269.
Dove ficcarmi in questo gennaio?
La città sconfinata è vischiosa fino al parossismo.
Che m’ubriachino le porte serrate?
Voglio mugghiare per tutti i catenacci e le serrature.
E le calze dei vicoli latranti,
gli stambugi delle vie sbilenche,
si celano frettolosi nei cantucci,
corrono fuori dagli angoli i citrulli.
Nella fossa, nel verrucoso buio pesto,
scivolo verso una ghiacciata pompa dell’acqua
e incespico, mi pasco d’aria morta,
si sparpagliano in volo i gracchi come pazzi,
li segue il mio “ah” e lancio un grido
contro una ghiacciata corba di legno:
Un lettore! Un consigliere! Un dottore!
Sulla scala pungente almeno uno scambio di parole!
Dove ficcarmi in questo gennaio?
La città sconfinata è vischiosa fino al parossismo.
Che m’ubriachino le porte serrate?
Voglio mugghiare per tutti i catenacci e le serrature.
E le calze dei vicoli latranti,
gli stambugi delle vie sbilenche,
si celano frettolosi nei cantucci,
corrono fuori dagli angoli i citrulli.
Nella fossa, nel verrucoso buio pesto,
scivolo verso una ghiacciata pompa dell’acqua
e incespico, mi pasco d’aria morta,
si sparpagliano in volo i gracchi come pazzi,
li segue il mio “ah” e lancio un grido
contro una ghiacciata corba di legno:
Un lettore! Un consigliere! Un dottore!
Sulla scala pungente almeno uno scambio di parole!
1 febbraio 1937
Osip Mandel'stam
da "Sussurri e grida dal Gulag"
Traduzione di Gario Zappi
ancora orrore, gli uomini...animali,
un sottile perverso filo conduttore;
siamo preda di istinti primordiali,
siamo crudeli come con gli insetti...
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