mercoledì 31 gennaio 2018

Frammento...

...non ho che i pensieri,
le idee, i sorrisi nascosti;
innumerevoli angoli cozzano
nelle mia mente, acuti;
i sogni distorti affiorano veglie
sempre più lunghe, stancanti...
 
Anonimo
del XX° Secolo - frammenti ritrovati
 
 In filologia, un frammento è una frase o porzione di testo largamente corrotto o lacunoso sulla quale si cerca di ricostruire l'opera originaria oppure il pensiero dell'autore. Il frammento, insieme all'opera eventualmente pervenuta completa, è una fonte primaria.
 

martedì 30 gennaio 2018

Le ore al mare

Un'altra marina molto bella, serena, lontana;
sembra il mio mare, lo scorcio che protende la terra nel blu profondo e distante.
Oltremare ho gettato le reti della mia anima, il mio cuore.
Le ore serene, passate, vissute e quelle a venire, prossime, venture.
Il pensiero è costante, indelebile come i ricordi che sfumano in visi sfocati, cari e angolati di luce riflessa, di comune senso del tempo e dello spazio.
Mi muovo in contesti angusti ma ancora sicuri.
Gujil

Io ho amato le ore al mare
 
Io ho amato le ore al mare, le città grigie,
Il fragile segreto di un fiore,
La musica, le poesie scritte
Che mi hanno dato il cielo per poche ore;
 
Le prime stelle sopra una collina imbiancata,
Le voci sagge e gentili che ho ascoltato,
E il grande sguardo dell’amore, a lungo nascosto,
E nell’incontro degli occhi infine trovato.
 
Profondo è l’amore che ho dato e avuto –
Oh, quando il fuoco del mio spirito andrà a scemare,
Lasciami l’oscurità e la quiete,
Io sarò stanca e felice di andare.
 
Sara Teasdale
traduzione di Paolo Statuti
 
Giuliana Liguori
"Marina"
Olio su Tavola con tecnica a sabbia, 70x50





 



il mio mare,
così lontano,
non lo amavo una volta,
ora si,
è diverso,
mi attende,
mi coglie;
lambisce le ferite sparse...

lunedì 29 gennaio 2018

Haiku

Quattro haiku

 

1.
sessanta lune:
i petali di un haiku
nella tua bocca:

Risultato immagine per haiku

2.
l'acquario acceso
distribuisce le rane
tra le cisterne:

3.
è il primo vino:
calda schiuma che assaggio
sulla tua lingua:

4.
pagina bianca
come i tuoi minipiedi
di neve nuova:


Edoardo Sanguineti

da “Corollario – Poesie 1992-1996”, 1997

 
mi piacerebbe poetare come i tanti,
quelli bravi, quelli amati e letti;
sono solo un saltimbanco di parole,
flussi disgiunti che stanno bene insieme...

 
Risultato immagine per haikuLo haiku (俳句? [häikɯ]) è un componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo.

Generalmente è composto da tre versi per complessive diciassette more (e non sillabe, come comunemente detto), secondo lo schema 5/7/5. Inizialmente indicato con il termine hokku (発句? lett. "strofa d'esordio"), deve il suo nome attuale allo scrittore giapponese Masaoka Shiki (1867-1902), il quale coniò il termine verso la fine del XIX secolo, quale forma contratta dell'espressione haikai no ku (俳諧の句?, letteralmente "verso di un poema a carattere scherzoso").

Il genere haiku, nonostante già noto e diffuso in Giappone, conobbe un fondamentale sviluppo tematico e formale nel periodo Edo (1603-1868), quando numerosi poeti tra cui Matsuo Bashō, Kobayashi Issa, Yosa Buson e, successivamente, lo stesso Masaoka Shiki utilizzarono prevalentemente questo genere letterario per descrivere la natura e gli accadimenti umani direttamente collegati ad essa.

