domenica 28 febbraio 2021

Dal "Diario di un inguaribile vecchio" -2-

Diario di un inguaribile vecchio

 Sempre in un distinto colsi quegli attimi strani, impalpabili
sentieri arguti la mente seguì e contigui;
le stelle dominavano il tutto, sentivo il peso e la gioia eppure
andai lontano dal cuore e dagli occhi...

-2-

Le vicissitudini imperano la vita che scorre, si fondono presente e passato in un chiaroscuro di visioni, di visi.
Il passaggio radente di un corpo ci avvicina alla terra in un ancestrale abbraccio; siamo attimi nel nocciolo di eterno trascorrere di cui ci rendiamo a malapena conto tanto siamo intrisi di assoluta presunzione.
Rimangono in noi sensazioni labili, profumi sfumati di cose che frullano e si mescolano in un caleidoscopico richiamo… intrisi di sogni?
Perduti scompensi?
Desideri inespressi?
Passionali pulsioni?

Realtà fin troppo disinvolte presentano requisiti minimi alla sopravvivenza, siamo spirito animale che difficilmente sappiamo dominare così, in attimi di lussuria perduriamo il senso di quello che in fondo siamo...
Stemperati dai sogni ci illudiamo di amare a livelli altissimi, invece il nostro essere profondo spesso prevale e ci macchiamo di indicibili gesti quando il nostro animalesco prevale sull'autocontrollo...
Il vento ora accarezza il mio viso, le rughe, il colore sfocato degli occhi; ancora so piangere ma mi nascondo per farlo così sottraggo al giudizio il mio essere intero; cullato da un flebile rimpianto guardo lontano in questa luce che è sempre crepuscolo.       
La scia della bruma contorna le rive del fiume, sotto il pelo dell’acqua prevale il silenzio.
Cammino la riva, inciampo sassi scivolosi e gelati, aspetto il mattino, come i tanti nelle tante città.., ma devo uscire dal sogno, devo tornare al mio giornaliero  e piccato disappunto.
Il suono del mondo ricomincia la sua sinfonia quotidiana, ma io, in un impeto assurdo di megalomane afflato, mi abbraccio da solo in un tenero gesto di intimo amore, poi vado.
Quello che sono fatica  a contenermi, il mio profondo scalpita nell'intento di uscire e gridare, cerco di darmi un contegno, rientro a fatica nel ruolo richiamato dal borbottio rassicurante della caffettiera sul fuoco.
 
Claude Monet
"Campo di fiori e mulino a vento"

sabato 27 febbraio 2021

Silenzio... "Un bel tacer..."

Con silenzio
(dal latino silentium, derivazione di silēre: "tacere, non far rumore")
si intende la relativa o assoluta mancanza di suono o rumore; un ambiente che produca suono inferiore ai 20 decibel viene solitamente considerato silenzioso.
In senso figurato, può indicare l'astensione dalla parola o dal dialogo.
La pratica del silenzio (inteso non solo come astensione dalla parola, ma anche come tentativo per ridurre la quantità di pensieri, placare l'attività frenetica della mente e trovare così il silenzio interiore) viene considerato una forma di disciplina spirituale presso alcune forme di religione e spiritualità.
Questo avviene particolarmente in quelle orientali: ad esempio, nel contesto induista, il silenzio è una delle forme di sadhana
(presso la religione induista, il termine sadana indica la disciplina spirituale, ovvero l'insieme di tutte quelle pratiche, rituali, austerità che vengono eseguite con regolarità e concentrazione, con lo scopo di ottenere Moksha, la liberazione).
(da wikipedia)
.

Infinitesimi si spaccano al tocco
di mani che cercano intime reciprocità,
siamo a coprire pregiudizi arcaici,
stiamo inchiodati a responsabili atti...

 

 

Io mi sono coperta di parole
perché nessuno trovi il silenzio in cui sto.

