mercoledì 30 giugno 2021

Haiku e riflesso

La campana del tempio tace,
ma il suono continua
ad uscire dai fiori.

Matsuo Basho
 
ridenti suoni e luci e albe,
sere fatate e notti insonni;
il buio spesso aggredisce,
la musica invece accarezza...

martedì 29 giugno 2021

Protocollo cittadino #48 (deep space)

Si torna spesso, molto più di quanto si pensi,
I richiami sono fdorti, intensi,
il sapore delle cose è difficile, imprevedibile,
siamo sempre in costante affanno,
seduti su cumuli di buoni propositi
o sdraiati nel letto di disperate analisi.
In realtà ci sentiamo alieni,
come equipaggi di astronavi cerchiamo
mondi nuovi, esperienze diverse.
Il prototipo del benessere impera,
noi si impara dagli errori degli altri
e non vediamo i nostri.
"Ground control to Major Tom..."
 
Gujil
 

lunedì 28 giugno 2021

Poesia, riflesso e considerazione

 

Pini scuri sott’acqua

Come uno specchio questa terra si volge dentro di te
E tu diventi una foresta in un lago segreto;
Gli scuri pini della tua mente scendono verso il fondo,
Sogni come nel verde dei tuoi anni,
La tua memoria è una fila di pini che affondano.

Esploratrice, ti dici che non è per questo che sei venuta
Anche se è tutto bello qui, e verde;
Intendevi muoverti con un certo riguardo,
Avevi pianificato una malinconica grazia, un sogno angosciato.

Ma gli scuri pini della tua mente cadono sempre più a picco,
E tu affondi, affondi, addormentandoti
In un mondo elementare;
C’è qualcosa laggiù che vuoi raccontare.

Gwendolyn MacEwe
 
 
con me resta il forte legame che sei
in un turbinio di tempo, così troppo;
un posto troveremo allora per noi
sarà riparo, non entrerà la pioggia...

La bellezza dei versi sta nelle cose che affiorano, la nostra vita dovrebbe essere fatta di poesia e invece, spesso è solo scorrere quotidiano di ripetizioni consuete. Serve anche questo, nessuno vuole soffrire, tutti cerchiamo facili soluzioni per non pensare troppo. Poi ci sono anche quelli che non pensano, è la natura.

Gujil

domenica 27 giugno 2021

Haiku e riflesso

Nel nostro mondo, anche
le farfalle sono stanche
sono stanche di vivere.

Kobayashi Issa 

L’haiku è un verso poetico profondamente evocativo nato in Giappone nel XVII secolo. L’haiku si differenzia dalla poesia occidentale per la struttura che vede la successione di tre versi secondo lo schema 5-7-5, uno schema che con la traduzione purtroppo un po’ (spesso molto) si va a perdere (dalla rete).

potenza e respiro, haiku,
dire le cose essenziali;
sono un attimo di luce
in questo buio diurno...

sabato 26 giugno 2021

Summer storm

Eugenio Gignous
"Temporale imminente"
 
Summer storm
 
Nel suono del vento
ti ho cercata nel picco di sole
a sfiorare nevai esausti
di rivoli infiniti la valle.
 
Quota a parte scandita
da cascate impertinenti
da argentini ruscelli.
Stampata nel cielo l'immagine
ha assunto contorni imprevisti,
le feste, lo "status", i contesti.
Ho ritrovato me stesso
dilavato da scorrere lento
ho proteso, preteso e altro.
Hai graffiato il mio cuore
di biondo, di angoli chiusi
hai creato riscontri delusi.
 
 La tempesta è arrivata
col freddo, una felpa slavata, 
il riparo che eri non trovo
mi rifugio nel grigio.
 
Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"

venerdì 25 giugno 2021

Vuoto dentro

Simile a un dio mi sembra quell'uomo

che siede davanti a te, e da vicino
ti ascolta mentre tu parli
con dolcezza
e con incanto sorridi. E questo
fa sobbalzare il mio cuore nel petto.
Se appena ti vedo, sùbito non posso
più parlare:
la lingua si spezza: un fuoco
leggero sotto la pelle mi corre:
nulla vedo con gli occhi e le orecchie
mi rombano:
un sudore freddo mi pervade: un tremore
tutta mi scuote: sono più verde
dell'erba; e poco lontana mi sento
dall'essere morta.
Ma tutto si può sopportare...