 (da Wikipedia)

 

domenica 28 gennaio 2018

Epigrafe


Epigrafe
 
Correva insieme a stelle cadute,
cadeva, riprendeva la corsa;
ora risiede nel tempo, nel cuore,
immagine sola e perpetua.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 


 
Epigrafe [e-pì-gra-fe] - s.f. - Sabatini Coletti
1.- Iscrizione commemorativa e celebrativa su tombe, stele, monumenti ecc.
2.- archeol. Iscrizione su pietra, terracotta o altro supporto diverso dai normali materiali scrittori
3.- Dedica o citazione in fronte a un libro

 
 
 
 
 

sabato 27 gennaio 2018

Ira

Un impeto dell’animo che si sfoga fino alla vendetta, questa è l’ira. Uno vi cade perché vuole respingere un’ingiuria superandola di gran lunga non solo con altre ingiurie verbali ma anche con azioni concrete. L’ira se non viene domata può sempre esplodere anche contro i nostri principi morali. Quando però nel nostro cuore si annida l’odio, che è un profondo sentimento, deliberatamente voluto, di grave avversione e ostilità verso una o più persone, sì da essere indotti a fare o anche solo a desiderare per loro del male, allora l’ira ha il suo campo aperto.
    
vivere irrequieto irrompe
in scatti incontrollabili d'ira,
vorrei trattenermi ma non posso
le sfere dell'infinito ruotano,
le discordie affiorano e alimentano
un stato di ribellione costante...

Gujil


Giovanni de Min
“I Sette Vizi capitali trainano il carro di Satana”, particolare da Il Giudizio Universale (1847- 1848),
Chiesa di San Michele Arcangelo, Mirano, Venezia

L'ira non è l'occasionale esplosione di rabbia:  diventa un vizio in presenza di un'estrema suscettibilità che fa sì che anche la più trascurabile delle inezie sia capace di scatenare una furia selvaggia.
Ogni soggetto con problemi di rabbia probabilmente sperimenta situazioni in cui la rabbia è una risposta adeguata ed appropriata. In ogni caso si tratta di un comportamento invalidante. Un piccolo consiglio: metti su carta tutta la vicenda, per poterla rileggere dall’esterno, in questo modo ridimensionerai l’accaduto e capirai che non sono quegli episodi a crearti rabbia.
Dobbiamo imparare a rallegrarci di più, a ridipingere la vita di nuovi colori, e imparare ad apprezzarci di più; così facendo le cose andranno certamente molto meglio per tutti. Non si tratta di semplicistico ottimismo, ma di liberarsi dal male del quale e’ possibile liberarsi di sicuro: quello che dipende da noi stessi (dalla rete).

venerdì 26 gennaio 2018

Mezzo inverno...


Per una ballata di mezzo inverno
II

Cade ogni cosa si svena
a un certo punto del tempo. Così del giorno livido
rimane una fondiglia di brusii,
finché un grido dalle case
annerite piomba le aie della Castagnola in un silenzio
appena segnato da uno strido d'uccello
insonne (o già dei notturni)
sperso nella macchia.
Ancora per poco guarderemo la sera,
il barile di pioggia che si riempie d'ombra,
la giacca che fa da bandiera
da misura del vento sulla cima del palo.
Poi nessuno al pozzo vorrà più andare,
tentare una sortita dalla cinta di siepi:
dal buio verranno le paure sottili,
dalla bocca di miele dell'esperto
in favole pagato dai padroni.


