Tutto il componimento è caratterizzato dal più completo rifiuto della sintassi, per cui le immagini si collegano tra loro in spontanee analogie. Mancando di legami logici chiari, il senso è affidato al potere educativo della singola parola, che costituisce da sola delle immagini significative.
Nella prima parte il poeta confessa di non sentirsi veramente vivo e il tempo contribuisce solo ad aumentare questa pena. In questa parte, come in tutta l'opera, la punteggiatura è quasi assente e ciò rende più difficile ancora interpretare la poesia. La sintassi è libera e non è chiaro il legame logico tra i vari versi. Tutto ciò rende la poesia oscura, proprio come prevede lo stile ermetico.
La seconda parte è introdotta dal verso «a fiato d'aspra resina» che si riferisce all'odore acre dell'albero. L'immagine dell'albero affiora dalla memoria assonnata del poeta e porta con sè l'odore delle fronde che come ali si librano nell'aria. In questa parte è evidente la ricerca di effetti sonori: in sole due parole la vocale "a" è ripetuta ben cinque volte.
Nella terza parte l'autore ribadisce ulteriormente la propria condizione di tristezza e solitudine. Il rinverdire dell'albero, il riaffiorare alla memoria dell'infanzia, rattrista il poeta, in quanto sono state rare le gioie in quel periodo. Già allora era presente in Quasimodo la vocazione poetica, un segreto amore che lo spingeva a raccontare di sè al mare.
La conclusione della poesia è piuttosto enigmatica: l'immagine dell'isola al mattino è affiancata dalla visione di una volpe morta presso una sorgente. Quest'immagine potrebbe simboleggiare l'infanzia spezzata del poeta, la visione spietata della vita che non presenta più alcuna speranza (dalla rete).
L'eucalyptus
Non una dolcezza mi matura,
e fu di piena deriva
ad ogni giorno
il tempo che rinnova
a fiato d'aspre resine.
e fu di piena deriva
ad ogni giorno
il tempo che rinnova
a fiato d'aspre resine.
In me un albero oscilla
da assonnata riva,
alata aria
amare fronde esala.
da assonnata riva,
alata aria
amare fronde esala.
M'accori, dolente rinverdire,
odore dell'infanzia
che grama gioia accolse,
inferma già per un segreto amore
di narrarsi all'acque.
odore dell'infanzia
che grama gioia accolse,
inferma già per un segreto amore
di narrarsi all'acque.
Isola mattutina:
raffiora a mezza luce
la volpe d'oro
uccisa a una sorgiva.
raffiora a mezza luce
la volpe d'oro
uccisa a una sorgiva.
Salvatore Quasimodo
acre e australe
nel credo di poi
in un assioma assoluto
tempo fa
tempo fa...
per ottenere una pianta sana è ben vigorosa è bene porre a dimora l’eucalipto in luogo soleggiato ed al riparo dal vento. E. gunnii non teme il freddo, ma parte della chioma può venire rovinato da venti invernali moto intensi; fortunatamente gran parte degli eucalipti tendono ad autoriparare i danneggiamenti da freddo, producendo nuove foglie, con l’arrivo della primavera, anche a partire dal legno maturo. Ci sono molte specie di eucalipto che sopportano gelate anche intense, per periodi abbastanza prolungati di tempo. Sopportano senza problemi anche l’inquinamento ed il vento salmastro delle coste. Esige il pieno sole.
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