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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 5 dicembre 2008

Di alcuni riflessi negli occhi


Le luci della città lambivano con i loro bagliori le tenui pendici dei monti che sovrastavano lo scorrere del fiume.
Tony, seduto su un tronco sradicato da chissà quale tempesta, fissava un punto lontano nel vuoto.
Il lungo respiro tranquille, le mani appoggiate, il silenzio irreale del bosco, perfettamente si incorniciavano a creare una di quelle immagini che lui, sopra tutte le altre, preferiva.
- Ora si che sono veramente solo! - esclamò ad alta voce probabilmente per fare in modo che la sensazione evocata da quella considerazione non restasse relegata solo alla sua mente ma potesse espandersi per tutto il corpo.
Il risultato fu un brivido che gli fece accapponare le braccia nude.




Immediatamente le sue mani si mossero a massaggiare in modo vigoroso la pelle infreddolita per ridarle calore.
Sospirando distolse lo sguardo dalle stelle per buttarlo all'inseguimento di alcune lucciole che con il loro volo a luminosità intermittente avevano carpito la sua attenzione.
Gli animali notturni erano sempre riusciti ad affascinarlo al punto da fargli più volte perdere il senso del tempo e dello spazio.
- E' buffo! - disse ancora - è proprio buffo!
Le cose accadono in fretta.
Vanno e vengono con le loro costanti e noi le si aspetta bruciando l'attesa per non sentirla pesante!
Eppure eccomi qui.
Di nuovo coinvolto a sostenere il difficile e falso gioco delle parti.
Questione di scelte?
Faccende di cuore?
Tutte cose vere, a loro modo romantiche e grandi, ma pur sempre il frutto che ho colto con gioia dalla mia pianta e che qualcun altro ha mangiato, ovviamente mentre ero distratto.
Cristo!
Com'è difficile vivere!
Ciò detto si alzò di scatto e raccolto un sasso dal polveroso sentiero che scendeva a valle, lo scagliò con tutta la forza che riuscì ad imprimere al suo braccio.
La traiettoria si perse immediatamente nel buio ma dopo alcuni secondi a Tony parve di sentire il sordo rumore di un peso cadere a terra.
Ritto di fronte alla notte, mani in tasca, occhi chiusi nel capo reclinato all'indietro, il corpo di Tony ricercava al respiro, ora veloce ed agitato, un ritmo più dolce, più calmo.
Finalmente i suoi pensieri acquietarono i loro ansiosi percorsi ed in lui cessarono i brividi.
- E' inutile! - si lamentò rompendo il silenzio - anche a chiudere gli occhi non mi riesce di arrestare lo scorrere delle immagini.
Perchè non andate via?
Perchè non volete concedermi quella pace che anelo?
Cristo!
Con un gesto Tony cercò di cancellare dal suo sguardo sgranato il filmato impietoso del "flash-backs" degli ultimi avvenimenti.
Il tentativo fallito di elevare la soglia del dolore che accompagnava il ricordo si stemperava con malinconica dolcezza nella frescura di quella notte di primavera avanzata.
Tony strinse con forza gli occhi e dalle sue palpebre calde lacrime, ad inumidire l'arsura delle labbra socchiuse, scivolarono tristi.
Il nodo in gola lo costrinse ad alcuni singhiozzi.
Ristette immobile in mezzo al sentiero per alcuni minuti.
Il tocco di un refolo d'aria lo riportò dov'era e, da dov'era, riprese il cammino.
La lunga passeggiata sembrò nuovamente portare serenità nelle visioni di Tony.
Quel posto gli era amico, non lo aggrediva mai nè lo faceva sentire a disagio.
Ormai era da tempo che le comunicazioni sociali, così come lui le andava chiamando, non davano più i risultati che si attendeva.
Tutto ciò non aveva fatto altro che accrescere un'errata dimensionalità e dimensionamento del suo personaggio.
Le crisi di sconforto che, ogni tanto, inevitabilmente sopravvenivano falsando il suo modo di osservare la prospettiva, ottica e vedibile insomma, non gli lasciavano il necessario spazio di tempo perchè le potesse assorbire senza accusarne i pesanti contraccolpi che, puntualmente, lo stordivano e confondevano togliendogli il fiato.
Comunque in quel posto, vicino a quel fiume e a quei boschi, tutto gli pareva più sopportabile ed egli, appena ne aveva la possibilità materiale, vi si rifugiava a riflettere buttandosi dietro alle spalle le migliaia di piccole angosce cittadine che, a parer suo, gli inquinavano i già pressanti problemi ingigantendoli smisuratamente.
Le ultime delusioni, gli amici, una donna vissuta con un'intensità superiore alle sue stesse aspettative, lo stress e la tensione irriducibile del suo rapportarsi con il tempo, lo avevano costretto, coi denti stretti, a fuggire in quell'oasi di pace in cui, a fatica, aveva ricostruito una propria verginità fatta di ricordi piacevoli o assolutamente inoffensivi.
Ora era lì, impegnato in una non difficile discesa per raggiungere il riposo notturno.



La stanza sapeva di buono ed il whisky scendeva leggero mentre il suono di una canzone riempiva il silenzio.
- La musica è la vera costante! - disse Tony mentre giocherellava tranquillamente con il suo bicchiere.
- Da quando riesco a risalire con la memoria la ritrovo sempre.
Per me è come una donna fedele, l'unica forse di cui non abbia mai avuto timore.
Mi culla e mi accarezza proiettandomi in sensazioni, colori, visioni indescrivibili.
La musica per me non è ricordo, è evocazione pura!
Il suono continuava ritmando le ore ed il contenuto della bottiglia andava visibilmente calando.
Tony, nel bersi un'altra sconfitta, considerava i riflessi visivi che come le sequenze di un filmato montato senza logica, gli balenavano, come rivelazioni, improvvisi davanti agli occhi.
L'alba lo colse mentre, seduto sul dondolo, fumava la prima sigaretta dopo tanto tempo; s
ulle ginocchia la colorata macchia rosata di una lettera leggermente sgualcita.

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