Campo di baseball vuoto un pettirosso a salti per la panchina.
Jack Kerouac
uccellini come scuse,
briciole di pane e balconi;
suocere stanche sopravvivono al tempo che le mina con gli anni...
Piccolo, colorato, con un carattere vivace e un canto melodioso.
Il
pettirosso è il simbolo della vita che sopravvive anche nel freddo
dell’inverno e forse è per questo che da sempre ha emozionato l’uomo.Il petto del pettirosso maschio è di un rosso ruggine intenso, l'opposto di quello della femmina che è invece più chiaro, con delle tonalità più rossastre-arancioni. Anche le piume delle ali e della coda sono differenti; quelle del maschio tendono a essere nere molto scure mentre la femmina ha in genere un piumaggio dal colore più simile al carbone. Inoltre, nelle uccelline si nota un minore contrasto tra le piume della testa e della schiena (che appaiono in genere di un colore nero-grigiastro) rispetto ai maschi. (dalla rete)
Nel crepuscolo caldo-umido grigio-umido la bellezza del volatile, del danzatore negli spazi di sogno multicolori.
Le tracce della bellezza, quali profezie? Il finto sistema dell’universo si è rotto, frammenti di movimento spuntano e spariscono, nero cristallo, strani profondi colori, nuovo caos bolle sotto la bella superficie fragile che diventa bellezza per il suo andare in pezzi.
Grigia città gigante, verso est. Al di sopra della città fluttua il velo protettore, Pokrov, invisibile, nero ed enorme.
(Pokrov – l’icona di Vlacerny, Ekelöf, John Tavener). Lei ha avvolto il suo velo sopra i perseguitati e li ha nascosti nella sua invisibilità.
Un uomo solo va errando cupo nel paesaggio infinitamente splendente, il suo volto è miele (Maestro di Siena – il paesaggio fluttuante sopra il regno dei morti).
Birgitta Trotzig
da "Nel fiume di luce"- Poesie 1954-2008, Mondadori
Eccoli qui prossimi a maturare, questi frutti d'un altra riva. "Sole dell'essere, nascondimi" – parola del fuggiasco. E dirà chi l'avrà visto passare: chi fu quest'uomo e quale la sua casa? Andava solo nel fuoco del giorno delle notti la porpora a mostrare?... Sole dell'essere, Principe e Maestro! le opere nostre sono sparse, i compiti senza onore, le messi senza mietitura: la legatrice di covoni attende al fondo della sera. Eccoli qui tinti del nostro sangue, questi frutti di tempestosa sorte.
Con il suo passo di legatrice di covoni la vita se ne va, senza odio e senza ricompensa.
Saint-John Perse
Traduzione di Giorgio Cittadini
notturno
[not-tùr-no]aggettivo, sostantivo
aggettivo:
Della notte; che avviene o si svolge di notte: le ore n.; spettacolo n. || locali n., aperti fino a notte inoltrata | animali n., dalle abitudini notturne, soprattutto in riferimento a uccelli e farfalle
sostantivo maschile:
1.-musicale: Composizione strumentale breve, soprattutto pianistica, di carattere romantico-sentimentale: i n. di Chopin
2.-estensivo: Scena notturna rappresentata in pittura, in letteratura, nel cinema
sono da sempre presenti nell’immaginario collettivo.
L’idea di una creatura mitologica, che popola i mari ed incute timore ai marinai, ha stuzzicato la fantasia degli scrittori (pensiamo a Jules Verne per esempio) che, per rappresentarla, hanno iniziato a servirsi di espedienti sempre più audaci e legati ad antiche credenze.
Essi hanno dato così origine ad una tipologia di racconto piuttosto comune, incentrato su un animale mostruoso che vive nel mare e semina il terrore.
L’archetipo del mostro marino che ingoia l’eroe è presente, ad esempio, anche nella letteratura per bambini.
Pensiamo per esempio a Pinocchio o a Il soldatino di stagno .
Lì l’isolamento nel ventre del pesce mette in contatto con la coscienza e porta alla decisione di uscire dalla propria chiusura mentale.
I mostri marini, d’altronde, possono assumere le forme più variegate: dal drago al serpente, fino ad arrivare ad esseri dotati di mille tentacoli.
Essi possono avere una consistenza gelatinosa oppure ricca di squame.
Possono essere dotati di fauci o di semplici ventose.
Indipendentemente dal loro aspetto, fanno parte della storia della letteratura da sempre, poiché rappresentano forze soprannaturali, contro le quali l’uomo si rivela impotente, o quasi.
Essi si nascondono nel profondo degli abissi e attaccano non visti, all'improvviso.
Nel mondo antico, in cui gli spostamenti via mare erano gli unici possibili, rappresentavano il rischio e l’ignoto del viaggio sia esso di andata o di ritorno.
Suscitano terrore e ostilità, anche perché in fondo rappresentano il lato oscuro e bestiale
che si nasconde in ognuno di noi. E dunque, esaminiamo cinque figure di
mostro marino che, nella letteratura di tutti i tempi, hanno fatto
molto parlare di sé. (dalla rete)
1. Il leviatano: Un mostro antico dalla forza leggendaria 2. Il calamaro gigante: Forse il più classico fra i mostri marini3. Il serpente marino: Il mostro per eccellenza della mitologia 4. Lo squalo: Un pesce assassino che ha ispirato numerose pellicole cinematografiche 5. Moby Dick: Una balena bianca (un capodoglio) simile ad un fantasma
Mi arrendo. La religione la mafia la politica e il calcio l’esercito e la moda muovono più gente di me.
