venerdì 31 agosto 2018

Erba estiva e haiku




L'erba estiva!
È tutto ciò che rimane
del canto dei guerrieri
 
Matsuo Bashō



 
 
 

agostano
aggettivo [der. di agosto] -TRECCANI-

Di agosto: arsura agostana (Slataper).
Si dice soprattutto di piante che si raccolgono o si seminano in agosto o nel colmo dell’estate, come il fieno di secondo taglio, le varietà di mais precoci (cfr. agostanello), o di frutti che maturano d’agosto: pèsche agostane, pomodori agostani (e analogam. funghi agostani).

ancora poche immagini,
non sono parole sono visioni,
ci accalchiamo attorno al nulla
pur di scorgere, intravedere...


giovedì 30 agosto 2018

Piove nel cuore

La pioggia nei sogni è uno dei simboli più comuni fra gli elementi naturali.
A volte fa da sfondo alle situazioni oniriche a volte concentra l’attenzione su di sé.
E’ logico chiedersi quale sia il suo significato e quali ambiti della vita e della sfera personale vada a toccare.
 In questo articolo viene analizzato il simbolo della pioggia nei sogni nei suoi diversi significati ed immagini oniriche.
La pioggia nei sogni è collegata al simbolismo dell’acqua: la pioggia è acqua che cade dal cielo e va a bagnare e fecondare il suolo.Nelle culture tribali e nell’antichità è paragonata allo sperma con cui il cielo (elemento yang collegato all’archetipo del maschile) rende fertile la terra (elemento yin collegato all’archetipo del femminile) e le permette di generare.
Si pensi al mito di Danae fecondata da Zeus con una pioggia d’oro.

(dalla rete)
 

Pioggia
               

Com’è instabile il letto, in queste notti
di alberi che gesticolano
mentre ticchetta rapida la pioggia,
giocattolo di stagno, con i lesti
zoccoli al trotto su un tetto infinito,
verso il passato.

Su antiche strade i destrieri della pioggia
sdrucciolano rallentano ripartono,
per un groviglio d’anni stretti insieme;
ma non raggiungeranno mai le estreme
bassure, nel profondo del passato,

perché là splende il sole.
 
Vladimir Nabokov
Traduzione di Massimo Bocchiola
 

lo splendore dei versi che arrivano,
dritti alla mente e al cuore,
una pioggia di frecce nei sentimenti;
sono ancora un bersaglio facile...

La pioggia nei sogni
è un ponte simbolico che unisce due piani:
il cielo e la terra, un elemento di equilibrio naturale e di unione degli opposti che si riflette anche nel suo significato portando al sognatore integrazione, consapevolezza, autostima.
E’ un tentativo di risoluzione di tensioni interne e necessità di prendere coscienza degli aspetti contrastanti che condizionano il sognatore.
Ci sono molte emozioni in gioco e la paura di cedere ad esse.
(dalla rete)

mercoledì 29 agosto 2018

Lei, lui...

la nostra vita insieme, ancora,
malgrado gli screzi, malgrado me,
è facile amare quando si vuole;
il difficile è correre insieme,
restare affiancati, insieme...
 
Gujil
 
 
Né Lui né Io
 
Né luiné io
ci siamo resi conto
che la nostra amicizia era piena
di curve.
Raddrizzarla
sarebbe stato sacrilegio.
 
Cecilia Casanova
 
 




Né Lei né Io sappiamo
le verità della vita, dell'essere,
a modo nostro ci amiamo, gli impeti,
sopiti, danno spazio ad affetto sincero...
 
 

martedì 28 agosto 2018

Sonetti per Elena

 XLIII
 
Quando sarai ben vecchia, la sera, accanto al fuoco,
dipanando e filando seduta a un lume fioco,
ripetendo i miei versi dirai, meravigliata:
“Nel tempo che ero bella Ronsard mi ha celebrata”.

Sentendo le parole tu non avrai fantesca,
già mezzo sonnacchiosa dopo la sua fatica,
che al nome di Ronsard non si scuota, ormai desta,
e con eterna lode il tuo nome benedica.

Io sarò sottoterra, fantasma disossato,
e tra le ombre e i mirti troverò la mia quiete.
Tu presso il focolare, vegliarda rattrappita,

rimpiangerai l’amore che fiera hai disdegnato.
Non credere al domani e vivi ore liete;
e fin d’ora raccogli le rose della vita.
 
