giovedì 22 febbraio 2024

Protocollo cittadino #112 (Solo)

Solo

l'anima, il suore, la mente
solo nel silenzio vago;
mattinata d'inverno, grigia
come tabula dei miei pensieri...

Gujil

 

Tabula rasa 

La Tabula rasa era la tavoletta ricoperta da un sottilissimo strato di cera usata dagli antichi Romani per scrivere; si poteva raschiare, rendendo liscio e regolare (per questo “rasa”), cancellando così tutto quello che era stato scritto prima e riutilizzare, perché la cera veniva pareggiata con una spatola, per scriverci sopra di nuovo.
Si trattava di una tavoletta di legno (tabula) provvista di un incavo che veniva riempito di cera e costituiva una superficie su cui si poteva scrivere incidendo con un bastoncino (stilus o graphium) appuntito di osso o di metallo.
Per cancellare si utilizzava il retro del bastoncino costituito da una piccola spatola.
Il termine oggi è utilizzato anche in senso metaforico: chi è una tabula rasa non sa, non è preparato in un dato campo o anche ha la testa completamente vuota; si indica quindi una persona del tutto priva di idee o di conoscenze.
Invece l’espressione fare tabula rasa significa “cancellare”, “azzerare” una situazione, per poi ricominciare da capo (l’espressione equivalente è “fare piazza pulita”).
(dalla rete).

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