giovedì 30 giugno 2016

Meditazione estiva #x

impedimenti progressivi,
nel contesto, tra le cose,
immagino un'essenza diversa,
meno sole e più luce;
come contesti astrusi insegnano
le teorie si ribellano al certo,
continuo a percorrere,
continuo a salire...
 
Gujil

mercoledì 29 giugno 2016

Bucchero

Come gentile logora amore
le tue membra intense:
nasci taciturno bucchero, o logorata
anima; e adorna
dell’esatta grafia d’un sorriso
con delicata rinuncia
ti implíchi nella imprevista
geometria vegetale del tuo sangue.
 
settembre 58
 
Giorgio Manganelli
Poesie

 
Il bucchero è un tipo di ceramica nera e lucida, spesso fine e leggerissima, prodotta dagli etruschi per realizzare vasi.
La integrale monocromia nera è la caratteristica più evidente di questa tipologia di ceramica e la colorazione veniva ottenuta mediante una cottura particolare.
Il bucchero fu prodotto a Cerveteri, Tarquinia e Chiusi e fu utilizzato in Etruria per tutto il periodo arcaico, ovvero dall'inizio della civiltà Etrusca VIII secolo a.C. fino alla prima metà del V secolo a.C.. Sostanzialmente il bucchero è un particolare tipo di terracotta monocromatica di color canna di fucile tendente al nero utilizzata dagli Etruschi per realizzare i loro vasi.
La colorazione nera veniva ottenuta mediante la post cottura in forno a scarsa circolazione d'aria della normale terracotta.
L'atmosfera interna, fortemente priva di ossigeno, favorisce la creazione di una brace che tende a colorare di nero la ceramica.
La terracotta così prodotta poteva essere lasciata nera oppure si procedeva alla realizzazione delle decorazioni vere e proprie. In età arcaica queste decorazioni erano spesso assenti o di tipo geometrico. Dal secolo VI secolo a.C. il bucchero è praticamente sempre decorato con raffigurazioni di animali e/o umane.
NB: Il termine Bucchero deriva dallo spagnolo bucaro (dalla rete).

logorato nel profondo,
ho dato, ho preso;
mi sono schernito e prosciugato
io, che ero fiume,
fino alla fonte, un tempo,
ora sono un rivolo...

martedì 28 giugno 2016

Riflesso


riflesso
[ri-flès-so]
sostantivo maschile
-Sabatini Coletti-
 
1-. Luce rinviata da una superficie
SINONIMO riverbero: il riflesso del sole sulla superficie dell'acqua; il riflesso delle luci nelle vetrine; immagine riflessa: il riflesso della tua figura nello specchio; sfumatura di diverso colore nei capelli
2-. figurato. - Effetto indiretto, ripercussione: i risultati delle elezioni hanno avuto riflessi in borsa || di riflesso, per riflesso, di conseguenza: il suo fallimento ha colpito di riflesso tutti i suoi soci
3-. fisiologia. - Reazione involontaria in risposta a uno stimolo esterno: riflesso muscolare || riflesso condizionato, ottenuto associando stabilmente uno stimolo specifico a una determinata risposta
4-. estensione. (specialmente al plurale) Capacità di reazione: dimostrare prontezza di riflessi

intorno a me si sgretola
il confine del mondo che è mio,
le cose tentennano, le certezze divagano;
in un vedo sbrecciarsi il muro
del mio perimetrato essere e capisco,
comprendo l'inarrestabile vita...
 
Gujil

lunedì 27 giugno 2016

Siamo come l'inchiostro

Alcuni di noi sono come inchiostro,
altri come carta.
E se non fosse per il nero di alcuni di noi,
altri sarebbero muti.
E se non fosse per il bianco di alcuni di noi,
altri sarebbero ciechi.
 
Khalil Gibran
 
 
fiumi di inchiostro,
si diceva così,
dov'è ora l'inchiostro,
dove si trova lo scrivere...
 