Saffo

 
niente riesce a compensare il vuoto
che abbiamo dentro, quando siamo soli;
respirare a polmoni pieni non basta
ora devo guarire, ora devo restare...

Essere soli fisicamente accade a tutti in alcuni momenti, ma ciò è completamente differente dallo sperimentare un senso di solitudine interiore ed isolamento.
In questo caso esiste spesso
una
profonda sofferenza
, un senso di vuoto.

giovedì 24 giugno 2021

Madre

ANDY WARHOL, "JULIA WARHOLA" (1974)

Madre
 
Quel fumo che offusca nel sogno
i tuoi contorni provati del viso
mi riporta a te, madre,
non contano gli anni passati,
non pesa più il tempo.
Vorrei riabbracciare il tuo corpo
fuori dal disegno dei limiti
rimanere con te a lenire il dolore;
tu, madre, fosti avara di baci,
frugale come alacre fromica
fosti avara di baci e carezze
ma ora mi manca, nel cuore
la stridente tua ruvidezza.
Madre, amami ancora nel buio
di questa vita dispersa, in discesa
come ripida china montana,
proteggi tuo figlio bambino
che ancora ti vuole, ti chiama.
Mai non scorder ò quel sorriso
con cui mi lasciasti sereno
quella sera lontana negli anni
"Ciao" mi dicesti "A domani!"
e ancora mi preme sul volto
la mattutina, lieve, carezza
che presagì quel dolente addio.

Anonimo
del XX° Secolo 
"Poesie ritrovate" 

mercoledì 23 giugno 2021

Haiku e scultura

 

Non piangete, insetti
– gli amanti, persino le stelle
devono separarsi.

Kobayashi Issa

haiku, piccolo sole lucenti
il mare riflette i suoi raggi;
noi siamo vita, comunque e sempre
anche quando fuori sta piovendo...


Giovanni Prini
"Amanti"

Le forme sinuose dei celebri Amanti riuniti in un suggestivo abbraccio, gli echi classici dei ritratti scultorei con i dolci visi dei bimbi, ma anche le ceramiche, i giocattoli, i disegni e perfino i mobili disegnati per il suo frequentatissimo salotto intellettual-artistico di inizio '900: è un mondo multiforme, in bilico tra sogno e realtà e fortemente venato di slanci emotivi e legami sentimentali quello raccontato nella mostra «Giovanni Prini - Il potere del sentimento», la prima esposizione monografica dedicata a uno degli artisti italiani più interessanti del secolo scorso, ospitata alla Galleria d'arte Moderna di Roma (dalla rete).

martedì 22 giugno 2021

Giorni di minime #67

 
 
Ho riso spesso di me, di tutto,
senza cuore qualcuno ha sentenziato
eppure un senso lo ho sempre avuto.
Gli anni non contano, non dicono,
la bugia del tempo, delle incrostazioni,
il pensiero latente  è che sono diversamente,
in conflitto con una parte di me che stride.
Ho fatto piangere ma ho anche pianto,
non sò se questo conti ma credo di si,
in fondo siamo anime peregrine
sempre in movimento alla ricerca
di una metà incossitente e disdicevole.
La mancanza è forte, preessante,
dignitosamente pro cedo allineato
al corso di eventi che non sò dirimere,
la voglia è incarcerata in austero
comportamentale distinto, demodè...
 
Gujil 

lunedì 21 giugno 2021

Un lungo distacco

Distacco

Dalla soglia un uomo guarda,
la casa non riconosce.
La partenza di lei fu come fuga.
Ovunque tracce di scompiglio.

Dappertutto nelle stanze il caos.
La portata della devastazione egli
non vede a causa delle lacrime
e di un attacco di emicrania.

Negli orecchi dal mattino un rumore.
Ricorda o sogna?
E perché nella mente sempre più
gli s'insinua il pensiero del mare?

