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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 8 agosto 2013

I due autisti, Dino Buzzati

Chissà.
Di quando in quando, specialmente nel pomeriggio, se mi trovo solo, provo una sensazione strana.
Come se qualcosa entrasse in me che pochi istanti prima non c'era, come se mi abitasse un'essenza indefinibile, non mia eppure immensamente mia, e io non fossi più solo, e ogni mio gesto, ogni parola, avesse come testimone un misterioso spirito.
Lei!

Ma l'incantesimo dura poco, un'ora e mezzo, non di più.
Poi la giornata ricomincia a macinarmi con le sue aride ruote.”

 



passerà,
so che passerà,
ora, però è qua,
quel giallo velo
quelle ali grandi
quei battiti lenti...

mercoledì 7 agosto 2013

Piera è andata via


ciao mamma, ciao...


23 Luglio 2013

Quante cose vorrei dirti, mamma,
ora che la voce mi trema,
ora che la voce vacilla.
Scusa per quello che sono,
scusa per quello che ho fatto.
Il bene, quello più grande,
assoluto di baci ed abbracci,
il bene che ho dentro di me
e che tu mi hai saputo dare.
Quante cose Madre, quante
ora che sbava la penna
ora che stringe nel cuore.
La voce è reclusa nel petto
Si stempera in parole più nuove
Non quelle che dissi,
non quelle già dette.
Vorrei mamma cara,
portarti lontano con me
in un bosco,
a raccogliere cose che ami.
Ora Silvia ti sta salutando,
ti stringe la mano con forza,
mano con mano, col cuore
che pompa le ultime cose.
Ti intravedo nel letto
Nascosta da un manto di verde
che vorrei fosse erba, prato
appena sfalciato nel Maggio
in cui mi desti la vita
rinunciando quasi alla tua.
Vorrei mamma baciarti
Di quei teneri baci di bimbo
e sussurrarti le cose che ami,
quelle piccole e semplici…
ricordi le gialle farfalle?
Ho il cuore sereno, io so,
che cosa ti aspetta, che vuoi,
la linea dell’oltre si staglia
e noi non possiamo varcarla
ma oltre, io vedo che oltre,
ti aspettano in molti,
nei visi gioiosi sorrisi.
Vorrei solo tu riuscissi a voltarti
per darmi un po’ di quei baci
di cui arida fosti in passato
e che ancora dovevo richiederti
nei giorni del buio cattivo
che ti portava lontano da noi.
Voltati Madre e dammi un sorriso
che io possa portare con me
che sia la tua foto di ora
come arrivederci sereno
come pioggia che bagna
e confonde le lacrime
che ora sto piangendo da solo.

tuo figlio


29 Luglio 2013

Qui,
col pensiero altrove
là,
dove si spegne una stella
dove una madre conclude
la sua missione di vita.
Qui,
col cuore gonfio
ed in testa parole mai dette
sopra il mio corpo nuvole bigie
rigonfie di lacrime tristi.
Sarai là, dove andrai,
mamma,
ad aspettare ancora i tuoi figli
nella casa,
quella di tutti,
sulla soglia, con un sorriso
a convincere Dio.



07 Agosto 2013

Ora che più non sospiri,
ora che giaci serena
ti vedo, Madre
a discutere Dio
ed urlargli quei nomi
che ami,
malgrado la morte.
Ti vedo, Madre,
ti sento,
oltre il rigido freddo
rimproverare al Signore
la scelta impietosa
di toglierti a noi.
E a Lei,
da Madre a madre
ti vedo Madre
chiedere un attimo solo,
un solo momento
per dire ai tuoi figli
che tutto va bene
che sempre ci ami.
E a quello di Lui,
 che è tutto
un niente di tempo
per dare a mio padre
un ultimo bacio,
quell’ultimo addio.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

martedì 6 agosto 2013

Poesia e riflesso


si è alquanto ingrippato, malamente ingolfandosi in un golfo, il nostro
[singhiozzante
motore terrestre: (è un oro nero l'anima del mondo: e siedono i suoi spiriti
[vitali
sopra questo sanguinoso olio petroso, perfido plasma per le aritmiche, aride
[arterie planetarie):
dimmi le quotazioni dei barili, che ti faccio la prognosi (e il
[prognostico):

Edoardo Sanguineti
da Fanerografie


ed io stanco stento
le vie infinite
quelle del sonno
che manca...

lunedì 5 agosto 2013

Soglie



 
 
 
vedo ogni momento
le vie, le soglie,
eppure stanco la notte
e di giorno non cambia;
rivive, rivedo,
riesco...

