Il rito
Inizia e si compie
un rito pietoso
in quell’abbraccio
infinitamente piccolo
infinitamente tenero
eppure definitivo
tra due vite
fragili malate
vacillanti
prima
della fine.
Una madre e un criceto.
Lei lo culla
tra dita di filigrana
e nenie
insensate e lievi
perché il sonno arrivi
la sofferenza s’acquieti
e la paura
quella del poi
che leva il fiato
e ammorba i pensieri
si assopisca
come una bimba crudele.
E in quell’odore
di semi rancidi
e ferite
e rassegnazione
c’è tutto il dolore
del mondo.
L’inutile dolcezza
dell’amore.
Il male del vivere
e morire.
peccato che il criceto di gujil sia morto sul serio
RispondiEliminapace all'anima sua!