Paolo Bertolani

da "Il miele e il fiele"
 
Un sottomarino tedesco attende un segnale vicino alla costa inglese. Sono i preparativi per un possibile sbarco e invasione della Gran Bretagna durante la Prima guerra mondiale. Ad appoggiarli segretamente, il tradimento del maggiore Vortigern Welsh, ufficiale dell'esercito di Sua Maestà, completamente soggiogato dal fascino della conturbante moglie e spia tedesca, lady Rowena.
Ma la posta in gioco è troppo alta, e a Stonehenge si mobilitano le forze della Magia: Oberon, Puck, la Fata Morgana. Temendo infatti la calata dei vari troll, Nibelunghi e fate continentali, decidono di risvegliare Mago Merlino e di passare al contrattacco. Non entreranno direttamente negli affari umani, ma cercheranno di mutare il corso degli eventi attraverso un complice ignaro.
E la scelta non potrà cadere che su un giovane marinaio - Corto Maltese - disteso a dormire proprio tra le rovine di Stonehenge...
Sogno di un mattino di mezzo inverno è un divertente racconto breve a fumetti, ispirato sin dal titolo parafrasato alla famosa commedia di William Shakespeare, realizzato da Hugo Pratt nel 1972 ed ora presentato in una nuova edizione della Rizzoli-Lizard nella collana dedicata ad uno dei più grandi maestri del fumetto internazionale. Un racconto in cui non mancano ironia, azione, amori mancati, riferimenti storici e letterari, insomma i tipici ingredienti che contraddistinguono le storie del nostro eroe, figlio di una gitana spagnola e di un marinaio inglese, che attraversa i mari dei cinque continenti nei primi decenni del secolo, collezionando le più disparate avventure. Unico neo del volume è la brevità: le trentatrè pagine del fumetto si leggono infatti in un batter d'occhio e rimane forte la voglia di seguire Corto nei suoi viaggi intorno al mondo (dalla rete).
 
il giro di boa, è arrivato,
ora si torna all'inizio, la luce,
è di nuovo potente e lunga,
io aspetto, come sempre, calore...

giovedì 25 gennaio 2018

Alberico Sala

 
Scrittore, poeta e critico d'arte italiano, Alberico Sala, lombardo di Vailate, paese della Gera d'Adda (contrada dove nacquero il Caravaggio e lo Straparola) sin da giovane, si avvia alla carriera giornalistica. Diventa - dopo aver lavorato a Bergamo e Roma negli anni '60 - critico cinematografico del Corriere d'Informazione, in cui Montale è critico musicale.
Inaugura la pagina d'arte del Corriere della Sera insieme a Dino Buzzati, quotidiano nel quale ritorna nel 1978, dopo essere stato, per cinque anni, titolare della critica d'arte de Il Giorno. Fervido scrittore con "La prigione verde", e "Piazza del Duomo", si fa benvolere da critica e pubblico, ma nella sua arte troviamo anche titoli di poesia: "Epigrafi e canti" del 1957, "Sempre più difficile", vittoria nel Premio Cervia nel 1960. Poesie di Alberico Sala sono incluse nelle più autorevoli antologie, da quella di Anceschi e Chiara a quella di Falqui, di Ravegnani e Titta Rosa a quella di Quasimodo.
È stato tradotto in varie lingue, tra cui l'arabo. Sebastiano Grasso ha ricordato sul Corriere della Sera che <
(Vittoria Esperia).
 
