mercoledì 13 luglio 2022

Ciclamini!

Nel territorio italiano i ciclamini sono fiori molto diffusi. Essi crescono allo stato spontaneo, preferibilmente nelle regioni centro meridionali, in moltissimi boschi soprattutto di lecci. E’ quindi molto facile poterli ammirare allo stato spontaneo. Sono una specie protetta e non possono essere estirpati e tanto meno recisi. E’ una pianta ornamentale molto apprezzata. Il fiore è composto da cinque petali che possono essere di vari colori: bianco, rosa, rosso, color pesca, color albicocca e con piccole screziature violace.

Quanti fiori decadono nel bosco
o periscono dalla collina,
che la loro bellezza non ebbero
in sorte di conoscere.
e quanti affidano un seme senza nome
a una brezza vicina,
ignari del dono scarlatto
che recherà ad altri occhi.

Emily Dickinson

  Così fragile da apparire flebile
come la voce che uso nel bosco, da solo,
ho rivisto i ciclamini come quando bambino
saltavo balze scoscese ed il cuore taceva...

Del ciclamino esistono molte specie, ma il più comune nel territorio europeo si chiama cyclamen europaeum, è di colore rosa chiaro e ha un’intensa profumazione. Fiorisce durante il mese di settembre nelle zone boscose di media altitudine.
Il ciclamino veniva descritto dal filosofo greco Teofrasto, nel 300 a.C., come una pianta utile per eccitare l’amore e la sensualità, invece secondo Plinio il Vecchio, nei luoghi in cui veniva piantato il ciclamino sarebbero stati immuni da malefici e filtri nefasti.
Si attribuiva a questo fiore anche la proprietà di guarire dal morso dei serpenti. Lo consigliava come amuleto, perché secondo la tradizione del tempo, chi lo piantava veniva protetto dai malefici, pertanto veniva piantato intorno alle case per proteggerle dai malefici. Veniva usato anche per adornare le camere dei novelli sposi per favorire la procreazione, come augurio di fertilità. Veniva e viene tuttora tenuto in casa come ornamento.
Il ciclamino secondo alcune tradizioni cristiane, era un tributo a Maria, in quanto il fiore spesso ha delle macchioline rosse che secondo le credenze del tempo rappresentavano il dolore delle Madonna per la crocifissione del figlio.
Il bulbo del ciclamino veniva adoperato dai contadini come cono, da riempire di olio tiepido per calmare il mal di orecchio, oppure veniva frantumato per ricavare una fecola utile per l’alimentazione del bestiame. E’ bene ricordare, però, che il bulbo del ciclamino è altamente tossico per l’uomo, in quanto ricco di ciclamina, una sostanza velenosa per l’organismo umano ma che risulta innocua per molti animali come ad esempio il maiale. Durante le epidemie di vaiolo del XVII secolo dai bulbi freschi di ciclamino si estraeva un olio che applicato sulla pelle impediva alla malattia di sfigurare la persona ammalata (dalla rete).

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