Marie Noël

Un bel tacer non fu mai scritto” è’ un noto proverbio italiano il cui significato è: “la bellezza del saper tacere al momento opportuno non è mai stata lodata a sufficienza”.
Questo proverbiale modo di dire è da molti attribuito a Dante Alighieri, ma è più probabile che si tratti di una leggera variazione di un verso di Iacopo Badoer, un librettista e poeta italiano vissuto nel XVII secolo.
(dalla rete).

venerdì 26 febbraio 2021

In Febbraio

Se tu venissi in autunno

Se tu venissi in autunno,
Ia scaccerei l'estate,
Un po' con un sorriso ed un po' con dispetto,
Come scaccia una mosca la massaia.
Se fra un anno potessi rivederti,
Farei dei mesi altrettanti gomitoli,
Da riporre in cassetti separati,
Per timore che i numeri si fondano.
Fosse l'attesa soltanto di secoli,
Li conterei sulla mano,
Sottraendo fin quando le dita mi cadessero
Nella Terra di Van Diemen.
Fossi certa che dopo questa vita
La tua e la mia venissero,
Io questa getterei come una buccia
E prenderei l'eternità.
Ora ignoro l'ampiezza
Del tempo che intercorre a separarci,
E mi tortura come un'ape fantasma
Che non vuole mostrare il pungiglione.

Emily Dickinson
da “Tutte le poesie"


John-Atkinson-Grimshaw
"Benvenuto"
 

non importano mesi o stagioni, il freddo,
rialzo il bavero del mio profondo istintivo
fuori non resta che un lontano cogliere attimi,
nel dubbio di un comportamento consono...

 siamo preda sempre di incidibili dubbi,
crediamo di sapere, immaginiamo, pensiamo;
le distrazioni del tempo portanto linee di incertezza.
I più non sanno, non capiscono...
Succede da sempre, nel tempo, magari in Febbraio.

Gujil

giovedì 25 febbraio 2021

Viole di fine inverno

Viola del pensiero

Una pianta di piccole dimensioni che produce fiori simili a farfalle nelle diverse tonalità di colore che spaziano dal bianco al viola o al blu elettrico. La viola del pensiero ama il sole, è resistente alle avversità e facile da coltivare sia in piena terra sia in vaso sui davanzali delle finestre e in fioriere sui balconi e sulle terrazze anche per chi non ha il pollice verde.
Esistono diverse varietà di viola del pensiero alcune anche profumate che fioriscono fino alla primavera avanzata, fino i primi giorni di Maggio se concimate regolarmente con un fertilizzante specifico per piante da fiori, se il terreno viene mantenuto sempre umido ma mai fradicio e si eliminano via via i fiori appassiti.
La fine dell’inverno è quasi vicina e, ad annunciarla, sembra se ne prodighino le profumatissime viole, già sparse in generose macchie nei prati incolti a febbraio inoltrato. La viola mammola (Viola Odorata L.) da tempi antichissimi affascina l’uomo per la regale eleganza, la vellutata morbidezza, ma soprattutto la deliziosa fragranza dei suoi amabili piccoli fiori.
Secondo un mito greco, mentre Persefone risaliva gli Inferi dopo l’inverno, spuntavano violette profumate là dove toccava la terra con i suoi piedi. Molte dee, tra le quali Afrodite, venivano rappresentate con corone di viole

Viole di fine inverno

Infine accorse irrefrenabile desiderio
di cose ritenute ai più stolte,
vaghezze intinte e solitari gesti
in questo mare che sono. 
Distolti dall'intento
più non fummo soli e smise
l'intimo contatto il tocco
che non potè sfociare.
Nel senso del tornare domande
e stupide risposte, sciocchezze.
Le viole dell'inverno, sul ciglio,
ancora negli occhi...
 
Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"
 
Violette di Febbraio
Sulla riva del ruscello, appena desto dal sonno dell'Inverno trema un ciuffo di violette sbocciate al primo sole.  
La corolla delicata si piega alla brezza lieve, mentre le foglie si stringono allo stelo e sospirano: Verrà, verrà Primavera!
Grazie, piccole viole di Febbraio: il vostro annuncio è bello e dà tanta speranza di sole, di cielo azzurro e di canti festosi (dalla rete).

mercoledì 24 febbraio 2021

Lawrence d'America

 

E' morto ieri, lo amavo...

 
Dove sta amore
Dove giace amore
Dove sta amore
Qui giace amore
La tortora-amore
In lirico deliquio
Ascolta il canto dei monti dell'amore
Il vero canto della volontà dell'amore
Il sommesso canto delle pianure dell'amore
Troppo dolce canto di dolore
Nei vicoli della notte
Dove sta amore
Qui giace amore
La tortora-amore
Dove sta amore
Qui giace amore

Lawrence Ferlinghetti
(A Coney Island of the mind) 

Where lies love
Here lies love
Where lies love
Here lies love

The ring dove love
In lyrical delight
Hear love's hillsong
Love's true willsong
Love's low plainsong
To sweet painsong
In passages of night
Where lies love
Here lies love
The ring dove love
Where lies love
Here lies love


colombe avvinghiate e strade polverose,
America che percorsi e profondamente...;
paesaggi brulicanti di emozioni, vere,
quando muore un poeta si spegne una stella...

martedì 23 febbraio 2021

Rimprovero

Luigi Bechi
"Il rimprovero"

rimpròvero 
sostantivo maschile
 [der. di rimproverare]. 
-TRECCANI-
 
L’azione di rimproverare, il fatto di venire rimproverato, e il modo, le parole con cui si rimprovera: fare, muovere, infliggere, ricevere un r., rimproveri; non prendere il mio discorso come un r.; gli gettò un’occhiata di r.; cominciò a parlare con tono di r.; mi faccio r. di non aver compreso le sue buone intenzioni; r. forte, acerbo, grave, severo, dolce, gentile, giusto, ingiusto, inopportuno, tacito, timido. In partic., nel regolamento di disciplina militare, sanzione disciplinare prevista per ufficiali e sottufficiali (r. semplice, inflitto per scritto dal colonnello comandante o da autorità superiori; e r. solenne, inflitto agli ufficiali da comandanti di grandi unità e ai sottufficiali dal comandante del corpo o da autorità superiori, e comunicato alla presenza dei militari più elevati o più anziani di grado del punito), e per i graduati di truppa (solo nella forma del r. solenne) (dalla rete).
 
la vita ci rimprovera ed educa, ci sgrida,
le nostre quotidianità sono infarcite di errori;
si sbaglia per mille, stupidi, futili ragioni,
imparare è un verbo che dobbiamo sentire..

 

Ahimè! Ah vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene
di sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più
sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato
in tanti nodi,
la domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre –
Che cosa c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?
Risposta
Che tu sei qui – che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso

Walt Whitman

lunedì 22 febbraio 2021

dal "Diario di un inguaribile vecchio" -1-

Diario di un inguaribile vecchio

 le sterminate ipotesi di viaggio includono
luoghi, volti, arcani pensieri e tratteggi;
fisicamente si soffre la mancanza, il contatto tattile,
la sola mente non basta, non bastano gli occhi..
.

-1-

I pensieri che si affollano sono solo attimi di un indicibile sensazione di vago torpore, è il senso storico delle cose, le implicazioni che hanno nella nostra vita, il nostro perdurare in fìgurative impressioni.
Così ci si ritrova in situazioni bizzarre nei tentativi di recuperare terreno verso le cose che hai sempre coccolato ma che avevi nascosto da qualche parte, giù in fondo in angusti riposti dell'anima o della mente.

