Certo un mistero altissimo e più forte
dei nostri umani sogni gemebondi
governa il ritmo d'infiniti mondi
gli enimmi della Vita e della Morte.
Ma ohimè, fratelli, giova che s'affondi
lo sguardo nella notte della sorte?
Volere un Dio? Irrompere alle porte
siccome prigionieri furibondi?
Amare giova! Sulle nostre teste
par che la falce sibilando avverta
d'una legge di pace e di perdono:
«Non fate agli altri ciò che non vorreste
fosse a voi fatto!». Nella notte incerta
ben questo è certo: che l'amarsi è buono!
Guido Gozzano
di un dì ritrovati amanti e spersi
nell'ingnoranza affimera e certa
di attimi dissacranti e languidi...
Ignoramus
et
ignorabimus
〈... in’n’oràbimus〉
Aforisma latino
(«ignoriamo e ignoreremo»),
pronunciato dal fisiologo
tedesco
Emil Du Bois-Reymond
in una sua conferenza del 1880
e diffuso poi
nel linguaggio filosofico
per indicare lo spirito di agnosticismo
scettico
nei riguardi delle superiori verità metafisiche,
proprio del
positivismo
-TRECCANI-.
Nessun commento:
Posta un commento