L'inchiostro
è un preparato di consistenza variabile, da liquida a pastosa, costituito da soluzioni di coloranti o sospensioni di pigmenti in un fluido disperdente e lavorato con petrolio, e destinato ad essere applicato su carta o ad altri supporti adatti per mezzo della scrittura, della stampa o mediante l'uso di un timbro.
Le differenze di impiego e di struttura li fanno dividere in due categorie:

inchiostri per scrivere
ed inchiostri per la stampa.
Gli inchiostri per scrivere sono essenzialmente soluzioni acquose di prodotti coloranti, a cui vengono aggiunti altri prodotti atti a conferire loro le caratteristiche più idonee per l'impiego.
Questo tipo di inchiostro deve dare una traccia nitida senza sbavature, sufficientemente intensa, deve essiccare rapidamente senza attraversare la carta, deve scorrere facilmente sulla penna (normale o stilografica), non deve formare grumi o depositi nei calamai o nei serbatoi delle penne e non deve corrodere i materiali con cui viene a contatto.
L'inchiostro di biro, imprigionato nella carta, si può rimuovere lasciandolo in acqua 30 secondi, e successivamente grattando delicatissimamente con una piccola siringa (dalla rete).

domenica 26 giugno 2016

Luoghi di Tamerici

 
Parlammo sicuri tra belle acque
bagnate da tamerici
e accordammo parole, quiete le nostre mani
– ricche in oro estorto –
e le fronti alte e assolate
dalle molte ore trascorse.
Dicevamo quello che non volevamo dire
e tacevamo le intenzioni amare;
immensamente gentili,
noi – i mortali, i non amati –
vegliavamo su rispettabili leggi umane.
Cosí, vedevamo cavalcare Ciro il nobile,
l’eletto, prudente sin dall’infanzia.
E noi, corruttibili e accecati dalla
bellezza del suo aspetto, muti
e silenziosi
dietro lo scudo di suo fratello Artaserse.
 
Susanna Rafart
Traduzione di Francesco Ardolino
Pozzo di neve
 
 
La tamerice appartiene al genere Tamerix che conta una cinquantina di specie ed è parte dalla famiglia delle Tamaricaceae. Il portamento può essere cespuglioso, arrotondato e in alcuni casi anche piangente. Cresce spontaneamente sulle coste di tutta l’Europa e dell’Italia. Se viene coltivato come albero mediamente raggiunge i 3 metri in altezza e larghezza. In casi particolari, però, può addirittura crescere fino a 5 metri.
La tamerice è un bell’arbusto, molto decorativo, caratterizzato da un’abbondante fioritura portata sui suoi fini rami. Il suo habitat naturale sono le coste. Tutte le specie di tamerice sono originarie dell’Europa, in particolare delle regioni mediterranee, e dell’Asia, più precisamente della Cina. Nei giardini vengono utilizzate circa 12 specie, anche se spesso le denominazioni e classificazioni sono un po’ confuse a causa della difficoltà di identificazione (possibile alle volte solo grazie ad un microscopio).
La sua coltura è piuttosto semplice visto che si adatta bene a diversi climi e terreni. È inoltre molto resistente alle malattie. È quindi un’ottima scelta per chi voglia inserire una pianta decorativa ma che richieda poca manutenzione.
Il periodo di fioritura dipende dalla specie. Alcuni fioriscono in primavera, altri in estate o autunno. Quest’evento è veramente degno di nota perché tutti i rami si coprono leggermente di piccoli fiori, di solito color rosa pallido, raccolti anche in grappoli pendenti, più o meno lunghi. L’effetto estetico è di grande eleganza e leggerezza.
Le tamerici che fioriscono in primavera, inoltre, lo fanno prima della comparsa delle foglie. In questo caso le corolle coprono tutte le branche e rendono l’evento particolarmente spettacolare.
Il fogliame, verde chiaro e caduco, è formato da numerose e piccolissime foglie alterne a forma di scaglia allungata, fini e morbide, direttamente attaccate al ramo.
Da lontano potrebbe venire scambiato facilmente per un ginepro, ma col vantaggio di non avere spine.
Sono arbusti rustici, robusti, decorativi e richiedono davvero poche cure. È per questo che sono numerosi nei giardini, specie nelle zone litoranee. Resistono molto bene al vento e sono perfetti sia per l’utilizzo come esemplare isolato sia per la formazione di siepi libere.
Inserire una tamerice come esemplare isolato dà un tocco mediterraneo ad ogni giardino (dalla rete).

