Non dovresti conoscere la disperazione
se le stelle scintillano ogni notte;
se la rugiada scende silenziosa a sera
e il sole indora il mattino.
Non dovresti conoscere la disperazione - seppure
le lacrime scorrano a fiumi:
non sono gli anni più amati
per sempre presso il tuo cuore?
Piangono, tu piangi, così deve essere;
il vento sospira dei tuoi sospiri,
e dall'inverno cadono lacrime di neve
là dove giacciono le foglie d'autunno;
pure, presto rinascono, e il tuo destino
dal loro non può separarsi:
continua il tuo viaggio, se non con gioia,
pure, mai con disperazione
Emily Brontë
1.
a. Stilla di umore, secreto da apposite ghiandole dell’occhio (ghiandole lacrimali), che fuoriesce dalla rima palpebrale in determinate condizioni (pianto; stati infiammatorî della congiuntiva o delle vie lacrimali, ecc.). In partic., spec. al plurale, quelle che sgorgano più abbondanti per viva commozione, per dolore fisico o morale, o anche nel moto convulso del ridere: lacrime di dolore, di gioia, di pentimento, di pietà, di tenerezza; l. sincere, finte; una l. furtiva; avere le l. agli occhi; gli spuntò una l.; gli occhi mi si riempirono di lacrime; qualche l. gli scende lungo il viso, lava la guancia un po’ sporca e si sporca, finisce in bocca con un sapore salato (Claudio Magris); gli vennero le l. dal gran ridere. Lacrime di sangue, raro fenomeno, osservato in individui isterici, consistente nella presenza di sangue nel secreto lacrimale.
b. In molte locuz., e quando non siano altrimenti determinate, s’intende in genere lacrime provocate da dolore o commozione: spargere lacrime; versare amare l.; piangere a calde l., disperatamente (spesso enfatico); iperb., piangere a lacrime di sangue, essere tutto in lacrime, in un mare di lacrime; pregare, supplicare con le l. agli occhi; bagnare (iperb. inondare) di lacrime; asciugarsi, tergersi le l.; asciugare le l., fig., consolare; dolore che spreme le l.; commuoversi fino alle l.; era uno spettacolo che strappava le l., che commuoveva profondamente; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante (Manzoni); ingoiare le l., trattenere il pianto per nascondere il proprio dolore; ha le l. in tasca, di chi piange per un nonnulla o si commuove assai facilmente; non ha più lacrime, di chi ha pianto tanto. Quindi spesso sinon. di pianto: trattenere, frenare le l.; prorompere, scoppiare in lacrime; sciogliersi, struggersi in lacrime, piangere dirottamente; non avere il dono delle l., non poter piangere. E con valore generico di dolore, patimento: gli è costato molte l.; valle di lacrime (locuz. biblica), il mondo, la vita umana; lacrime di coccodrillo, tardo pentimento, e talora solo apparente, di chi si rammarica del male da lui stesso voluto (v. anche coccodrillo).
il pianto notturno, la veglia,
nascoste tra i lembi di cotone,
lacrime scorrono piano,
è amore..? dolore..? che altro..?
a. Stilla, goccia d’un liquido, e spec. l’umore che stilla da alcune piante rapprendendosi in forma di gocce: le l. del pino. Anche, ciascuna delle gocce di grasso che trasudano dal taglio di alcuni formaggi stagionati: pecorino con la lacrima.
b. Piccolissima quantità di un liquido: non c’è più una l. d’olio nel fiasco.
c. Nome di cose che ricordano la forma di una lacrima (per es., la perla di forma oblunga pendente da un orecchino o da un ciondolo, e in genere qualsiasi pendente di forma simile); lacrime d’incenso, incenso confezionato per il commercio in forma di chicchi; lacrime di Batavia (o bataviche o olandesi), piccole masse di vetro a forma di goccia o di lacrima che si formano facendo cadere una goccia di vetro fuso in acqua fredda, e che esplodono se se ne spezza la punta.
d. Al plur., non com., pallini da caccia, di grana piuttosto grossa.
3.
a. Lacrime di san Lorenzo: denominazione popolare delle stelle cadenti appartenenti allo sciame delle Perseidi, di cui la Terra incontra la parte più intensa dal 9 all’11 agosto.
b. Nome di numerosi vitigni, coltivati soprattutto nelle regioni centromeridionali, e del vino che se ne ricava: lacrima di Chieti o di Aquila, delle Marche, di Napoli, di Puglia, ecc.; lacrima di Maria, uva da tavola siciliana, con acini ovali, grandi, dorati; lacrime di santa Maddalena, vino bianco dell’Alto Adige. V. anche lacrima christi.
c. Lacrime di Giobbe, erba annua delle graminacee (Coix lacryma-jobi), alta fino a 1 m, con foglie larghe, fiori monoici, in spighette, cinte da una brattea che a maturità diviene lapidea e lucida, grigio-cenerognola o nerastra, e racchiude il frutto; è originaria dell’India e viene coltivata nelle regioni tropicali come foraggio e come cereale. È anche nome region. di una pianta delle stafileacee (Staphylea pinnata), più nota come naso mozzo.
◆ Diminutivo lacrimétta (e lagrimétta), lacrimina (e lagrimina), lacrimùccia (e lagrimùccia), talora ironico: asciugati quelle lacrimucce; con due lacrimucce ottiene tutto ciò che vuole;
◆ accrescitivo lacrimóna o lacrimóne mascile (e lagrimóna, lagrimóne), nel maschile anche per indicare un pendente alquanto grosso: due massicci orecchini a lagrimoni (Pirandello).
- Vocabolario TRECCANI -
il pianto notturno, la veglia,
nascoste tra i lembi di cotone,
lacrime scorrono piano,
è amore..? dolore..? che altro..?
forse solitudini di volti racchiusi in spirali d'esistenza
RispondiEliminao ancora antiche laceranti memorie in esiti senza confimi?
Non capisco ancora il perche' di questo antico soffrire
giunge a me solo lievemente l'effluvio dell'aria..... (poesieinsmalt)
o forse siamo solo noi...
RispondiEliminagrazie Annamaria