Le gemme sul punto di fiorire
al primo vento cadono.
Il silenzio diviene rombo spietato
confonde itinerari sull'acqua
nel deserto bianco dell'attesa.
Sa l'Aquila cosa cè nell'abisso?
domenica 31 luglio 2022
Poesie e riflesso di partenza
sabato 30 luglio 2022
Esodo
Marina Crisafi "Esodo" |
Esodo
Io che sono così assetato e stanco forse non arriverò
fino all’acqua del mare.
Non so ancora quale sogno mi riserverà il destino,
ma promettimi, Dio,
che non lascerai passare la primavera
Zaher Rezai
venerdì 29 luglio 2022
Linguaggio... Inclusivo? Esclusivo?
Ogni parola è una scelta che esclude tutte le altre, indica definisce e prende posizione.
Se dico "grazie per avermi aspettato" invece di dire "scusa il mio ritardo" scelgo di dare più valore alla tua gentilezza che alla mia inadempienza.
Se domando "come stai" invece di dire "mi manchi" è perché voglio anteporre il tuo benessere al mio malessere.
(Concita De Gregorio, - Repubblica).
giovedì 28 luglio 2022
Galleggiabilità
Preghiere per una terra
Perdute nelle tempeste
dell’oceano aperto,
le nostre piccole barche vanno alla deriva.
Cerchiamo una terra
durante interminabili giorni e interminabili notti.
Siamo la schiuma
che galleggia sull’immenso oceano.
Siamo la polvere
che vola nello spazio infinito.
Le nostre grida sono sopraffatte
dall’urlo del vento.
Senz’acqua né cibo
i nostri bambini giacciono stremati
e non hanno più la forza di piangere.
Siamo assetati di terra,
ma veniamo ricacciati da ogni spiaggia.
I nostri segnali di soccorso sono Alzati, Alzati,
ma le navi che ci incrociano non si fermano.
Quante barche sono affondate?
Quante famiglie giacciono sotto le onde?
Signore Gesù, ascolti la preghiera della nostra carne?
Bodhisattva Kwan Yin, dio della pietà, ascolti la nostra voce?
Uomini nostri simili, sentite la nostra voce
dall’abisso della morte?
O terra ferma,
quanto ti desideriamo!
Preghiamo che oggi l’umanità sia presente.
Preghiamo che la terra ci stenda le sue braccia.
Preghiamo perché oggi ci venga data speranza
da questo paese.
Thich Nhat Hanh
mercoledì 27 luglio 2022
Poesia e riflesso di viaggio
Il viaggio
Un giorno, finalmente, hai capito
quel che dovevi fare, e hai cominciato,
anche se le voci intorno a te
continuavano a gridare
i loro cattivi consigli-
anche se la casa intera
si era messa a tremare
e sentissi le vecchie catene
tirarti le caviglie.
“Sistema la mia vita!”,
gridava ogni voce.
Ma non ti fermasti.
Sapevi quel che andava fatto,
anche se il vento frugava
con le sue dita rigide
giù fino alle fondamenta, anche se la loro malinconia
era terribile.
Era già piuttosto tardi,
una notte tempestosa,
la strada era piena di sassi e rami spezzati.
Ma poco a poco,
mentre ti lasciavi alle spalle le loro voci,
le stelle si sono messe a brillare
attraverso gli strati di nubi
e poi c’era una nuova voce
che pian piano
hai riconosciuto come la tua,
che ti teneva compagnia
mentre procedevi a grandi passi,
sempre più nel mondo,
determinata a fare
l’unica cosa che potevi fare-
determinata a salvare
l’unica vita che potevi salvare.
Mary Oliver
martedì 26 luglio 2022
Colore, poesia, riflesso
quello
che presi con la punta delle dita
che lasciai che dimenticai
che trascinai sul pavimento
quell’amore
adesso
in poche righe che
escono dal cassetto
è qui
continua ad essere
continua a parlarmi
fa male
sanguina
ancora.
Idea Vilariño
lunedì 25 luglio 2022
Dopo ogni tempesta
Vola
Un triste uccello si congela sul parabrezza del vicino.
Il corpo riempito di neve
il becco capace di raccogliere grandine
e artigli come falce
frantumano il vetro di sicurezza
in rifiuti non riciclabili.
Il vicino impreca
afferra la carcassa dalle ali di ghiaccio
la spacca in due
raccoglie i pezzi
e li lancia nell’aria invernale.
Vola! – urla
Vola! – inveisce con sangue freddo
alla scena dello schema
senza vedere
le due metà d’uccello animarsi
salire per cadere
con un’ala sola
incunearsi
nei suoi occhi arrossati
Attila József
domenica 24 luglio 2022
Protocollo cittadino #73
sabato 23 luglio 2022
Riflesso minimale per un "Bon voyage"
"Bon voyage"
venerdì 22 luglio 2022
Se... ma...
giovedì 21 luglio 2022
Psiche
Ti vorrei così,
confuso e insicuro,
come un bambino attaccato alla gonna della madre
consumato come la pallina del cane
sempre per terra, sempre nel posto dove non l’aspetti
come un pallone dopo la partita, la tua,
mascula e prepotente,
senza vinti né vincitori.
Ti vorrei, insomma,
per inciampare…
Natalia Bondarenko
da "Terra altrui"
(Samuele Editore, 2012)
mercoledì 20 luglio 2022
Protocollo cittadino #72 (au revoir)
martedì 19 luglio 2022
Sono cent'anni...
Sono cent’anni...