Pierre de Ronsard
da Sonetti per Elena
Traduzione di Maria Luisa Spaziani
 
 
 Sonetti per Elena

Poesie d'amore di Pierre de Ronsard
(Sonnets pour Helene, 1578).
Scritti per Hélène de Surgère, figlia onoraria della regina di Francia Caterina de' Medici, nota per il suo spirito oltre che per la bellezza, la quale aveva perduto il fidanzato nella guerra civile (1570) e appariva inconsolabile.
La regina invitò Ronsard a immortalarla.
Iniziando il lavoro secondo l'ordine ricevuto, Pierre de Ronsard si affezionò sinceramente alla giovane e poi se ne innamorò, nonostante la differenza di età e la riservatezza della giovane.
Questo amore di tono sommesso e autunnale ha ispirato sonetti e stanze considerate tra le opere più perfette del poeta.
(dalla rete) 
 
scrivere per qualcuno, poetare,
versi costretti da rime o liberi
per cantare un amore, un sogno;
da tempo mi manca quell'estro che avevo...

lunedì 27 agosto 2018

Frammento e contrabbando

...il grande confine è sfumato, sfocato,
le vie precluse sono tutte di fronte,
belle, facili, aperte ma non si passa.
Vorrei avere la forza sempre,
mi occorre spesso ora che incedo
mi sento indifeso e solo, da tempo
contrabbando anima e cuore...
 
Anonimo
del XX° Secolo
frammenti ritrovati
 
 
Alla fine dell’Ottocento è il
"tempo del sale".
Curiosamente si tratta del sale venduto dall’Italia alla Svizzera, che - come per il tabacco - non lo gravava di accise.
Quindi diventa più conveniente del sale venduto nei negozi di "Sale e Tabacchi".
Per bloccarne l’introduzione il ministero delle finanze adotta tre misure: colora di rosa il sale che viene esportato in Svizzera, erige la "ramina" (una robusta rete, lunga alcuni chilometri sul confine comasco e varesino), e invia sul Verbano e sul Lario delle torpediniere.
Oggi sui valichi sperduti del confine italo-svizzero non passa più nessuno con la bricolla in spalla.
Restano poche fotografie.
La più vecchia l’hanno scattata a Saas Almagell all’inizio del ’900 e vi appaiono degli spalloni giovanissimi insieme ad altri molto anziani.
Sono figure lacere e smunte.
Tutti scheletriti dalla fame.
 “La storia della “ramina” è piuttosto sconosciuta.
Sembra che l’idea di posare uno sbarramento fisso lungo il confine sia sorta sul finire del XIX secolo per contrastare l’ultimo genio dei contrabbandieri:
il cane contrabbandiere.
Si trattava di robusti esemplari addestrati a compiere un determinato tragitto fra la Svizzera e l’Italia, sulla groppa dei quali era sistemato un involto del peso variabile fra 5 e 10 kg”.
È questo un estratto della ricostruzione storica a proposito di “ramina” e contrabbando affidata ad Adriano Bazzocco nell’ambito dell’esposizione sul tema dei confini prevista a Casa Croci a Mendrisio dal 15 ottobre.
(dalla rete)

domenica 26 agosto 2018

Pioggia agostana# 2

Pioggia d'agosto
 
Nel mio giardino triste ulula il vento,
cade l’acquata a rade goccie, poscia
più precipite giù crepita scroscia
a fili interminabili d’argento....
Guardo la Terra abbeverata e sento
6ad ora ad ora un fremito d’angoscia....

Soffro la pena di colui che sa
la sua tristezza vana e senza mete;
l’acqua tessuta dall’immensità
chiude il mio sogno come in una rete,
e non so quali voci esili inquete
sorgano dalla mia perplessità.
 
«- La tua perplessità mediti Tale
verso meta più vasta e più remota!
È tempo che una fede alta ti scuota,
ti levi sopra te, nell’Ideale!
Guarda gli amici. Ognun palpita quale
demagogo, credente, patriota...


Guarda gli amici. Ognuno già ripose
la varia fede nelle varie scuole.
Tu non credi e sogghigni. Or quali cose
darai per meta all’anima che duole?
La Patria? Dio? l’Umanità? Parole
che i retori t’han fatto nauseose!...