Anonimo
del XX° secolo
frammenti ritrovati
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
sòglia s. f. [lat. sŏlea «pianta del piede; suola», con svolgimento semantico prob. influenzato dal germ. swalja (cfr. ted. Schwelle) «soglia»]. –

1.

a. Lastra di pietra, striscia di cemento o, più raramente, di legno che unisce al livello del pavimento gli stipiti di una porta o di altri vani d’ingresso: una bella s. di marmo; il cane stava disteso sulla s.; inciampare sulla soglia. Frequente con il sign. estens. di porta, entrata, ingresso, spec. nelle frasi stare, fermarsi, aspettare sulla s.; oltrepassare, varcare la s. di casa; non andare oltre la s.; la compagnia piena di doglia Tutta pensosa entrò dentro alla s. (Poliziano). Letter. nel sign. estens. di casa, dimora: A queste s. il giusto cielo in tempo Mi vi rimena (Alfieri); e ant. in quello di gradino, grado: Vidi specchiarsi in più di mille soglie Quanto di noi là sù fatto ha ritorno (Dante), con riferimento agli spiriti beati del paradiso che appaiono disposti sulle gradinate di un immenso anfiteatro.

b. fig. Inizio, principio (cfr. l’uso analogo di limitare1), in alcune espressioni: essere sulla s. della vecchiaia; se di vecchiezza La detestata soglia Evitar non impètro (Leopardi); anche nella forma del plurale: essere alle s. dell’inverno, e l’inverno è ormai alle soglie; arrivare alle s. di una nuova epoca.

c. Nel linguaggio dell’edilizia (per analogia con quella del vano della porta), la copertura, generalmente di pietra, del parapetto della finestra, comunem. chiamata davanzale; quando il parapetto è molto largo, o si vuole coprire lo spazio delimitato dagli sguinci e dal parapetto, si dispone dietro la soglia, in prosecuzione di essa o un poco più bassa, la controsoglia, lastra piana di pietra o, più spesso, di legno.

2. Nella costruzione navale, il corso più alto e più robusto del fasciame esterno degli scafi di legno; è sinon. di friso. S. di un bacino di carenaggio, la striscia di pavimento all’ingresso del bacino che presenta una scanalatura per l’alloggio della parte inferiore del battello-porta.

3. Nelle costruzioni idrauliche, si chiamano soglie di fondo le briglie di altezza limitata, in genere al disotto di 50 cm, costruite con materiale vegetale, analogam. alle fascinate, o con muratura a secco: rientrano nella categoria delle opere di correzione dei torrenti. Sono chiamate soglie anche le traverse di piccola altezza con cui si ottiene il rialzamento del fondo di un canale, per es. allo scopo di ottenere un risalto della corrente.

4. In geografia fisica, dislivello in forma di gradino, di origine erosiva, che collega una valle secondaria a una valle principale (s. di confluenza, o anche, se la valle principale è glaciale, s. glaciale), ovvero che è in corrispondenza di una cascata (s. di cascata).

5. In geologia, zona o fascia che delimita due facies di deposizione diverse o addirittura due diversi bacini di sedimentazione (s. morfologica o strutturale).

6. In varie scienze e tecniche, il valore (detto talvolta valore di s. o valore soglia) che un determinato agente o una determinata grandezza deve raggiungere perché si produca un certo fenomeno (detto fenomeno a soglia). In partic.:

a. Nella psicologia sperimentale, s. della coscienza, locuzione con la quale, da J. F. Herbart (che inaugurò l’uso del corrispondente termine ted. Bewusstseinschwelle) in poi, si designa la minima quantità di eccitazione necessaria per produrre una percezione; tale quantità è più esattamente chiamata s. assoluta della coscienza, mentre col termine di s. differenziale si indica la più piccola differenza, nella grandezza dell’eccitazione, sufficiente a provocare due percezioni distinte.

b. In fisiologia e fisiopatologia, s. di eccitabilità nervosa, o s. percettiva, l’intensità minima che uno stimolo (tattile, termico, gustativo, ecc.) deve raggiungere per produrre un eccitamento: s. della percezione olfattiva, ecc. In audiologia, s. di udibilità, l’intensità energetica minima che un suono deve avere per produrre una sensazione acustica; tale intensità, a parità di altre condizioni, è in rapporto con la frequenza delle vibrazioni; s. del dolore, il limite superiore della capacità di audizione, al cui livello le sensazioni acustiche diventano dolorose.

c. S. d’intensità, l’intensità minima che deve avere una corrente elettrica per stimolare efficacemente un nervo (v. reobase).

d. In fisica, energia di s., frequenza di s., il minimo valore di energia o di frequenza che deve avere una particella o una radiazione per dar luogo a un determinato processo o reazione, che vengono detti processo a soglia o reazione a soglia: per es., la s. dell’effetto fotoelettrico (v. fotoelettrico) è la frequenza minima che deve avere la radiazione luminosa per estrarre gli elettroni da una superficie metallica.
 