 
le tamerici, sole e caldo;
lungo la spiaggia le prime avvisaglie di mare
poi onde e risacche,
poi tutto quello che siamo...

sabato 25 giugno 2016

Meditazione estiva, Salvia e Rosmarino


anfratti,
siamo angoli riposti,
nascosti;
il buio della sera,
il rosmarino e la salvia;
gli occhi col tempo si stancano,
la luce rimane dentro
ma fuori si opaca...
 
Gujil


La salvia, oltre ad essere una buonissima spezia che arricchisce il gusto di molti cibi, è un’ottima erba curativa.
Il suo nome botanico deriva dalla parola latina “salvere” che significa “essere salvati”.
Oggi la scienza conferma le proprietà benefiche della salvia, che gli antichi curatori biblici e la medicina popolare hanno sempre affermato.
Se prima veniva utilizzata per migliorare la memoria e le funzioni cerebrali, oggi degli studi documentano i potenziali benefici della salvia nel trattamento dell’Alzheimer.
Si crede, inoltre, che la pianta aiuti l’organismo in varie tipologie di disfunzioni cardiache, contro l’infertilità, e che offra longevità.
Uno studio riportato nel Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics dimostra l’effetto protettivo della salvia nelle cellule nervose, contro i danni causati dall’accumulo di proteine amiloidi riscontrata negli individui affetti da Alzheimer. 
L’acido rosmarinico contenuto nella salvia ha proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, ed è in grado di mitigare la morte delle cellule nervose.
Della stessa famiglia fa parte il rosmarino, anch’esso molto usato in cucina e che offre tantissimi benefici per la salute.
Tra questi l’aumento della memoria e dell’energia, la riduzione di tachicardia e la cura delle cataratte.
Le proprietà benefiche del rosmarino sono racchiuse nel suo olio essenziale, che conferisce anche il suo intenso e buonissimo profumo.
Tra gli importanti costituenti chimici del rosmarino troviamo i flavonoidi, composti con proprietà antiossidanti, antinfiammatori, antivirali, antinfettivi, antiallergici, antiemorragici e antiaggreganti, proteggono e garantiscono il benessere di molteplici apparati organici, bloccando gli attacchi ossidativi dei radicali liberi, degli agenti nocivi esterni, dello stress psicologico e fisiologico e dei disturbi conseguenti all’invecchiamento.
Altri effetti terapeutici del rosmarino per l’organismo includono le sue proprietà antispastiche, antidolorifiche, digestive, antimutagene, diuretiche, come tonificante nervino, efficace nel trattamento di cefalee e nelle affezioni reumatiche e muscolari.
E’ un ottimo rimedio naturale contro i capelli grassi, e viene impiegato nelle cure contro la calvizie prematura, grazie all’attività stimolante che esercita sui follicoli dei capelli.
Per preparare un buon infuso a base di rosmarino aggiungere 1-2 cucchiaini di foglie essiccate in una tazza di acqua bollente, dopo 10-15 minuti filtrare (dalla rete).

ricetta con pochi ingredienti:
200 gr di sale grosso
1 mazzetto di salvia e rosmarino freschi
1 barattolo di vetro
Io ho utilizzato salvia e rosmarino perche’ li adoro e li  uso in qualsiasi pietanza,ma si possono sostituire con altri aromi (timo,maggiorana,origano ecc.).
Lavare il rosmarino e la salva, staccare le foglie e introdurle nel robot con il sale,
tritare e mettere tutto in un recipiente in vetro.
Si puo’ usare questo condimento per:le patate,il pollo,le scaloppine e per tutto quello che preferite ed e’ sempre fresco.
N.B.  attenzione quando usate questo preparato non aggiungete altro sale.
(dalla rete: i manicaretti di nonna Lella)

venerdì 24 giugno 2016

Auguri


 
 
