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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 12 ottobre 2019

Haiku e Martin pescatore


Ordine: Coraciformes Famiglia: Alcedinidae
Il Martin pescatore vive e nidifica in Africa nord-occidentale, Spagna meridionale e orientale e Corsica.
 
Haiku n° 24
 
Il martin pescatore tuffa
cieli azzurri e puliti nel fiume
un esce non sa il suo futuro.
 
Anonimo
del XX° secolo
Haiku
 
Questo l’areale di presenza della sottospecie atthis, che abita anche l’Italia centro-meridionale, mentre la parte continentale della Penisola – oltre all’intera area a nord e a ovest di quella occupata dalla sottospecie nominale – è abitata dalla sottospecie atthis ispida. Altre 5-6 sottospecie, poi, completano il quadro della regione paleartica occidentale.
Due i caratteri distintivi che rendono questo uccello inconfondibile.
Anzitutto il piumaggio, brillante, sfumato di turchese e verde smeraldo sul dorso, mentre il petto appare di un vivo arancione.
Quindi le sue abitudini alimentari.
Non è raro osservarlo immobile per ore, appollaiato in prossimità dell’acqua, nella quale è solito tuffarsi non appena individuata una potenziale preda.
Come è facile immaginare, la specie ha sofferto parecchio per la progressiva cementificazione di fiumi e torrenti.
Altro fattore critico, l’inquinamento, che ha sia impoverito che alterato chimicamente la sua dieta, costituita quasi unicamente da pesce.
Dal peso di appena 40 grammi, il Martin pescatore può ingoiare prede relativamente grandi per la propria stazza, anche di pari o superiore dimensione, per poi “finirle” becchettandole insistentemente su una pietra posta nelle vicinanze dell’acqua. In Italia, la specie risulta di abitudini stazionarie, ma è cospicuo anche il contingente migratore e svernante.
 (dalla rete)

venerdì 11 ottobre 2019

Riflesso e poesia

Il poeta

Presumibilmente,
sembro un poeta di alta rappresentanza
sebbene la mia insufficienza cardiaca
ha per virtù medica il libro «cuore».
Abito appena sopra il livello del mare
mentre la salute, la ricchezza, la purezza
e gli sport invernali
straziano oltre i mille metri.
Perciò mi ossigeno respirando l’aria
dei paradisi alpini
così arditamente fotografati
dagli scalatori sociali
nonostante la pericolosità dei dislivelli.

 Valentino Zeichen
da Ricreazione, 1979

 

  
quello che ci illudiamo di fare,
essere poeti con le nostre frasi;
pensieri che trovano posto sui fogli,
siamo noi, comunque grandi...


giovedì 10 ottobre 2019

Canto e riflesso

da Il Miele
  Canto trentacinquesimo


Acqua, fuoco e poi la cenere
e le ossa dentro la cenere,
l’aria trema attorno alla Terra.
Dove sono le foglie verdi, l’erba, i piselli
col dito delle donne che li staccava dalla buccia?
Dove sono le rose e la chitarra, i cani e i gatti,
i sassi e le siepi di confine,
le bocche che cantavano, i calendari, i fiumi,
e le tette piene di latte? Dove sono le favole
se le candele spente non fanno più lume?
Dov’è il Tempo con tutti i giorni della settimana,
le ore e i secondi che battono?
Il Sole gira e si muovono le ombre
della roba che sta ferma.
E io dove sono? Dov’è il tale?
Venezia che si è affogata
è un mucchio di ossa bianche sotto il mare.
Ma verrà il giorno che dalla porta del cielo
cadrà giù una voce dentro la polvere.
Comanderà che venga fuori l’uomo
che ha inventato tutto quanto:
la ruota, gli orologi, i numeri,
e le bandiere per le strade.
Allora si alzerà Adamo e a testa alta
andrà sotto quella Luce Grande
per dire che il miele che ci ha dato
era in cima a una spada.

 
Tonino Guerra
 
Pietro Paolo Rubens
"Adamo ed Eva"
 
le domande della vita, dell'esistere,
abbiamo miriadi di dubbi e le risposte
latitano i sensi del quotidiano;
siamo poca cosa di fronte al tutto...

mercoledì 9 ottobre 2019

Poesia, riflesso e descrizione


Con il sostantivo
mondo
si usa designare il luogo primigenio degli esseri umani che ne comprende tutti gli abitanti e le cose create; si distingue dal concetto di Terra in quanto essa ricopre il significato di mera entità fisica, sulla quale gli esseri che popolano il mondo vivono e che è distinta dagli altri pianeti e oggetti fisici o metafisici che costellano l'Universo.
 