 Un'intimità sensibile e sofferta è alla base della poesia di Alberico Sala, poeta cremasco (Vailate, Cremona 1923-1991), che fu critico letterario, artistico e cinematografico per l'Eco di Bergamo e il Corriere d'Informazione.
opo la guerra, tra il 1945 e il 1955, Sala sviluppò i suoi temi di viva memoria, esprimendo un linguaggio chiaro che già superava l'ermetismo in una direzione quasi prosastica.
Ne nacque una poesia impregnata di realismo sì, ma anche capace di raccontare compiutamente, sebbene con pudore e timidezza, i sentimenti: i giorni dell'adolescenza, il ricordo del padre e della madre, la vita familiare nella pianura bergamasca.  
La prima sua raccolta è “Epigrafi e canti”, del 1957.
Qui spicca un legame forte con la terra, con la pianura ghiaiosa che si estende fra tre grandi fiumi lombardi: nelle prose del “Nido di ghiaia” il poeta afferma “...La mia Bassa, adacquata dall’Adda, dal Serio, dall’Oglio, sempre più si riappropria i miei giorni, muta in lusinghe i disagi, in doni le assenze.
Il silenzio delle contrade, appena sfiorate dal benessere, dai ponti dell’effimero, non isola, riattiva i contatti naturali, riporta le stagioni; la nebbia non confonde, ma raccoglie.
È la mia terra, che non ho mai barattato con la carta. Anzi, neppure terra, ma ‘gera’, cioè ghiaia, proprio dell’Adda, fiume erratico, vagabondo nei secoli, per la forza delle piene e del vento...”.
Più avanti Sala innesta altri temi profondi: la città e la condizione del vivere nella vita moderna, dimostrandosi così attento a cogliere i mutamenti di costume nella società opulenta degli Anni '60.
La memoria però ritorna a quella terra natale tanto amata: non è così distante dalla città, ma enormemente lontana nel ricordo, nello scorrere del tempo “...Inseguo, tra i fogli colorati, archi, campanili, portici, finestrelle, portali, fontanili, rive d’alberi, absidi e giardini, torri, merli, ponti, balconi, viali, cancellate, rive, case, cappelle, santuari, statue e croci, campane sciolte nel vento, greti, ghiaia, gera, la Geradadda.
Ci si può perdere nel mare d’erba, fra tanti richiami e tentazioni, fra dimore e paesi, che attraverso per gli spostamenti della vita o che ricordo e frequento solo con la memoria; che cerco, ogni tanto, per privatissime ragioni; o che sogno appoggiandomi a confidenze, o veggenze...”. È il caso di “Sempre più difficilie”, opera del 1960- (dalla rete)

Ero in riserva
a Dino Buzzati

Ride al distributore la ragazza:
profuma la benzina rossa corallo.
Con il daino lucida i vetri,
e i suoi occhi subito cadono
nella conchiglia dello specchio.

Il padre annusa i cedri sul sedile:
«Dentro son bianchi e grassi come pesci».
Affonda un'ungia la ragazza
nella scorza, e sempre ride riversa.
Così verso la sera d'origano
la Giulietta sprint la porta via.

 
Al Sud, 1960
 
Alberico Sala
da "Sempre più difficile"

 
i luoghi dell'infanzia,
in riserva, con poche lire, allora,
si andava con giornali a coprire
le risa, la gioia, le poche lacrime...
 

martedì 23 gennaio 2018

Soffio


Marnì
"Il soffio della speranza"
acquarello
soffio [sóf-fio]
sostantivo maschile, (pl. -fi) - Sabatini Coletti - 
Emissione di aria dalla bocca: spegnere le candele con un soffio; movimento d'aria
SIN folata: soffio di vento; leggero rumore prodotto dall'espirazione o da uno spostamento d'aria || figg. in un soffio, in pochissimo tempo e senza nessuna difficoltà | di un soffio, per un soffio, per un pelo
 
Non c'è più quella grazia fulminante
ma il soffio di qualcosa che verrà.

Sandro Penna
da "La semplice poesia"

                   
poche parole, senso compiuto,
sole, laghi, fiumi e mari;
vorrei le montagne, anche loro
nel soffio, incessante, che vive...

lunedì 22 gennaio 2018

Groviglio

Risultato immagine per groviglio
 
il groviglio,
quell'insieme di fili
arruffati tra loro
che solo una pazienza infinita
può sbrogliare;
quell' intrico di cose
o problemi, 
quel garbuglio
che condiziona le anime
di molti.
 
 
nel ricucire strappi il filo
si tende, a volte si arriccia,
nei nodi si trovano i blocchi,
grovigli inaspettati alternano
momenti di calma apparente...