Ormai l'età ci dovrebbe addomesticare alla vita, rendere lineari ed univoci, senza sbavature nel compiere i compiti del quotidiano con pause sempre più brevi e limitate negli spazi, nel tempo e nel privato.
Sono ancora parte di uno sparuto gruppo che ama le poesie, la musica che non fa rumore, la potenza di sinfonie evocative; amo ancora procedere nei campi bagnati dalla rugiada, sentire il richiamo della cinciallegra, vedere le ultime foglie che cadono.
La potenza di un ricordo, la bellezza di un viso sagomato dal tempo, queste sono cose che molti ritengono tempo usuale e corrente; per me sono briciole di eternità.
Cammino molto, lo sguardo basso sulla via forse alla ricerca di qualcosa che ho perduto ma so di poter ritrovare... un concetto..? un'astrazione..? una melodia..?
La musica è ancora una costante, un richiamo di delimitata potenza che riesce in parte ad arginare la prorompente cascata dei desideri e dei rimpianti; la musica c'è sempre e comunque, a dispetto di travagli e sensazioni sospese.

Continua la processione dei miei intenti, inerme carovana del mio dualismo costantemente percepito e perseguito.

Piet Mondrian
"Filare di 11 pioppi in rosso, giallo e blu"

domenica 21 febbraio 2021

Protocollo cittadino #37


  Protocollo cittadino #37

Muoversi tra dubbi e concatenazioni è difficile,
le situazioni convergono, schizzano nella mente,
perchè deve essere tutto "così difficile..." ci chiediamo spesso
eppure nelle difficoltà si celano grandi cose, immense.
Il fluire della vita ci riserva inaspettate sorprese, sempre,
sta a noi saperle cogliere, gestirle, ritagliare nuovi ruoli, trovare spazi,
noi siamo anime leggere o pesanti, a seconda, dipende dal vento;
la nostra vela si gonfia o si affloscia
ma il mare è lo stesso da sempre,
impetuoso o in bonaccia, con le sue infinite correnti.
La mia vita, la mia passione, mi porta anche a fare cose indicibili,
fotografie di momenti che tutti vorremo, ma manca spesso il coraggio.
Mi chiedo ragione di troppo, violento il mio essere, eppure
un seme germoglia nel mio io più profondo, giù, più dentro,
lo coccolo e accarezzo, lo vedo, così fragile, tenero, esposto,
travolto dall'evento cerco la giusta cadenza del mio respirare...

Gujil

sabato 20 febbraio 2021

Ritorni

In psicologia, l'inibizione di ritorno (Inhibition of Return, IOR) è la tendenza ad evitare di riorientare l'attenzione su posizioni spaziali od oggetti già esplorati. Sperimentalmente la IOR si può osservare, rispettando determinate circostanze, in un compito di orientamento attentivo con indizi simbolici periferici. Quando le latenze sono più grandi in risposta ad un target che appare in una zona precedentemente segnalata da un indizio rispetto ad una zona non segnalata si può parlare di IOR. La IOR faciliterebbe l'esplorazione di nuove posizioni spaziali e di nuovi oggetti, precedentemente non esplorati nella ricerca visiva, favorendo così un'interazione con l'ambiente più efficace.
L'inibizione di ritorno è stata descritta per la prima volta da Michael Posner e Yoav Cohen i quali hanno trovato che, contrariamente alle aspettative, i tempi di reazione si allungano se il tempo tra cue e stimolo supera un certo valore (wikipedia).

 
Torna amore

Torna amore
vela delicata e libera
che occupi
il pensiero della mia terra
sto morendo sulla grandiosità di un fiume
che è rosso di desiderio
e vorrebbe
travolgere il tuo amore

Alda Merini 

tornare, un lusso concesso a pochi,
per ogni ritorno c'è stata partenza,
partenza che significò addio, "vado",
e tristezze infinite negli occhi...

Tornare invece è così appagante, bello, pensate a un ritorno in un posto amato e da tempo relegato ai ricordi, immaginate una persona che non è mai uscita da voi anche se sommersa da migliaia di corpi circolanti.
Immaginatevi quando in un sogno rivedete volti cari che tornano presenti e vividi, le emozioni sono forti, fanno a volte vacillare ma riempiono l'anima, e questo è impagabile.