Al mondo
 
Mondo, sii, e buono;
esisti buonamente,
fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,
ed ecco che io ribaltavo eludevo
e ogni inclusione era fattiva
non meno che ogni esclusione;
su bravo, esisti,
non accartocciarti in te stesso in me stesso
 
Io pensavo che il mondo così concepito
con questo super-cadere super-morire
il mondo così fatturato
fosse soltanto un io male sbozzolato
fossi io indigesto male fantasticante

male fantasticato mal pagato
e non tu, bello, non tu «santo» e «santificato»
un po’ più in là, da lato, da lato
 
Fa’ di (ex-de-ob etc.)-sistere
e oltre tutte le preposizioni note e ignote,
abbi qualche chance,

fa’ buonamente un po’;
il congegno abbia gioco.
 
Su, bello, su.
 
Su, münchhausen.
 
Andrea Zanzotto
 
 quello che si sta intorno, addosso,
umanità piena di contrasti e reietta;
un mondo di cosa? per chi?
Siamo barche in balia del mare del vivere...
 
La definizione di mondo nella lingua italiana affonda nell'espressione latina locus mundus nella sua accezione di "luogo pulito, chiaro, visibile" ovvero quella porzione della Terra, ma anche del cielo, illuminata dalla luce e quindi visibile, identificabile e riconoscibile dall'essere umano.
Ma aggiunge anche il valore di "ornamento" e di "elegante" inteso come il "luogo ordinato dove regna la bellezza" insito anche nel greco κόσμος (kósmos) con significato di "ordine, ornamento, bellezza", contrapposto al Χάος (chàos) e che rimanda al pensiero pitagorico ellenistico.
In un contesto metafisico, esso può anche fare riferimento a ogni cosa realizzata nella realtà del Creato, ovvero l'universo che ci circonda.
In un senso più ristretto il mondo sta a significare quanto riferisce o afferisce a una particolare civiltà e a quanto da essa è o fu sviluppato nell'ambito dei suoi confini fisici o metafisici con riferimento alle sue Leggi, alla cultura, agli usi, ai costumi, alla filosofia, all'arte: il "mondo romano", il "mondo ellenistico", il "mondo cristiano", il "mondo arabo" o anche "il mondo d'oggi", inteso come la somma delle cose umane che contraddistinguono i tempi odierni; il mondo dell'Ottocento, il mondo della preistoria. Il mondo è anche, sempre nella medesima accezione, quanto prodotto e significato nei confini di una particolare attività o disciplina umana: il "mondo dell'arte", "della filosofia", "della scienza", "della religione", "del lavoro", "della politica", "della meteorologia", "del calcio", "dell'amore", "dell'urbanistica" (da Wikipedia).

martedì 8 ottobre 2019

Poesia e riflesso

E adesso vieni, entriamo insieme in questo inverno,
sarà stagione di abbandoni e reticenze,
guarda: le ombre che credevamo immaginate,
o risospinte ai margini del bosco,
vòltati: avanzano alle spalle.
Vieni, lascia scorrere il tuo corpo
dal vento acre di resina e di muschio,
lascia la scabra pelle rilevarsi
alle carezze mie, come fossi lei,
quella per cui fiorisce, e sa di cielo,
– dove tu solo sai, e mi conduci –
il fioco fiore giallo d’elicriso.
 
Donata Berra
da "A memoria di mare"
 
 
 L'ombrello, o anche ombrella, o parasole, è un accessorio usato per fornire ombra a chi lo porta e ripararsi dal sole o dalla pioggia: in questa seconda accezione è usato anche il sostantivo parapioggia, oppure paracqua, quest'ultimo oggi in declino nel linguaggio quotidiano.
L'ombrello è solitamente costituito da un'asta fornita di una impugnatura spesso ricurva e da una copertura realizzata in tessuto che può essere tenuta aperta o ripiegata mediante un anello collegato a stecche che scorre sull'asta.
La copertura è normalmente formata da spicchi di tessuto naturale o sintetico cuciti fra di loro in modo da formare una calotta uniforme e impermeabile.
Alcuni modelli di ombrello sono dotati di un meccanismo che permette il rientro del manico e di parte dell'asta in modo da occupare poco spazio al fine di riporre l'accessorio in borse e borsette.
Hanno le medesime funzioni l'ombrellone, di grandi dimensioni e utilizzato dai bagnanti per ripararsi dal sole su spiagge e scogliere, e l'ombrellino parasole, tuttora molto utilizzato nell'Estremo Oriente per ripararsi dal sole diurno e mantenere, soprattutto alle donne, una carnagione chiara e non abbronzata dal sole (da Wikipedia).
 
forse è ancora presto, ma lo sento,
arriva nascosto dai colori d'autunno;
l'inverno, i mesi del sonno profondo,
un bavero rialzato, parole e cristalli...

lunedì 7 ottobre 2019

Haiku

Tanti paesi
 
Tanti paesi
e il tuo posto nel mondo
era la mia spalla.
 
