o, meno com., rinùnzia) s. f. [der. di rinunciare] (pl. -ce, o -zie). – L’azione, il fatto di rinunciare a cosa che si possiede o che spetterebbe, o a compiere un’azione che si avrebbe il diritto di fare: r. a un incarico; r. a un’eredità, a una nomina, a una promozione; r. alla vendetta; fare atto di r.; r. formale, esplicita; con valore concr., l’atto, il documento con cui viene espressa la rinuncia: scrivere, firmare, spedire la r.; è arrivata la sua rinuncia (Treccani).
la rinuncia, sinonimo di sacrificio,
non sempre è così però;
ci consumiamo spesso in inutili tormenti,
siamo preda di sconforti e paure...
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