Sono cent'anni che non ho visto il suo viso
che non ho passato il suo braccio
attorno alla sua vita
che non mi son fermato nei suoi occhi
che non ho interrogato
la chiarità del suo pensiero
che non ho toccato
il calore del suo ventre
Nâzım Hikmet Ran
un anno.., speravo fosse solo un "a rivederci",
così il tempo è passato sulle troppe sbavature,
il tempo amico e nemico del sogno vissuto e noi,
pulcini senza direzione di allora, non siamo che polli...
lunedì 18 luglio 2022
Frammento di Anonimo
Johannes Vermeer "La lettera" |
...se solo tu avessi ancora per me
un qualche pensiero, anche fugace
piangerei lacrime di piccole gioie e
non basterebbe pensare e lo sapresti...
Anonimo
del XX° Secolo frammenti ritrovati
lontano dagli occhi può far dimenticare?
Non c'è lontananza che tenga per dimenticare
e allora ci
si chiede come si possa
o cosa si debba fare
per poter gestire la situazione
senza farsi troppo del male...
domenica 17 luglio 2022
Poesia e riflesso
Tutte le volte che ci sono passato
per le vie e la folla
Io ero solo
più solo
di una croce in mezzo al camposanto.
Domenico Brancaleda
da "Cani e porci"
Solo per gran parte del tempo
credo in un susseguirsi di eventi;
spazio ristretto in cui rintanare
gli umori, panorami mozzafiato...
sabato 16 luglio 2022
Riflesso e poesia
o una figlia che sconvolge il cielo;
nel ricordo affonda il sospiro e alimenta
quella voce che alla terra sempre richiama...
Terre basse
Puro e concorde è il mondo
tratteggiato di piste per le citybikes.
L’universo è dei campi di grano,
degli uccelli che tagliano a pieno volo.
Pietro Montorfani
venerdì 15 luglio 2022
Ortensie
è una pianta di origine asiatica
, che ama l’ombra e la terra grassa.
Resiste bene all’inverno, se viene curata, e con la primavera
regala una vera esplosione di fiori.
L'ortensia
L’ortensia che resiste nell’aiuola
arida dove ormai niente germoglia,
il suo cauto fiorire accanto al pino
nano è come l’amore. A volte sembra
destinata a morire: la minaccia
l’arsura, il troppo sole. Se un rametto
secco ne cade subito uno nuovo
e più forte ne sboccia. Basta poco
a salvarla: la mia, la tua attenzione.
Cresce un poco ogni giorno, inavvertita.
Francesco d’Alessandro
giovedì 14 luglio 2022
Disamore e poesia di Pavese
È riapparsa la donna dagli occhi socchiusi
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell’immobile strada. Ogni cosa è riemersa.
Nell’ímmobile luce dei giorno lontano
s’è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte, e lo sguardo d’allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d’allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.
È tornata l’angoscia dei giorni lontani
quando tutta un’immobile estate improvvisa
di colori e tepori emergeva, agli sguardi
di quegli occhi sommessi. È tornata l’angoscia
che nessuna dolcezza di labbra dischiuse
può lenire. Un immobile cielo s’accoglie
freddamente, in quegli occhi.
Fra calmo il ricordo
alla luce sommessa dei tempo, era un docile
moribondo cui già la finestra s’annebbia e scompare.
Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa
della mano leggera ha riacceso i colori
e l’estate e i tepori sotto il viviclo cielo.
Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi
non dan vita che a un duro inumano silenzio.
mercoledì 13 luglio 2022
Ciclamini!
Quanti fiori decadono nel bosco
o periscono dalla collina,
che la loro bellezza non ebbero
in sorte di conoscere.
e quanti affidano un seme senza nome
a una brezza vicina,
ignari del dono scarlatto
che recherà ad altri occhi.
Emily Dickinson
Del ciclamino esistono molte specie, ma il più comune nel territorio
europeo si chiama cyclamen europaeum, è di colore rosa chiaro e ha
un’intensa profumazione. Fiorisce durante il mese di settembre nelle
zone boscose di media altitudine.
Il ciclamino veniva descritto dal filosofo greco Teofrasto, nel 300
a.C., come una pianta utile per eccitare l’amore e la sensualità, invece
secondo Plinio il Vecchio, nei luoghi in cui veniva piantato il
ciclamino sarebbero stati immuni da malefici e filtri nefasti.
Si attribuiva a questo fiore anche la proprietà di guarire dal morso dei
serpenti. Lo consigliava come amuleto, perché secondo la tradizione del
tempo, chi lo piantava veniva protetto dai malefici, pertanto veniva
piantato intorno alle case per proteggerle dai malefici. Veniva usato
anche per adornare le camere dei novelli sposi per favorire la
procreazione, come augurio di fertilità. Veniva e viene tuttora tenuto
in casa come ornamento.
Il ciclamino secondo alcune tradizioni cristiane, era un tributo a
Maria, in quanto il fiore spesso ha delle macchioline rosse che secondo
le credenze del tempo rappresentavano il dolore delle Madonna per la
crocifissione del figlio.
Il bulbo del ciclamino veniva adoperato dai contadini come cono, da
riempire di olio tiepido per calmare il mal di orecchio, oppure veniva
frantumato per ricavare una fecola utile per l’alimentazione del
bestiame. E’ bene ricordare, però, che il bulbo del ciclamino è
altamente tossico per l’uomo, in quanto ricco di ciclamina, una sostanza
velenosa per l’organismo umano ma che risulta innocua per molti animali
come ad esempio il maiale. Durante le epidemie di vaiolo del XVII secolo dai bulbi freschi di
ciclamino si estraeva un olio che applicato sulla pelle impediva alla
malattia di sfigurare la persona ammalata (dalla rete).