La parola più bella
 
Mamma. Nessuna parola è più bella.
La prima che si impara,
la prima che si capisce e che s'ama.
La prima di una lunga serie di parole
con cui s'è risposto alle infinite,
alle amorose, timorose domande
della maternità.
E anche se diventassimo vecchi,
come chiameremmo la mamma
più vecchia di noi?
Mamma.
Non c'è un altro nome.
 
Marino Moretti
 

 
giorno di auguri,
li faccio lo stesso, comunque,
li faccio a prescindere;
anche se non sei più primo pensiero,
nel cuore è tumulto,
sempre, comunque...

giovedì 23 giugno 2016

Tavolo...e sedie


Tavolo
 
Il tavolo sogna spesso di esser stato un animale.
 
Ma se fosse stato un animale non sarebbe una tavola.
 
Se fosse stato un animale sarebbe scappato via come
gli altri
all'arrivo delle motoseghe che tagliavano gli alberi per
ricavarne tavoli.
 
Nella casa ogni sera viene una donna
e gli passa uno straccio tiepido sul dorso come fosse
un animale.
 
Con le sue quattro gambe il tavolo potrebbe andarsene
dalla casa.
Ma pensa alle sedie che lo circondano e un animale
non abbandonerebbe i suoi figli.
 
Quel che piace di più al tavolo è che la donna gli faccia
il solletico
mentre raccoglie le briciole di pane lasciate dai bambini.
 
Juan Carlos Galeano
Traduzione di Danilo Manera
Amazzonia. Finestre, nuvole, canoe
 

 Il tavolo è formato da un piano orizzontale di legno, metallo, plastica o altro materiale rigido sostenuto da due, tre, quattro o più gambe, di forma e dimensioni diverse a seconda dell'uso a cui è adibito.
Può anche essere sostenuto da una colonna centrale, in questo caso di solito ha un aspetto più elegante e una superficie più limitata e spesso circolare.
Il tavolo viene usato in cucina o in sala da pranzo per consumarvi le vivande. Può essere però usato in alternativa alla scrivania in uno studio o in ufficio (da Wikipedia).
 

sedie, anche le sedie,
quelle dove si stava, scrivendo, pensando;
piene di sospiri e passioni,
sotto a un tavolo, ma sedie...

mercoledì 22 giugno 2016

Meditazione in Giugno



Le cose, il loro senso, le vite;
piccoli ammassi stellari
nell'Universo del sempre.
Siamo balia della vita, delle cose,
sempre, comunque, e poi.
Piccole ribellioni ci permettono
di alzare gli sguardi e vedere.
 
Gujil
 

martedì 21 giugno 2016

Il bosco

 
Daniele Consani
Il bosco incantato

Nel bosco
 
Sono andata nel bosco
nel mattino ricco di luce
vagamente per te sperando cogliere
dalla musica tenera dell'aria
qualche fresco sussurro di parole
ed ecco ti porto invece
solo un poco di fragole rosse,
profumano e brillano,
per la tua gioia, o amato.
 
Sibilla Aleramo
 

bosco
/bò·sco/
sostantivo maschile
(dalla rete)
 
Una superficie coperta da vegetazione forestale che si sviluppa su almeno 5000 metri quadri, di larghezza mediamente maggiore di 20 metri e copertura della superficie non inferiore al 20%.

