Dopo un lungo silenzio
Parlare dopo un lungo silenzio è cosa giusta.
Perduti o morti gli esseri amati,
nascosta nell’abat-jour l’ostile lampada
e calate le tende sulla nemica notte
che si parli così tra noi e noi
su questo tema eccelso, l’Arte e il Canto.
La decrepitudine del corpo è saggia:
giovani ci siamo amati senza saperne nulla.
William Butler Yeats
nei silenzi troviamo molte risposte,
soprattutto quelle che vogliamo;
l'assenza di suono copre il cuore,
la mente sopravvale, schiaccia, comprime...
Stare in silenzio vuol dire restare sconnessi, non parlare.
Restare in silenzio
non è una punizione, ma un modo per recuperare calma, controllo e
riequilibrare i pensieri e il corpo.
C'è da dire che "praticare il silenzio" è sempre più difficile anche perché viviamo immersi nei decibel di ogni tipo di suono.
Spesso però restare in silenzio è solo timore di dire cose sbagliate, di esprimersi in modo indifeso.
(dalla rete)
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