Lotte brutali d’appetiti avversi
dove l’anima putre e non s’appaga....
Chiedi al responso dell’antica maga
la sola verità buona a sapersi;
la Natura! Poter chiudere in versi
i misteri che svela a chi l’indaga!»

 
Ah! La Natura non è sorda e muta;
se interrogo il lichène ed il macigno
essa parla del suo fine benigno....
Nata di sè medesima, assoluta,
unica verità non convenuta,
dinnanzi a lei s’arresta il mio sogghigno.


Essa conforta di speranze buone
la giovinezza mia squallida e sola;
e l’achenio del cardo che s’invola,
la selce, l’orbettino, il macaone,
sono tutti per me come personæ,
hanno tutti per me qualche parola...
 

Il cuore che ascoltò, più non s’acqueta
in visïoni pallide fugaci,
per altre fonti va, per altra meta...
O mia Musa dolcissima che taci
allo stridìo dei facili seguaci,
con altra voce tornerò poeta! -
 
Guido Gozzano
 

probabilmente ho già postato questa poesia,
Gozzano è uno dei miei poeti preferiti,
non importa, è adatta al periodo,
alla frescura che ha spazzato l'afa estiva;
in realtà è un preludio al cambiamento del clima
e al passaggio dell'estate,
ancora... non importa...
Gujil
 
forse ha smesso ma il fresco rimane
c'è silenzio stamane nel mondo
della mia finestra, nel mio mondo;
perdura quel senso di vaghezza...

sabato 25 agosto 2018

Pioggia agostana


Cade la pioggia d'agosto
che bagna prepotente il tuo volto onesto,
come lacrime d'un pianto improvviso
vien giù forte e irruente senza preavviso.
E' profumata, trasparente,
la senti arrivare in un istante
tra tuoni e lampi a ritmo battente.
Così lontana, così vicina
cade dal cielo di prima mattina
come un'improvvisa benedizione divina.
Eccola la pioggia d'agosto
che disseta la terra, l'erba e i pensieri
e a goccia a goccia riempie
laghi, fiumi e mari.
Una manna dal cielo per chi ha sete,
per chi nutre l'anima, lo spirito e la fede;
vien per te, vien per tutti
bagna foglie, fiori e frutti.
Vien dall'alto, vien dal cielo
dona brio alla mia fantasia
e arrive dritta al tuo cuore
con i versi di questa poesia.
 
Vito Marco Giuseppe

 
Di solito La prima pioggia di agosto rinfresca il bosco”, come ripetono i contadini di tutta Europa ; risolleva (anche) gli animi prostrati dal caldo eliminando pure, come dicono a Milano, “On sacc de pures e on sacc de mosc, cacciando pulci, mosche e tutti i vari insettacci malefici che col caldo ci vampirizzano. quando piove d’agosto, piove miele e piove mosto; se piove è un bene per i campi e per i fiori, che non seccheranno e le api potranno continuare a produrre miele; è un bene anche per le viti, alle quali la siccità rende il vino aspro (dalla rete).

 piove, fuori, nel silenzio del Sabato,
dilava la pioggia tutto, le cose, le persone;
si sente il rumore di un auto, in sottofondo
si sente un albeggiare, ineluttabile, distratto...

venerdì 24 agosto 2018

Cratere

Un cratere vulcanico è la depressione circolare (con un diametro di qualche centinaio di metri), al vertice di un cono vulcanico, generata per i meccanismi di messa in posto, intorno al cratere stesso, del materiale vulcanico che viene eiettato dal camino (il condotto che collega la camera magmatica alla superficie) durante una o più eruzioni. Se un cratere si forma per collasso di parte dell'edificio vulcanico (collasso calderico) si preferisce parlare di caldera.
 
Il fondo del cratere
 
Odora di zolfo e d’acido
ogni molle odissea di lava.
Su uno specchio
lentissimo di rosso
ferree pinne galleggiano.
Dolcissime leggende sul cristallo
adombrato di purpureo sonno
ove il deserto si fa più raro
e le piriti signoreggiano il cristallo.
 