Gujil
 

domenica 21 gennaio 2018

Poeti

 
Il poeta
 
Quando mi troveranno sulla croce della mia morte
il cielo intorno si sarà arrossato fino a molto lontano
dietro ci sarà un accenno di mare
e, dall'alto, in un buio ora terribile
un uccello bianco reciterà le mie poesie.
 
Miltos Sachtouris
 
 
In senso stretto un poeta è uno scrittore di poesie.
Il sostantivo deriva dal verbo greco ποιεω (traslit. poieo),
il cui significato letterale è "fare".
I primi poeti declamavano le loro opere oralmente, accompagnandosi con la musica, come già Omero, il poeta più famoso dell'antichità.
Nel mondo greco e romano sono comunque molti i poeti degni di nota.
 Il valore dei testi dei poeti va al di là del vero significato delle parole, e coinvolge aspetti fonetici e musicali, attraverso un linguaggio che spesso si presta a varie interpretazioni e può suscitare forti emozioni.
Perciò in senso lato si suole definire poeta chiunque
- artista o no - manifesti questa capacità nelle proprie opere o anche soltanto nel proprio modo di comunicare.
(da Wikipedia)
 
scrivere versi, costretti, sparsi, liberi,
creare immagini e sensazioni, sentimenti,
poi cadere nella disperata ricerca di rime,
di fresi ad effetto di desuete parole...

sabato 20 gennaio 2018

Metamorfosi

 Metamorfosi
- trasformazione fisica o morale, reale o favolosa;
Metamorfosi - come forma che muta (mutaforma)
Metamorfosi – trasformazione fisica
 
Il tema di esseri umani, o altre creature viventi, dotati della capacità di mutare forma, ha una lunghissima storia nella letteratura, nella mitologia e nel folklore, e in altre forme di finzione.
Al termine tradizionale proteiforme (aggettivo), che indica una creatura capace di mutare forma a piacimento, si è affiancato il neologismo mutaforma (usato anche sostantivo[senza fonte], dall'inglese shapeshifter): si riferisce alla capacità di un essere vivente di assumere sembianze di un'altra persona o di un animale (metamorfosi, questa, detta anche teriantropia)
(da Wikipedia).
 
Metamorfosi

 Voce che nell'autunno sulla tomba rinuncia
alla tua terra, pallida sorella della luna,
dolce fidanzata del vento lamentoso,
fluttuante sotto stelle fuggenti –

ti risollevò a te stesso il richiamo dello spirito?
Ti riportò nella tua vita una tempesta del deserto?
Guarda, una prima coppia umana riconduce così
un Dio sull'isola sacra!

Oggi è primavera. La farfalla dorata, tremulo
messo di felicità, arrivò dall'inverno del mondo. Oh,
in ginocchio, benedite, ascoltate come la terra tace.
Solo lei conosce sacrificio e lacrima.

Karl Kraus
da "La parola malata"
 traduzione di Gio Batta Bucciol
 






cambiamenti polimorfi, indistinti,
la mia voglia di essere o apparire
eppure stento a convincere
sto come un passero solitario...

venerdì 19 gennaio 2018

Ferite nell'anima

Massimo Di Stefano
"Anima ferita"
 


Sono ferito da qualcosa e so
che la sua ferita è sorella della mia.
Posso solo aspettare e sopravvivere

senza preoccuparmi perché io sono il suo veleno.
Non potremo mai liberarci
dalla minaccia assurda che ci unisce.
Io sono amore e sento sorgere il suo odio,
e se io fossi odio, anche lui lo sarebbe.
Con questo male di vivere devo accontentarmi
e chiamare in aiuto le parole,
aspettare, aspettare e serbare la mia tristezza

come un impedimento al mio ardente suicidio.
 
