Vincenzo Cardarelli scrisse questa poesia il primo giorno di primavera del 1942: è una percezione che ci trasmette, quel rigoglio primaverile che non è solo della natura, ma anche delle cose, se risaltano le case e le persiane, gli antichi tronchi morti e le rovine; se ne viene travolta pure la città, che sembra quasi trasformarsi in campagna (dalla rete).
Primavera
Oggi la primavera
é un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi:
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce:
Tutto è color di prato.
Anche l’edera è illusa,
la borraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
d’umori campestri.
Ebbra la primavera
corre nel sangue.
Vincenzo Cardarelli
verde a perdita d'occhio vedo,
la città vive il ritorno, le strade;
ancora verde nei mie occhi svegli,
silenzio mattutino, e pace, e giorno...
La sua è una poesia descrittiva lineare, legata a ricordi passati di qualunque tipo,siano paesaggi animali persone e stati d’animo, che vengono espressi con un uso di un linguaggio discorsivo e nello stesso tempo impetuoso e profondo.
(dalla rete)
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