Gujil

venerdì 19 febbraio 2021

Amnesia

Amnesia

Giorno per giorno qualche nome si eclissa
dalla mia lingua e dalla mia memoria,
usuali parole come sedia bottiglia
Oh, trafelate corse per riprenderne
possesso! Annaspo naufrago
in un mondo che sempre più smarrisce
i suoi eoni, balbetto
come Mosè presso il roveto ardente.
E con nervoso tremito pronuncio
casa farfalla mela
per esorcizzare la buia notte
che si avanza a grandi passi;

ma poi casa precipita, farfalla
si polverizza in porpora,
mela mi è tolta divorata dal verme
che abita il mio cervello.

Come mi muoverò, poeta senza
gli amati nomi succo delle cose,
tra i buchi d’un saccheggiato universo?

Fernando Bandini

qualche altro nome si riaffaccia, ritorna,
continuo a giocare con parole dure, scarne,
eppure il significato è chiaro, lampante;
mi rifugio ancora in questa mia mano...
 
L’amnesia 
indica la perdita o diminuzione notevole della memoria, sia generale, estesa cioè a tutti i ricordi, sia parziale, limitata a determinati ricordi, nomi, ecc; nel linguaggio medico si distinguono: l’amnesia lacunare, che colpisce isolatamente gruppi di ricordi; l’amnesia retrograda, che inibisce la rievocazione di ricordi precedenti l’avvenimento che l’ha causata; l’amnesia anterograda, che provoca l’incapacità di ricordare fatti successivi all’evento vissuto (dalla rete - Treccani).

giovedì 18 febbraio 2021

Dove comincia il mare

 Il mare
per molti è solo una vasta distesa di acqua 
che avvolge le terre emerse.
Come definizione non fa una grinza eppure...
Se pensiamo al mare ci vengono in mente ampi spazi caratterizzati da calma e sensazione di frescura e profondità di respiri, 
profondi come il mare insomma.
Mare però significa anche immensità nella quale perdersi 
o affogare i propri malumori e i propri sogni.
Mare è anche desideri sfrenati, tutti vorremmo aver un mare di...
Mare insomma è qualcosa di fisico 
che si proietta in noi creando scompiglio.
 

Dove comincia il mare

Dove finisci tu comincia il mare
orme solitarie su spiagge infinite
e refoli di vento scompigliano
ciò che di me in battigia rimane.

Scampoli di tempo arrancano
alla ricerca di spazi in cui sostare
dove possa il tuo capo appoggiare
sul grembo del mondo il tuo pensare.

Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"

mercoledì 17 febbraio 2021

In alto

 In alto

Fuor della tenebrosa aspra boscaglia
Che s’inerpica su senza un sospiro,
Bianca di neve nel terso zaffiro
Del ciel la smisurata alpe si scaglia.

Dal vertice che i nugoli frastaglia,
Di tra le nevi immacolate io miro
L’immenso ciel che si profonda in giro,
L’immenso pian che sotto a me s’agguaglia. 

Tra bieche nubi sfolgorando cade
Il sol travolto, e dell’eterno gelo
A poco a poco lo stupor m’invade. 

Con lente rote un tacito avvoltojo
Sovra il mio capo si raggira in cielo: —
Son troppo solo e troppo in alto: io muojo.

Arturo Graf

Come locuz. avv., in alto, a grande altezza, in luogo alto, verso l’alto: guardare, portare, collocare in a.; andare in a., innalzarsi; 
tutti vorremmo stare in alto e guardare giù, essere all'altezza di tutto, prevaricare le cose del mondo.

salire, salire, salire, il cielo, un paradiso,
mani che vogliono raggiungere, toccare,
umidi approdi, colline ancestrali;
come sempre il pensiero non basta...

martedì 16 febbraio 2021

Invocazione

L'invocazione

 – O bianche pellegrine, m'accogliete
nel vostro stuol. Se un male o una follìa
dal mio cammino arido mi svia,
voi saggie guide a stolto cuor sarete.

