e sul mio petto tremano i fiori
dell’incontro che non c’è stato.
Anna Achmatova
Anna Achmatova
Il silenzio è un elemento che appartiene all’ambito della comunicazione. Sebbene molte persone siano convinte che i silenzi siano soltanto spazi vuoti nell'area della comunicazione, in realtà essi hanno un significato che va spesso ricercato, svelato e compreso nei suoi intenti che spesso sono accompagnati da una fisicità che esprime quel qualcosa che spesso può essere indicibile.
Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.
Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorietate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.
Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.
Gli amici veri, pochi, uno?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.
Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.
Alda Merini
Se di nuovo si libra per le vie
la giostra dei colori,
per accoglierti il tempo
trova un giusto sereno
e l’oro dell’aria
e la fermezza del verde.
Ogni strada t’insegue
e ancora vinci
– primavera e sorpresa –
il tardo immaginare che mi svia.
Ai gesti, alla voce perduta
vedrò volgersi gente,
al pieno e calmo andare
che l’identico cuore mi urta
e getta a una marcia
di tamburi sinistri.
Vittorio Sereni
Ti prego, mia dolce Ipsililla,
amore mio, cocchina mia,
invitami da te nel pomeriggio.
Ma se decidi cosí, per favore,
non farmi trovare la porta già sprangata
e cerca di non uscire, se puoi,
restatene in casa e preparami
nove scopate senza mai fermarci.
Se ne hai voglia, però, fallo subito:
sto qui disteso sazio dopo pranzo
e pancia all'aria sfondo tunica e mantello.
Publio Valerio Catullo
Un rimorso
O il tetro Palazzo Madama...
la sera... la folla che imbruna...
Rivedo la povera cosa,
la povera cosa che m’ama:
la tanto simile ad una
II.
Sperando che fosse deserto
varcammo l’androne, ma sotto
le arcate sostavano coppie
d’amanti... Fuggimmo all’aperto:
le cadde il bel manicotto
III.
Il tempo che vince non vinca
la voce con che mi rimordi,
o bionda povera cosa!
Nell’occhio azzurro pervinca,
nel piccolo corpo ricordi
IV.
Varcammo di tra le rotaie
la Piazza Castello, nel viso
sferzati dal gelo più vivo.
Passavano giovani gaie...
Avevo un cattivo sorriso:
L'uccellino delle buone nuove
O cattivo uccellino delle belle nuove,
che prendi per un fiore la mia testa
e le giri continuamente intorno
col tuo dolce ronzio di buon augurio e di festa,
va via! non ti credo più.
Ho sperato, ogni volta,
che giungesse qualche felicità :
fu sempre un nuovo più crudo dolore,
un disinganno amaro di più.
Tu non ne hai colpa, povero uccellino.
Ha colpa delle rose il giardino,
la notte delle lucciole e delle stelle?
Forse era veramente in viaggio
con tante cose belle,
ma sempre per la via si smarrì.
Corrado Govoni
Catene
Signore, tu venisti con catene
pesanti, come un despota. Sapevi
ch'io invocavo per me quelle sì grevi
che lunga impronta il polso ne mantiene.
– Signore, – io allor ti dissi, – un qualche bene
per questa dura servitù mi devi.
E un riso schernitore tu ridevi,
come chi vuol negar, ma si trattiene.
Ma io le spalle per fuggir non volsi,
il despota affrontai, vidi cerchiare
di sue catene i miei febbrili polsi.
Amalia Guglielminetti