Quando ai vetri attraverso la brina
non si vede la luce di dio,
doppiamente l'angoscia ineluttabile
somiglia alla solitudine del mare.

Gli era così cara
con ogni lineamento,
come al mare vicine le rive
con la linea tutta della risacca.

Come i giunchi sommerge
la piena dopo il fortunale,
sono scomparsi sul fondo della sua anima
i tratti e le forme di lei.

In anni di travagli, in tempi ,
di vita impensabile
fu a lui su dal fondo sospinta.
dall'onda della sorte.

Tra ostacoli innumeri,
superando i pericoli,
l'onda la portava, portava
e strettamente congiunse.

Boris Pasternak

la sagoma diventa indistinta, lontana,
mancante all'abbraccio il logorio più intenso;
continuo a disegnare la sabbia bagnata
del mio solitario litorale marino...
 
 
Nelle favole c’è un filtro magico che ti fa addormentare.
Ti svegli e ti innamori della prima persona che vedi.
È la più geniale metafora dell’amore che sia stata concepita.
L’amore è cieco, inspiegabile e crudele.
Ed è anche precario.
Nulla di così insensato può mai durare a lungo. 
(Acqua di mare di Charles Simmons)


 

domenica 20 giugno 2021

In bilico

Essere o stare in bilico significa trovarsi in una situazione di equilibrio instabile, precario: essere, tenere, mettere, stare in bilico | anche fig.: in bilico tra la vita e la morte, in pericolo di vita; in bilico tra due scelte, in dubbio (dalla rete)
 
Sospesi in bilico
sul precipizio della speranza
quanti sogni
sono caduti
per sempre
e quanti ne ho uccisi
in nome dell’amore.
Sogni che a volte tornano,
come spettri,
sollevati dai pensieri
di questo tempo inclemente
e ladro di vita
che passa rubando
le perdute occasioni,
lasciando in cambio
graffi sul cuore,
che sulla pelle
diventano le rughe
di una rondine
che in primavera
avrebbe dovuto volare.

Giulia Torelli
da "Poesie in bilico"

questo precario equilibrio mi anima,
in bilico, sono sospeso in aria;
oscillazioni minime riflettono
il desideri di evitare lo stallo...

 

sabato 19 giugno 2021

Dal "Diario di un inguaribile vecchio" -11-

Diario di un inguaribile vecchio

la mia vita, il mio scorrere incessante
è da tempo troppo spesso temporale,
infinitesimi attimi di pioggia rigano
sguardi che non sanno più inveire...
 
-11-
 
Rammento il senso dei sorrisi e quello dei ritorni inaspettati dopo lunghi silenzi fatti di giorni impassibili scanditi dalla tarda primavera che ora il sole scalda di pesanti ore assetate.
I percorsi stretti avvisano dlle difficoltà da incontrare ma noi non sappiamo vedere, ci limitiamo a subire i contraccolpi del senso che vogliamo dare alle cose che ci toccano.
Vorrei essere una leggera brezza, accarezzare e consolare il mio lento incedere che non sa direzione se non quella del primordiale istinto di andare avanti, di non fermarsi e chiedersi.
Lo scenario esterno è sole che scalda un verde trionfante, sono un contrasto vivente per il grigio che ho dentro, un colore che scalpita e comprime il sentimento che cerco anch'io di soffocare.
I lunghi crinali delle vallate che amavo ancora mi chiamano con voce pacata da un senso di immediato ristoro e riposo, non la ascolto da tempo, non voglio; conservo scampoli di ricordi sereni che non mi va di rimettere in gioco.
Il sibilo di una raffica di vento trasporta i semi di pioppo in tutte le direzioni, come fossero fiocchi di vita che cabrano nei cieli delle esistenze terrene in cerca di un fertile approdo.
I pappi si posano leggeri sulla mia strada, ora sembra innevata.
Una tranquillità artificiale pervade il mio essere intero, assaporo il respiro e placo il temporale che ho dentro... ricordo... ed ero sereno.
Le sagome della città mi riconducono qui.
Il sole mi brucia la pelle ma non scaccia ancora il freddo che provo, giù nell'anima, in fondo.
Costringo alla luce un pensare fuori tempo.
"Gli amanti non gridano mai, sussurrano perchè non hanno bisogno di imporsi, amano solo farsi capire"; urla solo chi non vuole ascoltare, chi deve sopraffare la solitudine che prova.
Nella mia vita non ho sussurrato spesso ma ho gridato tanto.
Una rondine garrula e felice volteggia sul tetto.
Un acclarato e dimensionato contesto mi spinge ad usuali gesti, ora sono nella mia casa, preparo un caffè, riassetto sogni e fantasie notturne in un elenco ordinato.
Mi cerco disperatamente allo specchio, ho tagliato i capelli e cresciuto la barba per sembrare più vecchio, per non piacermi, per non amarmi più così tanto, troppo.
Fuori è ancora alba, il mattino presto è solo per pochi.
"Io ti penso" dopo tanto silenzio e un migrare afinalistico e continuo mi dice che non mi devo illudere, che devo razionalizzare il contesto senza dare importanza ai contorni.
La forza del respiro irrompe in questo clima di attesa.
Sorseggio dalla mia tazza preferita mentre assisto impassibile al giorno che arriva, cercherò di viverlo con propositi contingenti ed ordinatamente allineati.
 
