Appello
La luna piena risplende sul mare
e tu nel mio cuore.
La riva attende e invecchia. Tu non vieni mai.
Fugace il sentiero lunare sul mare che inghiottì
il veliero col quale a lungo avremmo vagato
condotti dal desiderio, suonando il flauto e la cetra
unendo canto e carne nell’argenteo vento.
Harry Martinson
La luna piena risplende sul mare
e tu nel mio cuore.
La riva attende e invecchia. Tu non vieni mai.
Fugace il sentiero lunare sul mare che inghiottì
il veliero col quale a lungo avremmo vagato
condotti dal desiderio, suonando il flauto e la cetra
unendo canto e carne nell’argenteo vento.
Harry Martinson
Traduzione di Giacomo Oreglia
attese, partenze, ritorni,
qualche volta arrivi;
siamo una stazione nel tempo,
con orari discutibili,
spesso incompatibili...
appèllo sostantivo maschile [derivato di appellare; in alcune accezioni, ricalca il francese appel]. – TRECCANI
1. Il chiamare più persone per nome, secondo un ordine stabilito (per lo più alfabetico), per accertarsi che siano presenti o per altri motivi: fare l’a. (degli studenti, dei soldati, ecc.); a. dei caduti, rito commemorativo; rispondere, mancare, presentarsi o non presentarsi all’a. (mancare all’a. è anche modo eufem. per annunciare la morte di un soldato, di qualcuno dei partecipanti a un’impresa rischiosa, e sim.); nelle votazioni assembleari, votazione per a. nominale, quando i votanti, chiamati singolarmente per nome dal presidente, esprimono con un sì o con un no il loro voto (si contrappone alla votazione per scrutinio segreto e a quelle per alzata e seduta o per alzata di mano). Per estens., il segnale dato con la tromba nelle caserme o al campo per adunare i soldati: suonare l’appello.
2. Convocazione. In partic.:
a. Nell’ordinamento universitario, ciascuna delle convocazioni previste per ogni sessione ordinaria d’esame: primo, secondo appello.
b. Nel linguaggio giornalistico, a. alle urne, la convocazione delle elezioni; a. al Paese, il ricorso a nuove elezioni in seguito allo scioglimento anticipato delle Camere, determinato dall’impossibilità di risolvere con la normale prassi una crisi politica.
1. Il chiamare più persone per nome, secondo un ordine stabilito (per lo più alfabetico), per accertarsi che siano presenti o per altri motivi: fare l’a. (degli studenti, dei soldati, ecc.); a. dei caduti, rito commemorativo; rispondere, mancare, presentarsi o non presentarsi all’a. (mancare all’a. è anche modo eufem. per annunciare la morte di un soldato, di qualcuno dei partecipanti a un’impresa rischiosa, e sim.); nelle votazioni assembleari, votazione per a. nominale, quando i votanti, chiamati singolarmente per nome dal presidente, esprimono con un sì o con un no il loro voto (si contrappone alla votazione per scrutinio segreto e a quelle per alzata e seduta o per alzata di mano). Per estens., il segnale dato con la tromba nelle caserme o al campo per adunare i soldati: suonare l’appello.
2. Convocazione. In partic.:
a. Nell’ordinamento universitario, ciascuna delle convocazioni previste per ogni sessione ordinaria d’esame: primo, secondo appello.
b. Nel linguaggio giornalistico, a. alle urne, la convocazione delle elezioni; a. al Paese, il ricorso a nuove elezioni in seguito allo scioglimento anticipato delle Camere, determinato dall’impossibilità di risolvere con la normale prassi una crisi politica.
3. Chiamata, invocazione a qualcuno, richiesta d’aiuto: fare a. alla carità del prossimo; rivolgere un a. alla generosità dei benefattori; accorrere, rispondere all’a. della patria in pericolo; si udì un disperato grido d’appello; faccio a. alla tua comprensione. Anche con riferimento alla sottoscrizione di richieste con fini sociali, umanitari, politici: firmare un a. contro la pena di morte; l’a. degli animalisti ha avuto successo. Fig.: fare a. alle proprie forze, alle proprie risorse interiori.
4. Altro significato:
a. In diritto processuale, ricorso a un giudice superiore al fine di ottenere la revisione della sentenza pronunciata da un organo giudiziario di grado inferiore, da cui l’appellante si sente gravato: a. civile, penale; a. principale, incidentale; interporre, proporre a.; ricorrere in a.; respingere l’a.; diritto d’a.; procedimento d’a.; sentenza d’a.; nel diritto romano, a. al popolo, la facoltà di appellarsi direttamente al popolo contro le sentenze penali. E per indicare l’organo giudiziario a cui è devoluto esclusivamente l’esame dei ricorsi in appello: Corte d’a.; presidente, consigliere di Corte d’a. (o assol. consigliere d’appello).
b. Per analogia, in competizioni sportive, ricorso ai competenti organi federali, proponibile dai partecipanti a una gara contro le decisioni o le interpretazioni del regolamento da parte dell’arbitro, dei commissarî, della giuria, ecc.
c. Con uso estens., nel linguaggio com., non esserci a., non esserci possibilità di revisione o di contestazione: non c’è a. contro le decisioni della presidenza; contro la morte non c’è a., non c’è rimedio, non c’è riparo; analogam., senz’a., senza possibilità di contraddizione o di opposizione, in forma decisiva e definitiva.
a. In diritto processuale, ricorso a un giudice superiore al fine di ottenere la revisione della sentenza pronunciata da un organo giudiziario di grado inferiore, da cui l’appellante si sente gravato: a. civile, penale; a. principale, incidentale; interporre, proporre a.; ricorrere in a.; respingere l’a.; diritto d’a.; procedimento d’a.; sentenza d’a.; nel diritto romano, a. al popolo, la facoltà di appellarsi direttamente al popolo contro le sentenze penali. E per indicare l’organo giudiziario a cui è devoluto esclusivamente l’esame dei ricorsi in appello: Corte d’a.; presidente, consigliere di Corte d’a. (o assol. consigliere d’appello).
b. Per analogia, in competizioni sportive, ricorso ai competenti organi federali, proponibile dai partecipanti a una gara contro le decisioni o le interpretazioni del regolamento da parte dell’arbitro, dei commissarî, della giuria, ecc.
c. Con uso estens., nel linguaggio com., non esserci a., non esserci possibilità di revisione o di contestazione: non c’è a. contro le decisioni della presidenza; contro la morte non c’è a., non c’è rimedio, non c’è riparo; analogam., senz’a., senza possibilità di contraddizione o di opposizione, in forma decisiva e definitiva.
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