Rafael Sarmentero
da "Dadá demodé, 2011"
 
 
ancora haiku per dimostrare
l'efficacia immensa di parole;
sparse così come neve al sole,
suoni nell'aria che rinfresca...

domenica 6 ottobre 2019

Forsizia (fuori stagione)



Forsizia
una pianta da giardino coltivabile anche in vaso che, da sola, crea una macchia tipicamente gialla già a inizio primavera capace di mettere subito di buon umore chi non ama il clima freddo dell’inverno.

Primavera
 
La primavera scorre nel sangue come un ruscello,
e sulla riva come un ruscello
forsizie, azalee e fiori di cavolo giallo
 
Io, che ho sopportato l’inverno,
germoglio come erba

Allodola gioiosa,
volo su ogni solco

Il cielo azzurro
splende lassù
 
Yun Dong-Ju

Questo arbusto anticipa molti altri suoi simili con i suoi fiori gialli e non è affatto difficile da coltivare, si adatta a ogni tipo di terreno e ama il sole.
Ultimamente è un po’ trascurata, la Forsizia, a beneficio di altre piante più esotiche, ma a lungo andare tutti si ricrederanno e torneranno, ne sono certa, a scegliere lei. Un classico che non tramonta mai e, soprattutto, che fiorisce sempre (dalla rete).
 
certo l'autunno è diverso,
comincia il declino, il freddo;
nature contorte si avvicinano
al riposo, alla fase di stasi...

sabato 5 ottobre 2019

Gocce

(gocce)

L'inverno e la sua fine
escono da quei monti
nel cielo
                    battaglia,
esitano l'uno
e l'altra, essi, rapiti
                    a quella luce
di politissimo cristallo,
alla flagranza delle valli,
                    e ora
un poco si osservano a distanza,
un poco si mischiano e si azzuffano
finché grandine o vento non sbaraglia
l'incertezza dello scontro.
Ci ottenebra, noi stille
                    sorprese in medio campo
un infittito scroscio,
                    ci affoga
l'uragano, sgombra
poi il sole
                    i celesti rimasugli
del furente nubifragio.
È inverno o primavera? Non lo sappiamo,
                     siamo
e non siamo niente
nella molteplicità delle apparenze,
però dentro la vita, dentro
il meraviglioso istante.

 
 
Mario Luzi
da "il lessico della luna nascente"
 
 
«Per noi, servire è un privilegio [...].
Ci rendiamo conto che quello che facciamo
è solo una goccia nell'oceano,
ma l'oceano senza quella goccia
sarebbe più piccolo »
 
Madre Teresa di Calcutta 
 


immagini ferme, solide, costanti,
siamo fatti di istanti come fotografie;
possiamo sbiadire col tempo,
possiamo velare i ricordi di sogno...

venerdì 4 ottobre 2019

Specchiarsi in un tanka

Dopo il bagno
mi guardo nello specchio,
e, osservando il mio corpo,
sento che ancora rimane qualcosa
di ieri: un certo sorriso...
 
Akiko Yosano
  
specchiarsi
[spec-chiàr-si] v.rifl. (mi spècchio ecc. -Sabatini Coletti-
 [sogg-v] Guardarsi allo specchio SIN rimirarsi: passa il tempo a specchiarsi
[sogg-v-prep.arg]            
1.- Guardare la propria immagine in una superficie riflettente: guarda il lago, ti ci puoi specchiare
2.- Detto di cose, riflettersi in una distesa d'acqua: la luna si specchia nel mare


attimi di vita normale, atti,
mani che rifanno gesti consueti;
la nostra esistenza è costellata
di cose ripetute, usuali...

giovedì 3 ottobre 2019

Riflesso e dimenticanza

 dimenticanze, cose da fare, sogni,
perversi intrighi di pensieri e sogni;
ancora, sempre, in me, come figli,
perdo nel vuoto le cose, il tempo,
passa, veloce, ancora, come...
 
Gujil
 
 dimenticanza
[di-men-ti-càn-za]
sostantivo femminile -Sabatini Coletti-
 
1.- Smarrimento della memoria storica o volontaria cancellazione di ricordi
2.- Il fatto di non aver tenuto a mente qlco. e, di conseguenza, di non aver agito in un certo modo SIN negligenza, inosservanza: non fare qlco. per pura d.
3.- estens. Lacuna, imperfezione, perlopiù causata da distrazione
SIN disattenzione, sbadataggine: il compito non ha errori, solo qualche piccola dimenticanza.