ma il suono continua
ad uscire dai fiori.
Pini scuri sott’acqua
Come uno specchio questa terra si volge dentro di te
E tu diventi una foresta in un lago segreto;
Gli scuri pini della tua mente scendono verso il fondo,
Sogni come nel verde dei tuoi anni,
La tua memoria è una fila di pini che affondano.
Esploratrice, ti dici che non è per questo che sei venuta
Anche se è tutto bello qui, e verde;
Intendevi muoverti con un certo riguardo,
Avevi pianificato una malinconica grazia, un sogno angosciato.
Ma gli scuri pini della tua mente cadono sempre più a picco,
E tu affondi, affondi, addormentandoti
In un mondo elementare;
C’è qualcosa laggiù che vuoi raccontare.
La bellezza dei versi sta nelle cose che affiorano, la nostra vita dovrebbe essere fatta di poesia e invece, spesso è solo scorrere quotidiano di ripetizioni consuete. Serve anche questo, nessuno vuole soffrire, tutti cerchiamo facili soluzioni per non pensare troppo. Poi ci sono anche quelli che non pensano, è la natura.
Gujil
Nel nostro mondo, anche
le farfalle sono stanche
sono stanche di vivere.
Kobayashi Issa
L’haiku è un verso poetico profondamente evocativo nato in Giappone nel XVII secolo. L’haiku si differenzia dalla poesia occidentale per la struttura che vede la successione di tre versi secondo lo schema 5-7-5, uno schema che con la traduzione purtroppo un po’ (spesso molto) si va a perdere (dalla rete).
potenza e respiro, haiku,
dire le cose essenziali;
sono un attimo di luce
in questo buio diurno...
Saffo
Essere soli fisicamente accade a tutti in alcuni momenti, ma ciò è completamente differente dallo sperimentare un senso di solitudine interiore ed isolamento.
In questo caso esiste spesso
una profonda sofferenza, un senso di vuoto.
Non piangete, insetti
– gli amanti, persino le stelle
devono separarsi.
Kobayashi Issa
haiku, piccolo sole lucenti
il mare riflette i suoi raggi;
noi siamo vita, comunque e sempre
anche quando fuori sta piovendo...
Giovanni Prini "Amanti" |
Dalla soglia un uomo guarda,
la casa non riconosce.
La partenza di lei fu come fuga.
Ovunque tracce di scompiglio.
Dappertutto nelle stanze il caos.
La portata della devastazione egli
non vede a causa delle lacrime
e di un attacco di emicrania.
Negli orecchi dal mattino un rumore.
Ricorda o sogna?
E perché nella mente sempre più
gli s'insinua il pensiero del mare?
Quando ai vetri attraverso la brina
non si vede la luce di dio,
doppiamente l'angoscia ineluttabile
somiglia alla solitudine del mare.
Gli era così cara
con ogni lineamento,
come al mare vicine le rive
con la linea tutta della risacca.
Come i giunchi sommerge
la piena dopo il fortunale,
sono scomparsi sul fondo della sua anima
i tratti e le forme di lei.
In anni di travagli, in tempi ,
di vita impensabile
fu a lui su dal fondo sospinta.
dall'onda della sorte.
Tra ostacoli innumeri,
superando i pericoli,
l'onda la portava, portava
e strettamente congiunse.
Boris Pasternak
Giulia Torelli
da "Poesie in bilico"
questo precario equilibrio mi anima,
in bilico, sono sospeso in aria;
oscillazioni minime riflettono
il desideri di evitare lo stallo...
Claude Monet "Pioppi sull'Epte" |
Il vuoto di lunghi anni di distanza
può un attimo colmare,
poiché l’assenza del mago non rompe
l’incantesimo.
Ceneri di mill’anni
scoperte dalla mano
che le nutriva quand’erano fuoco,
arderanno di nuovo, e intenderanno.
Emily Dickinson
ritroveremo ancora i frutti acerbi
che ora sono maturi e carichi
di sapori nuovi e nel contempo antichi,
ci riempiranno ancora bocca e cuore...
Quando il frutto matura, con l’aiuto e l’azione decisiva del tempo e del Sole, la pianta riesce a cambiare la composizione chimica degli acidi contenuti nei frutti e di conseguenza, al posto degli acidi, si trasforma una sostanza denominata fruttosio, zucchero di frutta, che è dolce quanto lo zucchero ma con particolare struttura chimica differente da quella del saccarosio.
Orizzonte
Mare anteriore a noi, le tue paure
avevano corallo e spiagge e alberete.
Sbendate la notte e la caligine,
le tormente ppassate e il mistero,
si apriva in fiore la Lontananza, e il Sud siderale
splendeva sulle navi dell'iniziazione.
