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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 6 ottobre 2007

Words between the lines of edge

- Dimmi, vecchio: perché sempre piu spesso le parole mi sfuggono?

- Chi ha mai detto che le parole abbiano a che fare con la verità? Che possano ritrarre la realtà e renderne condivisibile un'idea coerente e compiuta? Affermarlo mi pare la più ardita follia.

- Non capisco. In quale altro modo potremmo comunicare? Tu stesso stai parlando con me, e io ti comprendo.

- Chi mai può affermare senza leggerezza di parlare lo stesso linguaggio con qualcuno, addirittura di avere la certezza di percepire lo stesso mondo?
- Ciascuno vive nel proprio universo fatto di sensazioni inconoscibili e incomunicabili. Si dicono cose senza capirne né poterne esprimere il significato. Solo uno stolto può pensare di affermare la verità parlandone o, peggio ancora, affermandola a gran voce.


- Continuo a non capirti. Che cos'ha a che vedere tutto questo con il fatto che ultimamente non trovo le parole, e spesso scelgo il silenzio?

- Chi comincia a rendersi conto di ciò a volte comincia a rifiutare la parola. Sbaglia.
- La schiavitù risiede nella pretesa di fondare sul verbo una vera conoscenza. Nessuna saggezza lo insegna, nessuno veramente partecipe dell'Uno affermerebbe mai di potersi avvicinare all'Essere tramite questa via.

- E allora, non ha senso parlare?

- La parola veicola sogni e apparenze; la vera libertà è nella la perdita delle illusioni, nell'abbandonare la pretesa di custodire e affermare il senso.

- Ma allora, come posso avvicinarmi alla verità?

- Seguendo la saggezza. Scegliendo di non scegliere, astenendosi dal giudizio. Entrando in comunicazione con il frammento dell'Essere che si trova dentro ciascuno di noi.

- E la moltitudine di parole che profferiamo ogni giorno? Dovemmo tacere, forse?

- No, basterebbe restituire alla parola la sua funzione di sempre, che non ha niente a che vedere con la descrizione dei fenomeni, né, tantomeno, con la verità.

- E allora la parola non serve?

- Al contrario, è uno strumento potente. La parola è capace di creare le illusioni nelle quali viviamo, di mutare l'apparenza che ci fa da dimora terrena. Con la parola possiamo persino fuggire verso altre dimensioni pur restando visibili ai nostri simili.

- Ne parli come se esistesse davvero una magia, con formule da pronunciare per suscitare prodigi.

- Esattamente di questo si tratta. L'antica saggezza possedeva la magia del fare, proprio perché il saggio mantiene la consapevolezza di vivere in un mondo d'ombre.

- Ma allora il vero mondo appartiene agli dei?

- No, no, gli dei sarebbero vittime dello stesso inganno. Non c'è alcun cielo iperuranio. L'Essere è dappertutto. Solo, non si lascia imbrigliare in parole comuni. Il vero Verbo esiste, ma si trova oltre il confine della Saggezza.

- Ci potrò mai arrivare?

- Prima dovrai accettare di non scegliere, come ti ho già detto. Abbandonare le idee, scioglierti da ogni convinzione. Continuare la vita di ogni giorno rinunciando a ogni certezza. Solo dopo, forse, potrai cominciare a percepire l'illuminazione.

- Vecchio, tu stai tratteggiando il ritratto di uno stolto. Come potrei rinunciare ai miei studi e alle convinzioni che ne ho tratto, per mutarmi in un perfetto idiota?

- Credi davvero? Sei davvero convinto che lo stolto sappia rinunciare alle proprie misere convinzioni, da ripetere ossessivamente ogni qual volta ne avrà l'occasione? Più le sue convinzioni sono esigue e scontate, maggiore sarà la frequenza e la protervia nel proclamarle.
- Chi abbandona le idee non rinuncia a nient'altro che le proprie catene.
- Vivi gioioso nell'apparenza, allieta i tuoi simili con le avventure degli eroi, con l'orrore dei loro fantasmi, con l'incanto dei sogni più mirabili. Ma non cercare di dispensare loro l'inganno della tua impossibile verità, ne pagheresti la colpa.
- La parola può uccidere come può guarire i mali, devi solo saperla usare, ma devi anche saperla riconoscere per ciò che è veramente. Il Vero ti giungerà per altre vie, quando avrai accettato di non poterne parlare, quando avrai svincolato il tuo dire dalle anguste catene del senso.

- Ora capisco, e provo pena per gli altri. Come possono vivere?

- Procedono nell'inconsapevolezza. Gareggiano come topolini ciechi in diverse e casuali direzioni. Sono schiavi gli uni degli altri, rincorrono la reciproca approvazione senza mai ottenerla, poiché nessuno ha la minima idea di che cosa desidera veramente. E se mai lo ottenesse da un altro, lo rigetterebbe disgustato.

- Dovrei forse spiegare tutto ciò, aiutarli a capire, a liberarsi?

- No, per diversi motivi.
- Primo: ti chiamerebbero pazzo e ti perseguiterebbero, come hanno fatto a me.
- Secondo: ricadresti nell'errore iniziale: come potresti esprimere la verità a parole? Questo stesso nostro discorso sarebbe incomprensibile ai più. Lo considererebbero un'astrattezza filosofica, nel migliore dei casi; una pericolosa eresia, nel peggiore.
- Dammi retta: inventa canzoni e storie, allieterai i tuoi simili e in tal modo - anche se ti potrà sembrare strano - ti avvicinerai maggiormente alla verità che tanto insegui. Deliziali con sogni cangianti, turbali con i loro stessi incubi. Lo crederanno un gioco e te ne saranno grati. Mentre tu acquisirai il potere della parola: accorreranno a te come da un profeta, e tu avrai le loro menti.
- Starà poi a te decidere che cosa farne. Potrai approfittarne per avere potere e successo nella materia, e allora tornerai schiavo. Oppure potrai decidere di rimanere semplicemente il loro menestrello, il loro narratore. A te la scelta.
- Solo se non dimenticherai mai di essere un dispensatore d'illusioni saprai dire e scrivere parole vere, fatte d'aria impalpabile e d'acqua gorgogliante. Gli stolti le ritengono nulla, senza considerare che entrambe sono il fondamento della loro stessa esistenza.
- Vedi com'è banale la verità?
- Aria e acqua, nient'altro.
- Potresti mai affermarla ed essere creduto?
- Aria e acqua, che importa?

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