Claude Monet
"Pioppi sull'Epte"

venerdì 18 giugno 2021

Frutti maturi

Il vuoto di lunghi anni di distanza

Il vuoto di lunghi anni di distanza
può un attimo colmare,
poiché l’assenza del mago non rompe
l’incantesimo.
Ceneri di mill’anni
scoperte dalla mano
che le nutriva quand’erano fuoco,
arderanno di nuovo, e intenderanno.

Emily Dickinson

ritroveremo ancora i frutti acerbi
che ora sono maturi e carichi
di sapori nuovi e nel contempo antichi,
ci riempiranno ancora bocca e cuore...

Quando il frutto matura, con l’aiuto e l’azione decisiva del tempo e del Sole, la pianta riesce a cambiare la composizione chimica degli acidi contenuti nei frutti e di conseguenza, al posto degli acidi, si trasforma una sostanza denominata fruttosio, zucchero di frutta, che è dolce quanto lo zucchero ma con particolare struttura chimica differente da quella del saccarosio.

giovedì 17 giugno 2021

Verso l'orizzonte

L'orizzonte
è la linea apparente che separa la terra dal cielo, la linea che divide tutte le direzioni visibili in due categorie: quelle che intersecano la superficie terrestre, e quelle che non la intersecano.
In molte località, l'orizzonte vero è oscurato da alberi, edifici, montagne, ecc. e l'intersezione risultante tra terra e cielo si chiama orizzonte visibile.
La parola orizzonte deriva dal greco horizōn (kyklos), "(cerchio) che delimita".
(da wikipedia)

 

 Orizzonte

 Mare anteriore a noi, le tue paure
avevano corallo e spiagge e alberete.
Sbendate la notte e la caligine,
le tormente ppassate e il mistero,
si apriva in fiore la Lontananza, e il Sud siderale
splendeva sulle navi dell'iniziazione.

Linea severa della riva remota:
quando la nave si approssima, s'alza la costa
in alberi ove la lontananza nulla aveva;
più vicino, s'apre la terra in suoni e colori:
e, allo sbarco, ci sono uccelli, fiori,
ove era solo, di lontano, l'astratta linea.

Il sogno è vedere le forme invisibili
della distanza imprecisa, e, con sensibili
movimenti della speranza e della volontà,
cercare sulla linea fredda dell'orizzonte
l'albero, la spiaggia, il fiore, l'uccello, la fonte:
i baci meritati della Verità

Fernando Pessoa

Accarò
"Orizzonti lontani"

indistinto, velato, sfocato ma davanti a noi
l'orizzonte, il barlume dell'approdo tranquillo;
la fine della vita in fondo alla strada, in lontananza,
concentriamoci sul percorso, sulla via che seguiamo...

mercoledì 16 giugno 2021

Dove..? Quando..?

Dove...quando...

dove stai? dove sei?
solo dentro me.

