Benedizione
O morbi esiziali, o stuolo amico,
Che circuendo vai le nostre porte,
Ti benedico; in noi tu della sorte
Il danno cessi ed il ludibrio antico.
Che circuendo vai le nostre porte,
Ti benedico; in noi tu della sorte
Il danno cessi ed il ludibrio antico.
Vorticoso tifon, tu che all’aprico
Deserto imperi, e sull’erranti scorte,
Ululando, il terror soffii e la morte,
Vorticoso tifon, ti benedico.
E benedico te, voraginoso
E benedico te, voraginoso
Mare sterminator, che mai da quando
Ti vede il sol non avesti riposo.
E te, foco divin, ch’ebbro t’avventi,
E te, foco divin, ch’ebbro t’avventi,
Sfolgori, incenerisci, ed esultando
Il fumo sperdi e le faville ai venti.
Arturo Graf
Arturo Graf
La benedizione è un'invocazione della grazia e del favore di una o più divinità su qualcuno o qualcosa. Per estensione, è un'invocazione di bene per qualcuno o qualcosa.
Nella religione cristiana e in altre religioni, la benedizione è una formula rituale con cui il sacerdote (o ministro di Dio, ma anche il capofamiglia o patriarca) invoca la protezione e la grazia di una divinità su persone o cose. Per alcune religioni è l'azione che un uomo investito di uno speciale potere sacerdotale
può esercitare su altre persone o cose affinché queste ultime abbiano
il "favore divino". Come indica la parola, la benedizione può
comprendere formule verbali, anche se spesso s'accompagna con gesti
(nelle liturgie cristiane l'aspersione o il segno della croce fatto con tre dita)
benedici questo nostro vivere nel mondo,
benediciamo la vostra decisiva unione;
benedire è più facile, più sereno e gentile,
siamo preda di "status quo" e frasi fatte...
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