1. - Estensione notevole di terreno sulla quale cresce e si sviluppa un'associazione vegetale d'alberi d'alto fusto, di arbusti, suffrutici ed erbe; secondo il tipo di pianta predominante: bosco di querce, di larici, d'abeti, di pini; far la legna nel bosco; fragole di bosco.
• Bosco ceduo, vedi ceduo.
• Frutti di bosco, mirtilli, lamponi, more, ribes: "gelato ai frutti di bosco"
• Uccello di bosco, libero (figurato: rendersi, essere uccel di bosco, far perdere le proprie tracce, rendersi irreperibile, specialmente per sfuggire alla giustizia).
• Essere da bosco e da riviera, di persona capace di adattarsi a ogni situazione.
• figurato. Intrico, groviglio; affollamento tumultuoso: un bosco di capelli; Un bosco d'alabarde, d'uomini e di cavalli (Carducci).

2. - L'insieme dei fascetti di erica o di altri ramoscelli secchi che vengono disposti sopra graticci perché i bachi da seta vi si rechino a tessere il bozzolo.
 
 
amare con passione, trasporto,
spinti dai sensi, dai corpi;
le pulsioni attanagliano i sessi,
il sesso unisce, sempre nel fisico;
l'amore spesso divide...

lunedì 20 giugno 2016

La coscienza


sepolta da strati di scuse,
nascosta, intima, mia,
coscienza dell'anima,
anima in pensa, ansiosa...
 

Coscienza
 
La coscïenza mia, usa al cimento,
Era uno scudo di temprato acciaro,
Lucido e forte, invulnerato e chiaro;
Squillava il suo metal come l’argento.

Sorgendo, l’orbe suo vinceva in poco
Spazio l’orror della più fitta notte,

E tra le nubi sgominate e rotte
Sedea come un superbo astro di foco.

 
Tal fu, tal più non è: sopra il suo disco
Immobil ora si distende un’ombra.
Che la mia mente di paura ingombra
Ogni qual volta di guardarvi ardisco.

E fuor del suo metal temprato e forte
Scoppia una voce d’ira e di flagello
Che per l
’anima mia suona a martello
La rovina e il terror, l’odio e la morte.
 
Arturo Graf
 
 
La coscienza
(Nella formulazione freudiana, in tedesco Bewusstsein)
è una qualità della mente
che di solito include altre qualità quali ad esempio la soggettività, la autoconsapevolezza, la conoscenza e la capacità di individuare le relazioni tra sé e il proprio ambiente circostante.
Nel linguaggio comune, si intende per coscienza la consapevolezza dell'ambiente circostante e la facoltà di interagire con esso; ciò in contrasto all'inconsapevolezza.
L'espressione "livelli di coscienza" indica che la coscienza pare variare a seconda dei diversi stati mentali (come per esempio l'immaginazione e i sogni a occhi aperti.

L'incoscienza si definisce, per negazione, come
lo stato mentale nel quale la coscienza è assente.
 
In alcuni filoni di pensiero, soprattutto religiosi, la coscienza non si estingue dopo la morte ed è presente anche prima della nascita. Ma, appena oltre la percezione comune, la coscienza è ben difficile da definire o individuare. Molte tradizioni culturali e religiose situano la coscienza in un'anima separata dal corpo. Per contro, molti scienziati e filosofi considerano la coscienza qualcosa di inseparabile dalle funzioni neurali del cervello. Le domande sull'origine e la definizione della coscienza sono alla base di importanti questioni etiche.
Ad esempio: in che senso è possibile dire che alcuni animali sono coscienti? In quale momento dello sviluppo fetale inizia la coscienza? È possibile immaginare macchine coscienti?
Domande tanto più centrali in quanto coinvolgono direttamente il nostro modo di rapportarci agli altri, siano essi animali, embrioni umani o, magari in futuro, macchine intelligenti (da Wikipedia).
 
 
 

domenica 19 giugno 2016

Mattinale di giugno

 
mattina nuvolosa,
grigia come il ricordo di ieri,
uguali e contigue le cose;
in un gemito sprofondo
in profondi respiri di ansie.
 