Cosa fai? come sei?
solo come me.
inventarti qua e là
è gioco vecchio oramai:
bussa già
la fretta di te.
Che farai amore mio,
che sorriso avrai?
Dai tuoi si dai tuoi no
cosa imparerò?

Principessa serena del cielo che avrò.
bussa già
la fretta di te.

PFM

Passa il tempo ma resta invariato
il fascino di questo pezzo, la fiaba;
tutti vorremmo essere felici, spensierati,

perchè non ci accontentiamo di essere sereni?

martedì 15 giugno 2021

Zolfanelli e giorni di minime #67

La fiamma del fiammifero si è spenta
ha illuminato la notte, piccolo sole,
per quell'attimo dove tutto è sembrato normale,
quella frazione di eternità senza urla
(gli amanti sussurrano, non gridano)
in cui ho visto, risaputo stanco, il mondo;
quando la fiamma finisce e si spegne
è un piccolo crepuscolo dove buio ed ombre
arrivano e ci abbracciano ancora...

Gujil

Gli zolfanelli sono fiammiferi che hanno come couadiuvante all'accensione un bagno di zolfo sulla punta; è una definizione desueta, tipica della letteratura popolare del XIX secolo.
Lo zolfanello è un fiammifero di legno impregnato, per un tratto della parte superiore, di zolfo, per dare facile presa alla fiamma provocata dallo sfregamento della capocchia fosforica, a base di sesquisolfuro di fosforo.
Ormai poco comune l’espressione figurata accendersi come uno zolfanello, essere molto facile all’ira.
(dalla rete)

La tristissima storia degli zolfanelli
di Heinrich Hoffmann

traduzione di Gaetano Negri (1882)

Di sala in sala Paolinetta
Gira e rigira, sola soletta.
Di casa uscendo la sua mammina
Disse: “Ricordati di star buonina”.
Ma se non teme d’esser sgridata
Grida, fa il chiasso quella sventata.

Ecco essa vede sul tavolino
De’ zolfanelli lo scatolino.
“Oh, che grazioso bel giocherello!
Io voglio accender lo zolfanello.
La mamma accenderlo veduto ho spesso,
Io vo’ ripetere quel gioco istesso!”.

E Minz e Maunz, i due gattini
Alzano al cielo i lor zampini.
Gridano: “Il babbo questo non vuole
Più non rammenti le sue parole?
Miao, miao, miao.
Suvvia finiscila con questo gioco
Che c’è pericolo di prender foco!”.

Ai due gattini Paolinetta
Intenta al gioco non può dar retta.
Ecco la fiamma s’accende e brilla,
crepita il legno, scoppia, scintilla.
Tutta contenta la pazzerella
Agita il foco, ride, saltella.

E Minz e Maunz, i due gattini
Gidan: “La mamma questo non vuole,
più non rammenti le sue parole?
Miao, miao, miao.
Suvvia finiscila con questo gioco
Che c’è pericolo di prender foco”.

Ahimè la fiamma la bimba investe
Ardon le treccie, arde la veste.
Corre la misera di loco in loco
Non c’è più scampo, è tutta un fuoco.

E Minz e Maunz inorriditi
Mandano acuti urli infiniti.
Miao, miao, miao,
“Qui, qui venite, venite in fretta,
muore bruciata Paolinetta!”.

Brucia in un soffio, sfuma in un punto
Veste e persona, tutto è consunto.
Un po’ di cenere e due scarpini
Cara memoria dei suoi piedini.
È quel che resta! Non c’è più nulla
Di quell’indocile, vispa fanciulla.

