Il decalogo (+ uno) per i giovani scrittori
1.- Non cercate di essere originali. Essere distinti è inevitabile quando ci si preoccupa di esserlo.
2.- Non provate ad abbagliare il borghese. Poiché non accade. Costui si spaventa solo quando gli minacciano il portafogli.
3.- Non cercate di complicare il lettore, né di cercare né di reclamare il suo aiuto.
4.- Non scrivete pensando alla critica, agli amici o parenti, alla dolce sposa o fidanzata. E tantomeno al lettore ipotetico.
5.- Non sacrificate la sincerità letteraria a niente. Né alla politica né al trionfo. Scrivete sempre per quell'altro, silenzioso e implacabile, che abbiamo dentro e che non è possibile ingannare.
6.- Non seguite le mode, abiurate il maestro consacrato prima del terzo canto del gallo.
7.- Non limitatevi a leggere libri già consacrati. Proust e Joyce furono disprezzati quando apparvero, oggi sono geni..
8.- Non dimenticate la frase, giustamente famosa: 2 + 2 son 4; e se fossero 5?
9.- Non disdegnate temi con una strana narrativa, qualunque sia la sua origine. Rubatela, se è necessario…
10.- Mentite sempre.
11.- Non dimenticate quello che scrisse Hemingway: "Ha dato anche lettura dei pezzi pronti per il mio romanzo, che è il punto più basso nel quale uno scrittore può cadere".
Juan Carlos Onetti
de·cà·lo·go/ sostantivo maschile (dalla rete)
Dal lat. tardo decalŏgus, dal gr. dekálogos, comp. di déka ‘dieci’ e lógos ‘parola, ordine, comando.
Serie di dieci precetti (estens., anche più o meno), che riassume norme o direttive impartite a fondamento di un'attività o di una professione; per antonomasia, i dieci comandamenti dati da Dio a Mosè sul Monte Sinai per il popolo ebraico, passati nella religione cristiana nella formulazione che ne fece sant'Agostino.
scrivere, prosa, versi,
buttare sui fogli la vita;
ora i tasti di un pc fanno
ciò che le penne fecero
Nessun commento:
Posta un commento