Alacri ha il sogno l'ali. Irrequiete
ma ben fiacche il voler. La lunga via
deserta io temo. Anela ad ogni ombria
mi fa sostare insaziata sete. 

Indugiarono a udir la mia preghiera
le pellegrine, e con un parco gesto
mi ammiser nella loro esigua schiera. 

Ond'io seguii le mie suore novelle,
cercando in cielo con fervor ridesto
il mio fior d'oro tra un fiorir di stelle.

Amalia Guglielminetti

 

Jean-Honoré Fragonar
"Invocazione dell'amore"

Louvre - Parigi
invocazióne
[dal lat. invocatio -onis] -TRECCANI- 

1. L’atto di invocare, come richiesta o implorazione di soccorso, di aiuto, di protezione: l’invocazione di Dio o del nome di Dio; le invocazioni dei fedeli, dei miseri a Dio; la Vergine esaudirà le nostre invocazioni di aiuto; essere insensibili alle invocazioni della povera gente
2.
Più spesso, le parole o le grida con cui si invoca: si sentivano lontane invocazioni di soccorso. In partic.: a. Nei documenti pubblici e privati del medioevo, formula (invocazione verbale) o simbolo consistente per lo più in un chrismon o in un segno di croce (invocazione simbolica), con i quali si usava iniziare l’atto nel nome della divinità. b. Parte della protasi di un poema nella quale il poeta chiede ispirazione e assistenza alla musa o alla divinità.

i percorsi della vita, duri, sentieri
per nascondere svolte improvvise;
siamo balia di forze possenti, antiche
difficile riuscire a destreggiarsi...

lunedì 15 febbraio 2021

Frenarsi

Sonetto 27 

Consunto da fatica, corro presto a letto
caro ristoro al corpo distrutto dal cammino; ma allor nella mia testa s’apre un’altra via a stancar la mente or che il mio corpo ha tregua. Svelti i miei pensieri da lontano ove dimoro volgono in fervido pellegrinaggio a te e tengono spalancate le mie palpebre pesanti scrutanti quelle tenebre che il cieco sol conosce: ma ecco che la vista immaginaria del mio cuore presenta la tua ombra al mio sguardo senza luce, che, simile a diamante sospeso nel buio più nero, fa la cupa notte bella e il suo vecchio volto nuovo. Così di giorno il corpo, di notte la mia mente per colpa tua e mia non trovano mai pace.

 William Shakespeare

pochi attimi bastano a frenare
impeti, passioni, ardori che sento;
un vecchio gentleman ironico sorride
al torrente agitato che sono dentro...

frenarsi

1.- (senso figurato
dimostrazione di o comportamento 
con cosciente autocontrollo etico e morale
 
2.- (senso figurato)
contenersi, darsi contegno

domenica 14 febbraio 2021

Implicazioni sentimentali

Implicazioni
sentimentali

I
Ineluttabili dorsali profilano
orizzonti di cieli saturi
si sfilano gli alibi stanchi
di maturi, improbabili, amanti.
Le vie del centro città,
la gioia, la paura, la sorpresa
rimane da sempre sospesa
una vena di dubbio, d’attesa.
Macerie le nostre certezze
bufere nei volti riaffiorano,
sorrisi, ricordi lontani, preghiere
come furtive tentazioni represse
in istanti di lievi tenerezze.

II
Futuribili momenti scatenano
pensieri, passioni, tormenti
dell’anima che ancora desiste
come debole riparo a tempeste
che il cuore produce, scatena;
lo stomaco sfarfalla e risente
di ansie non più dominate e
sfugge improvvisa alla mente
la sensazione di vago, l’istante
che indugia, percorre le vene,
si staglia sul volto, tra i denti
deliziosi rivoli e dolci parole.