Sebastiano Carta
 
Essendo entrambe delle depressioni circolari, le caldere vulcaniche  e i
crateri 
sono spesso confusi tra di loro.
Tuttavia un cratere è una depressione molto più piccola che rappresenta la bocca di un vulcano, dalla quale esce, quando il vulcano è attivo, il materiale magmatico e piroclastico del vulcano:
un cratere viene generato proprio dall'espulsione del materiale vulcanico intorno ad esso.
Una caldera invece è una depressione, più grande, generata da uno sprofondamento-collasso di parte dell'edificio vulcanico dopo una grande eruzione: una caldera solitamente arriva a misurare vari km di diametro e quando il vulcano rientra in attività può contenere al suo interno vari nuovi crateri.
Inoltre se qualunque vulcano ha uno o più crateri dai quali espelle il materiale magmatico, solo alcuni vulcani, dopo grandi eruzioni, possono provocare i collassi che formano le caldere.
Normalmente il cratere si forma quando il magma, a temperature superiori ai 600 °C, entra a contatto con dell'acqua, dando origine a un'eruzione di tipo freatomagmatico esplosiva.
L'introduzione di acqua nel camino può essere dovuta a piccoli sismi, generati dalla dilatazione termica indotta dalla camera magmatica stessa, che permettono all'acqua delle falde o di un lago vulcanico di infiltrarsi in profondità.
Nel Sistema Solare sono stati individuati crateri vulcanici sulla Luna, su Marte, su Venere e su Io (una luna di Giove).
(da Wikipedia)
  
giù, più sotto, in fondo,
fino alla fine della discesa,
nel precipizio a rotta di collo;
poi basta, riprendere fiato, respirare...

giovedì 23 agosto 2018

Iris e haiku

Steli di iris
si aggrovigliano ai miei piedi
come lacci di sandali

 
Matsuo Bashò
 
Il genere Iris comprende almeno duecento specie di piante della famiglia delle Iridacee, il cui fiore è comunemente conosciuto anche con il nome di giaggiolo. Il nome del genere deriva dalla parola greca Iris che significa arcobaleno...
 
fermare gli istanti, ora, adesso,
il respiro fatica col peso,
rimorsi, paure, ansie, dispiaceri;
aspettiamo il tempo della gioia...

...caratterizzato da un fiore attinomorfo (a simmetria raggiata) con petali saldati alla base in un breve tubo. I petali esterni sono ripiegati verso il basso, e sono dotati di una fascia di papille chiare; i petali interni sono ripiegati verso l'alto. Lo stilo è diviso in 3 porzioni coprenti gli stami. Comprende specie erbacee e perenni per lo più rizomatose (da Wikipedia).

mercoledì 22 agosto 2018

Salvezza

Salvezza
                 

Fugge l'isola
E la fanciulla torna a scalare il vento
e a scoprire la morte dell'uccello profeta
Adesso
è il fuoco sottomesso
Adesso
è la carne
la foglia
la pietra
perduti nella fonte del tormento
come il navigante nell'orrore della civiltà
che purifica la caduta della notte
Adesso
la fanciulla trova la maschera dell'infinito
e abbatte il muro della poesia.


Alejandra Pizarnik

da "La figlia dell'insonnia"

traduzione di Claudio Cinti

 
….Il matrimonio moderno è soprattutto un’istituzione di salvezza e non di benessere.
Ma gli psicologi, i consulenti matrimoniali, gli psichiatri ecc. continuano a ripetere che soltanto i matrimoni felici sono buoni matrimoni, ovvero che i matrimoni dovrebbero essere felici.
In verità ogni percorso di salvezza passa anche per l’inferno.
La felicità, nel modo in cui viene proposta ai coniugi d’oggi, rientra nella sfera del benessere e non in quella della salvezza.
Il matrimonio è un’istituzione volta prima di tutto alla salvezza, per questo è così pieno di alti e di bassi; è fatto di sacrifici, di gioie e di dolori.
Ciascun partner, ad esempio, prima o poi è destinato a scontrarsi con il lato psicopatico dell’altro, vale a dire con quel lato del suo carattere che non è modificabile e che tuttavia ha conseguenze dolorose per entrambi.
Affinché il matrimonio non vada in pezzi, uno dei due partner deve arrendersi, e generalmente è proprio quello che nella relazione si dimostra meno psicopatico. Se uno dei due è emotivamente freddo, all’altro non resta che dimostrare in continuazione sentimenti d’amore, anche quando la reazione del partner è debole e spesso inadeguata.
Tutti i buoni consigli che si danno alle mogli o ai mariti, del genere:
“Questo non và bene, è intollerabile, una moglie/un marito non può lasciarsi trattare così”, sono perciò sbagliati e dannosi. Un matrimonio funziona soltanto quando si riesce a tollerare proprio ciò che altrimenti sarebbe per noi intollerabile. E’ logorandosi e smarrendosi che si impara a conoscere se stessi, Dio e il mondo. Come ogni percorso di salvezza, anche quello del matrimonio è duro e faticoso. Uno scrittore che crea opere di valore non vuole essere felice, vuole essere creativo. In questo senso raramente i coniugi riescono a portare avanti un matrimonio felice e armonioso come il tipo di matrimonio al quale, mistificando, gli psicologi vorrebbero far loro credere. Il terrorismo legato all’immagine del ‘matrimonio felice’ procura notevoli danni.
(dalla rete A.Guggenbuhl-Craig – Il matrimonio. Vivi o morti, Moretti e Vitale, Bergamo)
 