Gujil

sabato 18 giugno 2016

Il mio temporale

temporale
- TRECCANI - 
 
Perturbazione atmosferica, violenta e passeggera, con scariche elettriche (a differenza della tempesta, in cui esse mancano).
A seconda della loro origine i temporali si distinguono in temporali di calore e temporali ciclonici.
I temporali di calore hanno origine quando il suolo e gli strati d’aria adiacenti si surriscaldano e l’aria diventa instabile.
Dapprima si formano correnti ascendenti che dagli strati inferiori portano in alto aria; essa, salendo, si raffredda fino a che il vapore d’acqua non condensa e forma cumuli dal caratteristico colore bianco. Se l’instabilità iniziale non è molto accentuata il fenomeno si arresta, altrimenti i cumuli si gonfiano e si incupiscono, trasformandosi in cumuli-nembo, dai quali ha origine la pioggia.
Nella categoria dei temporali di calore rientra il cosiddetto temporale orografico, determinato dalla situazione orografica di un dato territorio e quindi localizzato. I temporali orografici si producono quando a ridosso di un rilievo montuoso si forma una colonna ascendente di aria calda umida che si surriscalda passando su suolo roccioso fortemente soleggiato.
I temporali ciclonici nascono da correnti ascendenti del ciclone e si sviluppano in modo analogo ai precedenti, salvo che nella fase finale, nella quale si ha formazione di nembi-strato  (dalla rete).
 

Temporale
 
Passando, s’incontra all’improvviso qui la vecchia
quercia gigantesca, alce pietrificato dalla
chioma sconfinata sulla fortezza nero-verde
del mare di settembre.
Temporale del nord. È il tempo in cui maturano
grappoli di nespole. Vegliando al buio si sentono
scalpitare le costellazioni alle loro poste
in alto sopra l’albero.
 
Tomas Tranströmer
Traduzione di Maria Cristina Lombardi
Poesia dal silenzio

 
 

la mia vita è temporale,
scrosci di pioggia, vento;
le chiome impazzite, agitate
i mie capelli crescono,
le mie possibilità calano...

 




Secondo William Roberts dell'Università del Western Ontario (Canada), solo l'uomo ha una vera e propria memoria temporale, mentre gli animali ne sarebbero privi o comunque risulterebbe molto limitata.
Lo studioso ha condotto un esperimento su alcuni topi, lasciandoli liberi in un labirinto dove potevano trovare sia cibo gradito che non.
In base a questo esperimento, lo studioso ha ipotizzato che gli animali hanno una memoria episodica. Ricordano cioè dove aver trovato il formaggio, ma più passa il tempo, più il ricordo svanisce.
La ricerca darebbe quindi ragione, afferma Roberts, alla teoria che gli animali siano bloccati nel tempo senza nessuna percezione del passato e del futuro. (fonte Focus).
Tale ipotesi però è generalmente contestata da tutti i padroni di animali. E' sufficiente che vi fate un giro sul web per cogliere le obiezioni in proposito, con tanto di esempi e racconti da parte di chi possiede un animale (dalla rete).

venerdì 17 giugno 2016

Attese


 
L’attesa
 
Chi attende guarda il paesaggio aspettando chi non
verrà.
 
In lontananza si vede benissimo chi non verrà.
Lo si scorge in una barca solitaria, nel cielo, tra le
nuvole.
 
Due alberi tendono i rami per brindare al successo
del giorno.
 
Chi attende sarebbe felice se i granelli di sole che
entrano nella sala
volessero trasformarsi in chi verrà.
 
Chi non verrà passa a cavallo di una mosca senza
chiedere come va.
 
Chi attende vorrebbe che anche la barca solitaria e
le nuvole si preoccupassero.
Non sarebbe nemmeno male se gli alberi del brindisi
mostrassero un po’ d’interesse.