Tempo tra poesia e pensieri

Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi.
Induce la distinzione tra passato, presente e futuro.
La complessità del concetto è da sempre oggetto di studi e riflessioni filosofiche e scientifiche. A volte si percepisce il passare del tempo come più rapido ("il tempo vola"), significando che la durata appare inferiore a quanto è in realtà; al contrario accade anche di percepire il passare del tempo come più lento ("non finisce mai"). Il primo caso viene associato a situazioni piacevoli, o di grande occupazione, mentre il secondo si applica a situazioni meno interessanti o di attesa (noia). Inoltre sembra che il tempo passi più in fretta quando si dorme. Il problema della percezione del tempo si trova in stretta correlazione con i problemi relativi al funzionamento e alla fisiologia del cervello. Un esempio di ciò è la cronostasi, un'illusione che sembra far durare più di quanto realmente è avvenuta un'immagine che precede un rapido movimento dell'occhio.


Tempo

Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L’ora ch’è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l’ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s’accosta e t’afferra – e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l’alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v’è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell’eterno.

Ada Negri


infinitesimi attimi,
quando mi guarda,
quando comprende
e baci,
quelli che posso,
quelli che mai...

domenica 4 agosto 2013

Poesia e riflesso




Ieri ho sofferto il dolore
 
Ieri ho sofferto il dolore,
non sapevo che avesse una faccia sanguigna,     
le labbra di metallo dure,
una mancanza netta d'orizzonti.
Il dolore è senza domani,
è un muso di cavallo che blocca
i garretti possenti,
ma ieri sono caduta in basso,
le mie labbra si sono chiuse
e lo spavento è entrato nel mio petto
con un sibilo fondo
e le fontane hanno cessato di fiorire,
la loro tenera acqua
era soltanto un mare di dolore
in cui naufragavo dormendo,
ma anche allora avevo paura
degli angeli eterni.
Ma se sono così dolci e costanti,
perchè l'immobilità mi fa terrore?

Alda Merini 
(da "La terra santa")



e continuo a soffrire,
vedere mi ansia
e l'ansia mi stronca;
dov'è?
dov'é?...

venerdì 2 agosto 2013

Momenti





sono attimi difficili,
pesantissimi,
il blog soffrirà
di scarsa presenza,
a tutti i lettori
chiedo pazienza,
farò del mio meglio.

Gujil



Momento

n.m. [pl. -i] 1 brevissimo spazio di tempo; attimo, istante: avere un momento di esitazione; non c’è un momento da perdere; non ho mai un momento libero; lo ha detto in un momento di collera | un momento!, si dice per chiedere o ordinare di aspettare | per il momento, per ora: per il momento sono molto occupato | fino a questo momento, finora | da un momento all’altro, fra breve; improvvisamente: può arrivare da un momento all’altro; da un momento all’altro si trovò senza lavoro | sul momento, al primo momento, dapprima, lì per lì, all’istante: al primo momento rifiutò l’offerta, poi ci ripensò; sul momento non ci feci caso; vieni qui, sul momento! | al momento di, sul punto di: al momento di partire era preoccupato | dal momento che, da quando; dato che, poiché: dal momento che sei arrivato non c’è stata più pace; dal momento che sei qui, aiutami | ogni momento, continuamente | la persona, la cosa, il fatto del momento, quelli che sono d’attualità, di cui tutti parlano | impressione, soddisfazione, entusiasmo ecc. del momento, vivi ma non durevoli: disse di sì nell’entusiasmo del momento | gioie, piaceri di un momento, effimeri | a momenti, tra poco, entro poco tempo; anche, per poco, quasi quasi: arriverà a momenti; a momenti cadevo dalle scale | un momento, un momentino, ( fam.) un poco, di poco: alza un momento la fiamma; questa gonna dovrebbe essere un momentino più corta | non vedere il momento di fare qualcosa, essere impaziente di farla dim. momentino (ha valore espressivo più che di vero e proprio diminutivo) 2 periodo di tempo di varia durata, considerato in relazione alle condizioni che in esso si determinano; circostanza: è stato un brutto momento per tutti; abbiamo vissuto momenti felici; speriamo di rivederci in un momento più lieto pegg. momentaccio 3 ( estens.) occasione, opportunità: cogliere il momento favorevole; è il momento di parlare con chiarezza 4 ( ant., lett.) rilievo, importanza: persona, cosa di poco, di grande momento 5 in fisica: momento di una forza rispetto a un punto, il prodotto della forza per la distanza del punto dalla retta d’azione della forza; momento di una coppia (di forze), il prodotto dell’intensità di una delle forze per la distanza tra le due forze; momento di rotazione, la somma dei momenti delle coppie di forze che, applicate a un corpo, ne provocano la rotazione; momento d’inerzia, grandezza fisica che rappresenta la resistenza di un corpo all’azione di forze che modificano la sua velocità di rotazione; dipende dalla massa del corpo e da come è disposta rispetto all’asse di rotazione; momento magnetico, di una calamita o di un magnete generico, è il prodotto della sua lunghezza in direzione nord-sud per la carica magnetica di uno dei suoi poli 6 ( stat.) ( pl.) costanti che descrivono alcuni aspetti (ordine di grandezza, variabilità, simmetria ecc.) di una variabile statistica 7 momento musicale, breve composizione per pianoforte: i momenti musicali di Schubert