Robert Sabatier

 
Nessuna ferita è per sempre
Quando un dolore dell’anima resiste,
siamo proprio noi a
“tenerlo in vita”,
soffermandoci sulle cause:
non è il pensiero che
“rimargina”,
ma lo sguardo giusto
(dalla rete)
 
 
le ferite dell'anima, profonde,
quante, quante volte, eppure,
sono li ancora, molte, altre no;
sono ancora uomo di affetti...

giovedì 18 gennaio 2018

Tappe

  
Ultima tappa

(...)
 L'uomo si logora facilmente con le guerre;
l'uomo è molle, un fascio d'erba;
labbra e dita che smaniano per un seno bianco,
occhi che si socchiudono allo sfavillìo del giorno
e gambe pronte a correre, anche se stanche,
al minimo fischio di guadagno.
L'uomo è molle e assetato come l'erba,
insaziabile come l'erba – radici protese i nervi.
Quando è tempo di mietere
preferisce che la falce sibili in altri campi;
quando è tempo di mietere
c'è chi esorcizza il demone gridando,
chi si impaluda nei suoi beni, chi fa dell'oratoria.
Ma gli esorcismi, i beni, l'oratoria
a che servono se sono lontani i vivi?
Oppure l'uomo è un'altra cosa?
Non è questo che trasmette la vita?
C'è un tempo per seminare, un tempo per raccogliere.
 (...) 
 
Ghiorgos Seferis
da "Le poesie"
traduzione a cura di Nicola Crocetti

tappa
sostantivo femminile
1. - (durante un viaggio) sosta, fermata, arresto
CONTR proseguimento, prosecuzione
2. - (mil.) (di truppe) riposo, bivacco
3. - fig. (di processo) fase, grado, stadio, momento, punto, gradino, periodo, frazione.
figg. bruciare le tappe: anticipare; fare tappa: fermarsi 


quanti cose nella vita,
persone, cose, animali,
rimbombano in noi presenti,
passati, quelle che vorremmo ancora...

mercoledì 17 gennaio 2018

Pagina bianca

Poesia pagina bianca
 
Poesia pagina bianca pagina bianca poesia
qualcosa esce a fiotti come onde da un corpo
qualcosa parte dalla punta delle dita
incominciano a prendere le difese della mia vita
tutta la disperazione e la musica
qualcosa come onda dopo onda
che si spezza sulla spiaggia
qualcosa come portare l'intera vita
a questo punto
le piccole onde scendono sulla pagina bianca
qualcosa come una luce si alza ed è in amore.
 
Muriel Rukeyser 
 
i fogli bianchi, ora le schermate,
pensare a cosa scrivere, cosa dire,
in un turbine di emozioni, di me;
a volte imbratto, a volte scrivo...
  
Pagina bianca
 
Davanti a Una pagina bianca
Davanti a tutto quello che manca
E con in testa un pensiero solo
Un pensiero disteso
Raso al suolo
Come una specie di telecomando
Per tornare a dove, tornare a quando…
L’aria sul viso pungeva
E la terra sotto ai piedi scottava
E a me davvero non importava
Era tutto perfetto
Sognare in un letto e…
Non volere niente…
Non cercare niente…
Davanti a qualche sogno di un altro
Davanti a una centrale d’asfalto
Con gli occhi aperti, spalancati
In cerca di una qualche meta
Con quella voglia di tornare a casa
E stavolta fargliela vedere, pagare

Con quella voglia di girare i piedi
E trovare la forza, il coraggio di andare!
Non volere niente da te
Non sapevo niente
Non volevo niente da te
Non pensavo a niente che non c’è
E guardavo il cielo per trovare un motivo

Da restituire al mondo
E gli gridavo almeno porta via 
Questa rabbia così se io non ci riesco
Saprò che tu l’hai data al vento…
Non volevo niente
Non sapevo niente
Non volevo niente da te
Non pensavo a niente che non c’è
Davanti a la mia pagina bianca
bianca
Davanti a una pagina bianca,
bianca
Davanti a questa pagina bianca, bianca
Davanti a…la mia pagina bianca, bianca
La mia pagina bianca, bianca.
 
Elisa Toffoli