Io mi ritrassi all'ombra d'un abete
e al tronco scabro m'appoggiai, rivolta
ad osservar quella leggiadra accolta
aprir del cuor le dolci ali segrete.
Avean movenze sì agili e discrete
ch'ogni grazia pareva in lor raccolta.
E poi che venner gaie alla mia volta,
le interrogai: – Perchè d'amar chiedete?
Sorriser tutte come a un sol richiamo,
ed una disse: – Lieta cosa è amare,
e se una gioia è amor, noi l'invochiamo.
Io insinuai: – Amore mente, affanna...
Sciamaron via e risero le Ignare
gridando: – Ah taci! È bello anche se inganna!
Amalia Guglielminetti
agg. [dal lat. ignarus, comp. di in-2 e gnarus «esperto, pratico»]. -TRECCANI-
Che non sa, che non ha conoscenza (o esperienza) di determinate cose: Non son, diceva, di lettere ignaro (Berni); si mostrò i. dell’accaduto; essere i. della vita. Con la negazione, indica spesso, eufemisticamente, conoscenza buona, non superficiale: non era i. dei pericoli cui andava incontro. Usato assol.: un ragazzo ancora i., che non ha conoscenza diretta della vita; raro e letter. come sinon. di ignorante: vulgo sciocco e i. (Ariosto) (dalla rete)
.
non sapere a volte è meglio,
non conoscere, non essere al corrente;
a volte la conoscenza ci penalizza,
spesso siamo solo incertezza...