III
Siamo giorni di sole, di pioggia,
frustati da gelidi venti dai monti,
calmati da lievi brezze marine,
siamo quando insieme proviamo
condivise emozioni e tristezze
e sorrisi tra sguardi che vedono ancora.
Il mondo degli altri è presente ma fuori,
oltre il mio essere compatibile incastro
di un complicato andirivieni di tessere
che compongono il mosaico, la trama.
Il cuore violentemente scoperto ora ha freddo,
 cerca il corpo un tiepido abbraccio, una prova
che induca la mente a rassicuranti pensieri
mentre gli stupiti occhi ancora non credono.

Anonimo
del XX° Secolo
da “Le implicazioni Sentimentali”

 

René Magritte
"Gli amanti"

Non ci sarebbero pagine, articoli e parole per descrivere la bellezza che questo dipinto rappresenta, gli Amanti di Magritte. L’emozione che in un sola opera traspare, l’amore di due persone che purtroppo non possono uscire alla luce del sole, la caratteristica del velo che li copre, come se appunto si dovessero nascondere dal mondo intero; ma l’amore non si può camuffare, l’amore non ha veli, l’amore non ha nascondigli. L’amore, quello vero, lo vedono anche gli occhi più oscuri, anche gli occhi più malvagi, l’amore quello vero, reale, visto anche da chi tante volte non vuol neanche vedere. E questo dipinto è la netta, chiara rappresentazione di ciò che unisce gli amanti, perché alla fine  è proprio così le storie più ardue, più difficoltose sono quelle che nutrono un sentimento vero, sentimento che non ha filtri, amore che non conosce età, difficoltà, situazioni impossibili.
René Magritte decide improvvisamente di regalare con quest’opera qualcosa di mai visto prima, qualcosa che soprattutto in quel periodo storico non era assolutamente ammissibile, periodo in cui la purezza, il matrimonio, la fedeltà erano al centro sia della vita tradizionale e culturale della società e principale anche nella vita economica, essendo il matrimonio il più grande “contratto” di eredità del tempo.
Magritte con una sola opera descrive quello che in realtà non si poteva rappresentare.
Questo rapporto tra visibilità e di invisibilità, dei volti dei due amanti, rimandano ad un aspetto utopistico di un  ipotetico sogno, che forse sogno non è. (dalla rete)

sabato 13 febbraio 2021

Desiderio

Desiderio

  Solo il tuo cuore ardente
e niente più.
Il mio paradiso un campo
senza usignolo
né lire,
con un fiume discreto
e una fontanella.
Senza lo sprone del vento
sopra le fronde
né la stella che vuole
essere foglia.
Una grandissima luce
che fosse
lucciola
di un’altra,
in un campo di
sguardi viziosi.
Un riposo chiaro
e lì i nostri baci,
nèi sonori
dell’eco,
si aprirebbero molto lontano.
Il tuo cuore ardente,
niente più.

Federico Garcia Lorca

Desiderio (da wikipedia)
è uno stato di affezione dell'io, consistente in un impulso volitivo diretto a un oggetto esterno, di cui si desidera la contemplazione, oppure, più facilmente, il possesso e/o la disponibilità. La condizione propria al desiderio comporta per l'io sensazioni che possono essere dolorose o piacevoli, a seconda della soddisfazione o meno del desiderio stesso. Dolore morale per la mancanza della persona amata o dell'oggetto o condizione di cui si ha assolutamente bisogno, ma anche la gradevole e coinvolgente sensazione di poter presto rivivere un momento o situazione in qualche modo piacevole, che la mente riesce a rievocare in modi più o meno evanescenti e/o realistici rispetto a percezioni di esperienza effettivamente vissuta.
 

giorno speciale di un cuore in allarme
non conosco le storie, l'abisso del tempo;
eppure io lo sento contiguo, continuo,

spiccano cicatrici che trasmettono gli occhi...