Juan Carlos Galeano
Traduzione di Danilo Manera
Amazzonia. Finestre, nuvole, canoe
 
 
attésa
sostantivo femminile [der. di attendere]
- TRECCANI _
 
- 1. L’attendere, e il tempo che si attende: l’a. del treno; sala d’a., d’aspetto; fare una lunga attesa. Anche, lo stato d’animo di chi attende, cioè il desiderio, l’ansia con cui si attende un evento: grande era nel pubblico l’a. dello spettacolo annunciato; venir meno all’a.; deludere l’attesa. Molto com. la locuz. avv. in attesa, aspettando: in a. di conoscere l’esito; essere, restare in a.; spec. nelle lettere: in a. d’una tua risposta, ti saluto cordialmente; di più recente diffusione, la locuz. agg. di attesa, per indicare, anche nel linguaggio polit., situazioni non definite né definitive: essere in posizione di a.; prendere una decisione di a., e sim. In telefonia, a. in blocco, quella che si ha quando un centralino, nel corso di una comunicazione esterna, effettua un collegamento con un apparecchio interno, pur mantenendo in blocco la linea con l’esterno. In informatica, tempo di a. di una memoria, intervallo di tempo che trascorre dal momento in cui l’unità centrale del calcolatore ordina un trasferimento da o verso la memoria e il momento in cui esso comincia. Nel linguaggio sindacale, lavoro di semplice a. (in contrapp. a lavoro effettivo), tipo di prestazione che per la sua stessa natura (di autista privato, di fattorino, ecc.) impone degli intervalli d’inattività.
- 2. La cosa che si attende, significato corrente in statistica; precisamente, per una variabile casuale ai singoli valori della quale può essere assegnata una probabilità di occorrenza, è il valore con probabilità maggiore, detto anche a. matematica, speranza matematica, valore di a., valore di aspettazione. È detta condizionata l’attesa di una variabile casuale se essa è precisabile soltanto specificando il valore di un’altra variabile casuale.
 

attesa, parola conosciuta bene,
quante volte, in quanti posti,
non mi manca aspettare,
ci sono attese che uccidono...

giovedì 16 giugno 2016

"Tempus fugit"

"Tempus fugit"
il tempo passa come un'ombra
antica meridiana da qualche parte
nel mondo, forse in Francia,
comunque in paese di lingua francofona
Tempus fugit
 
Deliziosa Primavera,
breve gioia passeggera,
vola via, l'ala leggera –
Dolce Estate dorata.
ospite a lungo bramata –
si annuncia, e già è passata –
Autunno gioia segreta,
delizia non completa –
raffiche di tempesta –
non c'è nulla che resta –
fragile esperimento
a un alito di vento –
trascorso, rovesciato
appena venuto, già andato –
Fare e disfare
insonne faticare,
un incessante alterno
dal nuovo al vecchio andare
un logorarsi eterno
fino al gelido Inverno.
 
Christina Rossetti
traduzione di Silvio Raffo
Nostalgia del cielo

 
"Tempus fugit"
(il tempo vola)
 
è un’espressione latina che nasce da un verso delle Georgiche di Virgilio - Sed fugit interea, fugit irreparabile tempus – e che passando per l'opera di Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie, arriva ai giorni nostri e diventa locuzione di uso comune, una sorta di presa di coscienza del trascorrere inesorabile del tempo che alla malinconia di fondo aggiunge però l’invito a godere del presente perché Chi vuol essere lieto, sia: di doman non c'è certezza come scriveva Lorenzo de’ Medici nella seconda metà del ‘400.
E se Platone definiva il tempo come l'immagine mobile dell'eternità, Einstein con la sua teoria della relatività introduce nel Novecento un nuovo concetto più ampio di spazio-tempo in cui il tempo è una dimensione dello spazio.
Tempo come dimensione fisica che si misura in istanti che si susseguono sempre uguali a formare i minuti e le ore e i giorni e gli anni della nostra vita.
Tempo come stato di coscienza e percezione soggettiva che si espande all'infinito nel tempo della gioia e dell'innamoramento, e si contrae nel tempo del dolore e della vecchiaia.
Tempo che corre, senza più una meta, nella frenesia del nostro vivere quotidiano, tempo che non solo fugge, ma tutto divora come già Kronos - Κρόνος - il dio greco (dalla rete).
 
 
già "tempus fugit..."
lo trovo ognidove nella mia mente,
il tempo, costante,
il futuro?