Non pianger, no; s’io muojo, e tu vivrai,
Di gioventù fiorente e di bellezza,
E il breve duol nel riso e nell’ebbrezza
D’un più felice amor consolerai.
Amori e vite e rimembranze, il sai,
Urta col piè la negra morte e spezza
Inesorabilmente, e gran stoltezza
È il pianger sempre e non chetarsi mai.
Io giacerò soletto in camposanto,
Sognando ancor sotto alle zolle e all’erba
I tuoi grand’occhi, i tuoi capelli d’oro.
Tu lieta gli anni tuoi vivrai frattanto,
Ed a me ripensando andrai superba
Di tua beltà che pur morendo adoro.
Arturo Graf
Stando ai risultati di un esperimento condotto dal dr. Frey William, presso l’università americana del Minnesota (USA), sembrerebbe che le lacrime, sia di gioia sia di dolore, arrechino un beneficio portentoso allo stato psico-fisico, alleviando la tensione emotiva, consentendo il recupero o l’accrescimento dello stato di benessere mentale e prevenendo scompensi cardiaci e lesioni cerebrali (dalla rete).
lacrime non sempre sprecate
a volte liberano endorfine potenti;
chi piange asseconda gli umori
di vita, di dolore o di gioia...
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