PROLOGO
Da anni la foresta che diradava i suoi alberi, alti e possenti, nei pressi della città di Sinocon, era percorsa, in lungo ed in largo, solamente dagli ululati dei lupi.
Tutti i forestieri sapevano che era pericoloso attraversarla e, benché Sinocon fosse stata centro di un florido e ricco mercato, anche i mercanti più avidi ed audaci la evitavano.
Strane voci correvano riguardo alla città ed alla Principessa Arhiac, padrona di Sinocon e legittima regnante del reame di Opoflop.
Si mormorava, nei lunghi racconti dei viandanti nelle notti di luna, che un tempo il reame avesse vissuto giorni di enorme splendore, fatti di feste e banchetti a cui tutti i dignitari dei paesi vicini facevano a gara per essere invitati.
Ma, da quando la Principessa Arhiac aveva perso il sorriso, le cose erano improvvisamente ed inspiegabilmente mutate.
Ciò che era stato splendore fulgente divenne colore velato di tristi visioni, la popolazione, un tempo assai ricca, si trovò a mietere scarni raccolti che appena bastavano al suo sostentamento e le porte del castello si chiusero mute intorno al segreto che circondava, con un alone di fitto ed impenetrabile mistero, quello stranissimo cambiamento.
Opoflop non fu più meta agognata da tutti, venne così presto dimenticata dalle rotte degli uomini.
Da anni la foresta che diradava i suoi alberi, alti e possenti, nei pressi della città di Sinocon, era percorsa, in lungo ed in largo, solamente dagli ululati dei lupi.
Tutti i forestieri sapevano che era pericoloso attraversarla e, benché Sinocon fosse stata centro di un florido e ricco mercato, anche i mercanti più avidi ed audaci la evitavano.
Strane voci correvano riguardo alla città ed alla Principessa Arhiac, padrona di Sinocon e legittima regnante del reame di Opoflop.
Si mormorava, nei lunghi racconti dei viandanti nelle notti di luna, che un tempo il reame avesse vissuto giorni di enorme splendore, fatti di feste e banchetti a cui tutti i dignitari dei paesi vicini facevano a gara per essere invitati.
Ma, da quando la Principessa Arhiac aveva perso il sorriso, le cose erano improvvisamente ed inspiegabilmente mutate.
Ciò che era stato splendore fulgente divenne colore velato di tristi visioni, la popolazione, un tempo assai ricca, si trovò a mietere scarni raccolti che appena bastavano al suo sostentamento e le porte del castello si chiusero mute intorno al segreto che circondava, con un alone di fitto ed impenetrabile mistero, quello stranissimo cambiamento.
Opoflop non fu più meta agognata da tutti, venne così presto dimenticata dalle rotte degli uomini.
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