Linea severa della riva remota:
quando la nave si approssima, s'alza la costa
in alberi ove la lontananza nulla aveva;
più vicino, s'apre la terra in suoni e colori:
e, allo sbarco, ci sono uccelli, fiori,
ove era solo, di lontano, l'astratta linea.
Il sogno è vedere le forme invisibili
della distanza imprecisa, e, con sensibili
movimenti della speranza e della volontà,
cercare sulla linea fredda dell'orizzonte
l'albero, la spiaggia, il fiore, l'uccello, la fonte:
i baci meritati della Verità
Fernando Pessoa
Accarò |
Dove...quando...
dove stai? dove sei?
solo dentro me.
Cosa fai? come sei?
solo come me.
inventarti qua e là
è gioco vecchio oramai:
bussa già
la fretta di te.
Che farai amore mio,
che sorriso avrai?
Dai tuoi si dai tuoi no
cosa imparerò?
Principessa serena del cielo che avrò.
bussa già
la fretta di te.
PFM
Passa il tempo ma resta invariato
il fascino di questo pezzo, la fiaba;
tutti vorremmo essere felici, spensierati,
perchè non ci accontentiamo di essere sereni?
Gli zolfanelli sono fiammiferi che hanno come couadiuvante all'accensione un bagno di zolfo
sulla punta; è una definizione desueta, tipica della letteratura
popolare del XIX secolo.
Lo zolfanello è un fiammifero di legno impregnato, per un tratto della parte superiore, di
zolfo, per dare facile presa alla fiamma provocata dallo sfregamento
della capocchia fosforica, a base di sesquisolfuro di fosforo.
Ormai
poco comune l’espressione figurata accendersi come uno zolfanello, essere molto facile all’ira.
(dalla rete)
traduzione di Gaetano Negri (1882)
Di sala in sala Paolinetta
Gira e rigira, sola soletta.
Di casa uscendo la sua mammina
Disse: “Ricordati di star buonina”.
Ma se non teme d’esser sgridata
Grida, fa il chiasso quella sventata.
Ecco essa vede sul tavolino
De’ zolfanelli lo scatolino.
“Oh, che grazioso bel giocherello!
Io voglio accender lo zolfanello.
La mamma accenderlo veduto ho spesso,
Io vo’ ripetere quel gioco istesso!”.
E Minz e Maunz, i due gattini
Alzano al cielo i lor zampini.
Gridano: “Il babbo questo non vuole
Più non rammenti le sue parole?
Miao, miao, miao.
Suvvia finiscila con questo gioco
Che c’è pericolo di prender foco!”.
Ai due gattini Paolinetta
Intenta al gioco non può dar retta.
Ecco la fiamma s’accende e brilla,
crepita il legno, scoppia, scintilla.
Tutta contenta la pazzerella
Agita il foco, ride, saltella.
E Minz e Maunz, i due gattini
Gidan: “La mamma questo non vuole,
più non rammenti le sue parole?
Miao, miao, miao.
Suvvia finiscila con questo gioco
Che c’è pericolo di prender foco”.
Ahimè la fiamma la bimba investe
Ardon le treccie, arde la veste.
Corre la misera di loco in loco
Non c’è più scampo, è tutta un fuoco.
E Minz e Maunz inorriditi
Mandano acuti urli infiniti.
Miao, miao, miao,
“Qui, qui venite, venite in fretta,
muore bruciata Paolinetta!”.
E Minz e Maunz, i due gattini
Tergon le lacrime coi lor zampini.
Miao, miao, miao,
“Ahi! babbo e mamma, ahi! dove siete?
Ahi, vostra figlia più non vedrete!”.
Come un ruscello che irriga i prati
Scorron le lagrime dei desolati.
1.- (spec. pl.) Ognuna delle condizioni oggettive che concorrono a determinare un evento e che lo caratterizzano
SIN situazione: c. favorevole; le c. impongono cautela || c. aggravante, attenuante, in diritto, quella che rende più o meno grave un reato, determinando la misura della pena
2.- Condizione momentanea, occasione
SIN congiuntura: trovarsi in c. difficili || parole di c., adatte a qualsiasi occasione, formali, poco sincere e partecipi
(dalla rete)
Camminare per quella strada solitaria tutto solo
Non voltare la testa oltre le tue spalle
e fermati per riposarti solo quando la luna d’argento
risplende alta sopra gli alberi.
Se mi fossi fermato per ascoltare una volta o due
Se avessi chiuso la bocca e lasciato aperti gli occhi
Se mi fossi schiarito le idee e riscaldato il cuore
Non percorrerei questa strada questa notte
Va avanti
Non preoccuparti di commiserarti
Non ti distoglierà dai tuoi cattivi pensieri
Cammini per quella strada solitaria tutto solo
Non voltare la testa oltre le tue spalle
e fermati per riposarti solo quando la luna d’argento
risplende alta sopra gli alberi.