suoni lontani
voci scomparse e volti;
la mia liberazione nel cuore
con loro, i miei cari...
In queste poche righe di Dino Buzzati ho ritrovato il senso di questa giornata, quella gioia che la mia generazione non ha direttamente vissuto ma che dobbiamo ricordare per non perdere la memoria storica.
Mia madre mi raccontava la sua versione contadina, col senso di nuovo davanti e il dolore della perdita di suo fratello (il partigiano "Noemo", zio Gino per me, morto il 6 aprile del 45).
Quella di mio padre la versione quasi opposta di un ragazzo di 20 vent'anni obbligato repubblichino ma disertore e fuggiasco, nascosto da suo padre nel frigorifero del bar per non farlo deportare (il frigorifero credo non sia stato attaccato alla rete elettrica).
Ricordo alcune manifestazioni da ragazzo, cortei pieni di gente, fiori, canti, bandiere.
Ora è diverso ma dentro di noi deve persistere il ricordo.
Buon 25 aprile a tutti!
Gujil
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