salviamoci la vita, la luna ed altro,
le frasi del dopo, del poi, lente,
macigni pesanti sull'anima e il cuore
fibrillo di rabbia e di dolore...

martedì 21 agosto 2018

Per un amico


Vincent Van Gogh
"Vecchio che soffre" 


 
 
non è stato sicuramente un bel gesto,
bella trovata!
se non altro è servita a sapere
a farsi un quadro nitido delle cose, eppure non pensavo
e non credevo,
la situazione precipita
ed è mio dovere
fare qualcosa,
tentare, aiutare;
qualcosa farò..


Gujil
 

Ho visto piangere un amico
( a E. nella sua disperazione) 

Ho visto piangere un amico
in terra, prostrato in ginocchio,
schiacciato come chi non ha vie
intristito dalle mie parole.
 
Ho fatto piangere un amico
a terra, il volto nascosto tra mani
callose, sole, impietrito e perso
ha pianto e singhiozzato in cortile.
 
Ho sentito piangere un amico
per terra, indifeso disperato e solo
impietrito dal corso degli anni
ora provo vergogna e dolore.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 


Vincent Van Gogh
"Vecchio che piange"



lunedì 20 agosto 2018

Lei

Per Lei
 
Per lei voglio rime chiare, usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era così schietta)
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.
 
Giorgio Caproni
da "Il seme del piangere", 1959
 
 
 Lei,
terza persona singolare, femminile.
Quando viene usato come complemento,
 è più spesso preceduta da una preposizione.
 Esso si ripete di nuovo o di un altro pronome della terza persona singolare femminile quando si vuole sottolineare la persona o cosa in questione.
(wikizionario)
 
una poesia che posso dedicare, dare,
a Lei che mi accompagna e tace,
a Lei che subisce i miei umori;
percorsi solitari a volte si fondono a tratti...

domenica 19 agosto 2018

Pesce fuor d'acqua


Giusi Alghisio
Pesci fuor d'acqua, disegno

Come è penoso andare tra la gente
E fingersi non morto,
E del gioco tragico delle passioni
Narrare a chi non ha ancora vissuto.
E, guardando nel proprio incubo notturno,
Trovare un ordine nel disordinato turbine dei sensi,
Perché dai pallidi bagliori dell’arte

Si riconosca l’incendio di una funesta vita!
10 maggio 1910
 
Aleksandr Blok
traduzione di Paolo Galvagni
 

Sentirsi un pesce fuor d'acqua
è un modo di dire colloquiale della lingua italiana.
 Si utilizza per indicare un particolare stato d'animo relativo a chi,
trovandosi fuori dal suo ambiente abituale,
non si sente a proprio agio e prova una sensazione di imbarazzo. 
È usato nelle forme: 
sentirsi un pesce fuor d'acqua ed
essere un pesce fuor d'acqua.
Il suo significato letterale rimanda all'esempio del pesce che fuori dall'acqua,
il suo ambiente naturale,
non sopravvive che pochi secondi
(da Wikipedia).


è vero, è pesante, a volte,
ci si sente pesce fuor d'acqua
i nostri piccoli drammi si stemperano;
le folle annacquano le vite di tutti...