E Minz e Maunz, i due gattini
Tergon le lacrime coi lor zampini.
Miao, miao, miao,
“Ahi! babbo e mamma, ahi! dove siete?
Ahi, vostra figlia più non vedrete!”.
Come un ruscello che irriga i prati
Scorron le lagrime dei desolati.

lunedì 14 giugno 2021

Silenziosa circostanza

circostanza
[cir-co-stàn-za]
sostantivo femminile

1.- (spec. pl.) Ognuna delle condizioni oggettive che concorrono a determinare un evento e che lo caratterizzano
SIN situazione: c. favorevole; le c. impongono cautela || c. aggravante, attenuante, in diritto, quella che rende più o meno grave un reato, determinando la misura della pena

 
2.- Condizione momentanea, occasione
SIN congiuntura: trovarsi in c. difficili || parole di c., adatte a qualsiasi occasione, formali, poco sincere e partecipi

(dalla rete)

 

 Ora che sei silenzio

Ora che sei silenzio spasmodicamente ricerco
le frasi, i gesti, i rari momenti insieme,
le cose a noi care, i ricordi, gli affetti,
le risa ed il pianto, i baci, l'enorme distanza.
 
Ora che sei silenzio inspiegabilmente spreco
le cose che sono da sempre, mi preme
un passato lontano, recente e i difetti
che a stento ricaccio nel buio di questa stanza.
 
Ora che sei silenzio non sento che l'eco
remota nel tempo di quando sovviene
un ricordo che somma ai già detti
composti di umili cose la tua circostanza.
 
Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"

domenica 13 giugno 2021

Questa strada solitaria

Camminare per quella strada solitaria tutto solo
Non voltare la testa oltre le tue spalle
e fermati per riposarti solo quando la luna d’argento
risplende alta sopra gli alberi.

Se mi fossi fermato per ascoltare una volta o due
Se avessi chiuso la bocca e lasciato aperti gli occhi
Se mi fossi schiarito le idee e riscaldato il cuore
Non percorrerei questa strada questa notte

Va avanti
Non preoccuparti di commiserarti
Non ti distoglierà dai tuoi cattivi pensieri

Cammini per quella strada solitaria tutto solo
Non voltare la testa oltre le tue spalle
e fermati per riposarti solo quando la luna d’argento
risplende alta sopra gli alberi.

 
Walk down that lonesome road all by yourself
 Don't turn your head back over your shoulder
 And only stop to rest yourself when the silver moon
 Is shining high above the trees
 
 If I had stopped to listen once or twice
 If I had closed my mouth and opened my eyes
 If I had cooled my head and warmed my heart
 I'd not be on this road tonight
 
 Carry on
 Never mind feeling sorry for yourself
 It doesn't save you from your troubled mind
 
 Walk down that lonesome road all by yourself
 Don't turn your head back over your shoulder
 And only stop to rest yourself when the silver moon
 Is shining high above the trees
 
 
Ho ripreso questo vecchio post del 2015 per vari motivi uno dei quali è la riproposta del video musicale visto che l'originale non era più disponibile dal web.
Ci sono altri motivi, non tutti poetici e grandi, c'è il fatto che sto camminando da solo da tempo, non fraintendetemi, ci sono persone sulla mia strada ma sono troppo intente a non deragliare dalla loro come probabilmente è giusto che sia. 
Ci sta pure il discorso della solitudine dentro, del cuore triste, dell'anima in subbuglio, degli occhi che piangono spesso etc. perchè chi più ne ha...
Sta di fatto che la strada continua ed il testo di questa bellissima canzone riproposta da un James Taylor invecchiato eppure così nel suo tempo non fa altro che confermare le mie sbalestrate intuizioni.
Siamo miriadi di strade che si incontrano, si incrociano, divergono e, a volte, si riuniscono incredibilmente dopo migliaia di ore , di chilometri percorsi e paesaggi lasciati alle spalle.
Le nostre visioni possono e potranno anche essere condivise ma nessuno potrà mai vederle come le vedono i nostri occhi e le decodifica la nostra anima.
 Per quanto ci si sforzi l'orizzonte è sempre indistinto.
La mia strada mi piace pensare sia come quella della foto che vi propongo e che ho scattato alcuni giorni fa nei pressi di dove vivo ormai quasi da sempre. 
Se volete osservarla con attenzione ci troverete gli alberi, i sassi, il sole, un pò di cielo con le nuvole, tra luce ed ombra e nessuno in vista almeno nella visione frontale. 
La verità è che, con tutta probabilità, forse sto camminando troppo in fretta, dovrei rallentare nella speranza che qualcuno mi possa raggiungere e si affianchi...
 
Gujil