Madre
Quel fumo che offusca nel sogno
i tuoi contorni provati del viso
mi riporta a te, madre,
non contano gli anni passati,
non pesa più il tempo.
Vorrei riabbracciare il tuo corpo
fuori dal disegno dei limiti
rimanere con te a lenire il dolore;
tu, madre, fosti avara di baci,
frugale come alacre fromica
fosti avara di baci e carezze
ma ora mi manca, nel cuore
la stridente tua ruvidezza.
Madre, amami ancora nel buio
di questa vita dispersa, in discesa
come ripida china montana,
proteggi tuo figlio bambino
che ancora ti vuole, ti chiama.
Mai non scorder ò quel sorriso
con cui mi lasciasti sereno
quella sera lontana negli anni
"Ciao" mi dicesti "A domani!"
e ancora mi preme sul volto
la mattutina, lieve, carezza
che presagì quel dolente addio.
Anonimo
del XX° Secolo
"Poesie ritrovate"
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