Lat. momentu(m), da * movimentum, deriv. di movere ‘muovere’; propr. ‘impulso, moto’, poi ‘peso che fa muovere (la bilancia)’ e anche ‘brevissimo periodo di tempo’.

mercoledì 31 luglio 2013

Poesia e riflesso


 
 
 
Come bolle

Come bolle siamo,
bolle di sapone
iridate nel tocco del sole
eppure fragili, esili
balia di vento e soffi;
bolle siamo e il sole
ci scalda e ci uccide..il sole.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

domenica 28 luglio 2013

L'Orsa Maggiore

Questa costellazione è certamente tra le più famose e belle di tutto il cielo, infatti comprende stelle e galassie di estremo interesse. Le sue sette stelle principali formano il Grande Carro, anche se la fantasia popolare a volte vi a riconosciuto un aratro, un pentolino o una bara. Diversamente dalla maggior parte delle costellazioni, composte da stelle che non hanno nulla in comune se non il fatto casuale di sembrare vicine per motivi prospettici, 5 delle stelle più luminose (Merak, Phekda, Megrez, Alioth e Mizar) e una dozzina di quelle deboli dell'Orsa Maggiore sono fisicamente legate, formano cioè un ammasso aperto. Queste stelle si muovono tutte nella stessa direzione, con velocità simile (15 chilometri al secondo) e sono probabilmente nate dalla stessa nebulosa. La distanza che le separa dalla terra è circa pari a 75 anni luce (al).
La stella più luminosa della costellazione è Dubhe (Alfa Ursae Majoris), di magnitudine 1,81 ha colore giallo e distanza che si aggira sui 105 al. Questa stella insieme a Merak (Beta Ursae Majoris, magnitudine 2,37, distanza 80 al) forma la coppia conosciuta come i "untatori" il nome deriva dal fatto che costruendo un allineamento che parte da Merak, attraversa Dubhe e prosegue per 5 volte la distanza che separa queste 2 stelle si arriva, senza difficoltà, alla stella Polare. Phekda (Gamma Ursae Majoris) ha magnitudine 2,4, splende come 75 soli e si trova a 90 al dalla terra. Megrez ? la stella pi? debole del Grande Carro (magnitudine 3,3), anche se probabilmente in passato era più luminosa: Tycho Brahe alla fine del 1500 la registrò di magnitudine 2. Alioth ha magnitudine 1,79, si trova a 70 al e brilla come 85 soli. La stella certamente più interessante dell'Orsa Maggiore è Mizar, situata al centro del timone che questa stella disegna con Alioth e Benetnash. Guardando Mizar a occhio nudo la prima cosa che attira la nostra attenzione à una debole stellina molto vicina, chiamata Alcor. Questa stella, di magnitudine 4,02, era difficilmente osservabile in passato a causa della minor luminosità o della maggior vicinanza con Mizar: intorno all?anno mille il riconoscimento di Alcor era considerato dimostrazione di grande acutezza visiva. Se si osserva con un piccolo telescopio, ad almeno 50 ingrandimenti, si scopre che in realtà Mizar è una stella doppia costituita da due componenti rispettivamente di magnitudine 2,4 e 4 separate da 14,4 secondi d'arco. Studi spettroscopici hanno inoltre dimostrato che Alcor e la prima componente di Mizar sono stelle doppie e che la seconda componente di quest'ultima è tripla!! In definitiva, dove a occhio nudo si distinguono due stelle in realtà ce ne sono sette. Benetnash (nota anche con il nome di Alkaid) ha magnitudine 1,87, si trova a 210 anni luce dalla Terra e brilla come 630 Soli.  