Sono milioni o pochi ma totalmente decisi al tutto per tutto. Ho a che fare solo con le piccole folle di un cinema notturno con la solitudine dei giocatori che officiano una partita di scacchi con il tepore di alcune donne
Leggo torno a vedere un vecchio film faccio notte con Coltrane e allungo il braccio e accarezzo la mia bella che mi invita fumando.
Mario Trejo
fogli scritti a mano si perdono
in cassetti dimenticati dell'anima;
ricordo manoscritti preziosi,
giacciono spenti in un anfratto montano...
Un manoscritto
(dal latino manu scriptus, cioè "scritto a mano", abbreviato in inventari e cataloghi come ms) è un qualsiasi documento scritto a mano, in opposizione a quelli stampati o riprodotti in un qualsiasi altro modo.
Rientrano quindi in questa categoria anche i graffiti e le incisioni (su tavolette di qualsiasi materiale).
Comunemente, però, con questo termine si designano testi scritti a mano e redatti in forma di libro.
In editoria sono considerati manoscritti anche i testi dattiloscritti che non sono ancora passati attraverso il processo di stampa.
L'esempio tipico è la copia che l'autore ha scritto personalmente.
Sua caratteristica precipua dev'essere l'unicità.
Il periodo d'oro dei manoscritti è situato nel Medioevo, quando gli amanuensi trascrissero migliaia di testi dell'antichità conservandoli in codici che li hanno preservati nei secoli.
La disciplina che studia i manoscritti in quanto oggetti è la codicologia, mentre lo studio della scrittura è affidato alla paleografia.
Lo studio e l'edizione dei testi contenuti nei manoscritti è di competenza della filologia.
I manoscritti non sono definiti dal loro contenuto, che può essere contraddistinto da testo in prosa come da calcoli matematici, mappe, figure esplicative o illustrazioni.
I manoscritti possono essere in forma di libro, di pergamena o in formato codex.
I manoscritti miniati sono arricchiti da immagini, decorazioni ai bordi, lettere iniziali in rilievo o illustrazioni a piena pagina.
La carne è triste ahimè! e ho letto tutti i libri.
Fuggire! laggiù fuggire! Io sento uccelli ebbri d’essere tra l’ignota schiuma e i cieli! Niente, né antichi giardini riflessi dagli occhi terrà questo cuore che già si bagna nel mare o notti! né il cerchio deserto della mia lampada sul vuoto foglio difeso da suo candore né giovane donna che allatta il suo bambino. Io partirò! Vascello che dondoli l’alberatura l’àncora sciogli per una natura straniera!
E crede una Noia, tradita da speranze crudeli ancora nell’ultimo addio dei fazzoletti! E gli alberi forse, richiamo dei temporali son quelli che un vento inclina sopra i naufraghi sperduti, né antenne, né antenne, né verdi isolotti… Ma ascolta, o mio cuore, il canto dei marinai!
Il non sapere niente della morte non salva gli animali dalla morte ma li fa passare indenni per terre e fuochi della fine, li consola delle epoche al tramonto. O forse gli animali aggiungono al tormento il sasso del silenzio. E anche loro avvertono i grandi mutamenti, i venti che si accumulano, la terra che si assottiglia e si apre sotto il passo, non più asciutto né forte, della specie.
Daniele Piccini da "Inizio fine"
odiata morte, risolutrice, cattiva;
qualche volta è liberazione, spesso
invece toglie senza dare nulla;
ricordo ancora i miei occhi di allora...
Anche la morte fa parte del ciclo della vita di una persona.
Per questo è importante accettare ed avere un atteggiamento positivo nei confronti della morte.
In ogni cosa che finisce c’è l’inizio di qualcos’altro.
La morte non è in opposizione alla vita, non c’è dualità in questo, come invece noi pensiamo. La morte è complementare alla nascita, almeno in questo mondo. Dove c’è la nascita c’è anche la morte, e la vita include tutto questo. La vita in qualche modo è eterna, perché è il ciclo della nascita e della morte, tutti i cicli compongono ed appartengono alla vita.
Come la nostra anima, che appartiene alla vita, non solo dalla nascita e fino alla morte.
Con la morte se ne va l’ego, ma noi non siamo solo il nostro ego, siamo molto di più, siamo quello che è stato con noi fin dal momento della nascita e che ci accompagnerà anche nella morte.
Questo non è l’ego, perché quando nasciamo non abbiamo nessuna esperienza personale, eppure ci siamo, esistiamo e da subito diamo il nostro contributo alla vita (dalla rete).
Passa, sono sepolti… Una nuvola scivola suldisco del sole. La fame è unalto edificio che si sposta di notte nella camera siapre l’oscura tromba dell’ascensore versole viscere. Fiori nel fossato. Fanfara e silenzio. Passa, sono sepolti… Le posate d’argento sopravvivono in grandi frotte a grandi profondità dove l’Atlantico è nero.
Tomas Tranströmer
da "Poesia dal silenzio"
Con la parola silenzio si intende la relativa o assoluta mancanza di suono o
rumore; un ambiente che produca suono inferiore ai 20 decibel viene
solitamente considerato silenzioso.
In senso figurato, può indicare l'astensione dalla parola o dal dialogo (da Wikipedia).