Oltre alle numerose stelle brillanti, la costellazione dell'Orsa Maggiore contiene alcune tra le più note galassie osservabili con telescopi amatoriali. M81 e M82 sono due galassie che costituiscono una coppia abbastanza stretta, infatti possono essere inquadrate nel campo di un telescopio usato con 50 ingrandimenti. Questa coppia dista da noi circa 8-9 milioni di anni luce e costituisce, insieme ad altre galassie minori, un sistema fisicamente legato. M81 è una maestosa spirale con un diametro di circa 100.000 al e una luminosità pari a 20 miliardi di Soli. M82 è invece un sistema molto più caotico: nel suo cuore sta avvenendo una colossale esplosione che dura ormai da un milione e mezzo di anni. La causa di questa catastrofe è da ricercarsi probabilmente in un'avvicinamento troppo stretto tra la massiccia M81 e la più piccola M82: l'intenso campo gravitazionale della prima avrebbe sconvolto la struttura interna della seconda generando l'esplosione. Un'altra galassia che vale la pena di osservare è M101. Si tratta di una spirale vista di fronte, tra le più belle nel suo genere. Possiede un nucleo molto brillante (la parte che di solito si riesce a osservare nei telescopi amatoriali) e ha un diametro paragonabile a quello della Via Lattea (90.000 al), la sua distanza ammonta a 15 milioni di anni luce. Inserita posteriormente nel catalogo di Messier (contraddistinto dalla lettera M), M108 è una bella galassia a spirale vista quasi di taglio. La sua osservazione è alla portata di telescopi da 10-15 cm, anche se la fotografia a lunga posa (come sempre accade con oggetti così deboli) è l'unico mezzo per ammirare gli innumerevoli dettagli di questa galassia. Il diametro di M108 è pari a 77 anni luce mentre la sua luminosità assoluta ammonta a circa 31 miliardi di Soli; la magnitudine (luminosità apparente) è invece bassa (10), ciò è dovuto all'enorme distanza che ci separa da questa galassia: 45 milioni di anni luce!! L'ultimo oggetto che descriviamo non è una galassia ma bensì una nebulosa planetaria. Con questo termine, si indicano le nebulose che si generano alla fine del ciclo vitale di una stella come il Sole, quando l'astro non è più in grado di trattenere, con la sua forza di gravità, il gas che lo costituisce. La nebulosa planetaria che si può osservare nell'Orsa Maggiore è catalogata con il nome di M87. Questo oggetto appare in un telescopio da almeno 15 cm (sotto un cielo molto limpido) come un evanescente dischetto, del diametro di 3' 20", nel quale si possono distinguere due piccole cavità scure. La distanza di M87 è molto controversa, si va infatti a seconda delle stime da 1600 a 8000 anni luce. Ipotizzando una distanza di 3000 anni luce il diametro attuale della nebulosa sarebbe di 3 anni luce. L'osservazione di questo oggetto è estremamente interessante: ci consente di vedere in anticipo quello che succederà al nostro Sole tra circa 5 miliardi di anni (dalla rete).


L’Orsa Maggiore

L'Orsa, quest'arcipelago del mare senza bordi,
ben prima scintillava che l'uomo la guardasse,
ben prima che in Caldea qualche pastore errasse
e che le ansiose anime scendessero nei corpi.

Quel remoto splendore ciecamente irradiato
da allora va mirando l'umanità vivente;
agli ossessivi sguardi del tutto indifferente,
sull'ultimo dei morti l'Orsa avrà un dì brillato.

Non hai l'aria cristiana, ne stupisce il devoto,
o figura fatale, monotona ed esatta,
dai sette chiodi sopra un nero broccato.

La tua gelida luce, la lenta precisione
sconcertano la fede. Fu per te che, perplesso,
m'indussi a esaminare, di sera, l'orazione.


Sully Prudhomme


come una via
tracciata nel nulla
seguirla?

sabato 27 luglio 2013

Poesia e riflesso


Il poeta. lui solo, ha unificato il mondo
che in ognuno di noi in frantumi è scisso.
Del bello è testimone inaudito,
ma esaltando anche ciò che lo tormenta
dà alla rovina purezza infinita:
e persino la furia che annienta si fa mondo.

Rainer Maria Rilke


vuoto e sospiro
nel mentre che aspetto
consegno le cose
e resto