martedì 30 aprile 2019

Ancora domande

Dove ci troveremo l’estate prossima?
               Domanda che sempre affiora
               in autunno quando con l’auto attraversiamo
la pianura del nord, a mezzogiorno, e ognuno
               pensa a una felicità, solo, senza dir nulla.
Settembre, vastità del giorno, muri frondosi,
                   la luce marina e i rapidi venti e sempre pensi
i baci sono durevoli, sempre pensi – che cosa pensi?
               Ancora una volta l’hai scampata, quest’estate.

Christoph Meckel
da "L’ angelo nella bufera"
traduzione di Gio Batta Bucciol
 
 
è un momento di domande,
capitano periodi così,
ci si chiede, ci si risponde... mah!
Gujil
 
 domande, domande, ancora comande,
che senso ha chiedersi cose
di cui non sappiamo risposte?
Eppure continuiamo a farci domande....

lunedì 29 aprile 2019

Domanda



Continui a chiedermi la data della mia nascita
prendi nota dunque
ciò che tu non sai,
la data del tuo amore:
quella è per me la data della mia nascita.
 
Nizar Qabbani
 
 
Domanda (o interrogazione) – espressione linguistica di una richiesta di informazioni, contrapposta all'asserzione e all'esortazione
Domanda – richiesta di informazioni, quesito posto al fine di verificare intelligenza, cultura o preparazione in un dato argomento
Domanda – richiesta fatta ad un'autorità o ad un ufficio
Domanda – azione di un soggetto nel processo civile per ottenere la tutela giurisdizionale
Domanda – beni o servizi richiesti dai consumatori e dal mercato economico
(da Wikipedia)

l'amore spesso sconfina,
diventa qualcosa di molto diverso;
si stinge la coppia col tempo,
subentra un nuovo stato di pace...

domenica 28 aprile 2019

Arcobaleno


Eppure sempre ancora rose
alte come l'estate
farfalle
battito d'ali di gabbiano
sul fiume

No
non dimentico
gli anni incendiati
non dimentico
che stivali

calpestarono l'arcobaleno
che presero le armi
per trasformarci in
rose di fuoco farfalle di fuoco ali di fuoco


eppure ancora sempre estate piena
il profumo
i ranuncoli sul fiume
l'oro sulla mia pelle

e le rose morte
dopo la notte
 
Rose Ausländer

da "Il nome della rosa"
traduzione di Elisabetta Potthoff


l’arcobaleno è un fenomeno ottico costituito da tanti minuscoli "prismi" (le gocce d'acqua) che danno luogo ad uno spettro quasi continuo di luce nel cielo laddove la luce stessa del Sole attraversa le gocce che si trovano in sospensione dopo o durante un temporale, o presso una cascata o una fontana.
La luce solare si disperde e viene riflessa e rifratta all'interno delle gocce d'acqua e ne vediamo il risultato (l'arcobaleno, appunto) quando intercettiamo con i nostri occhi i vari raggi colorati.
Questo avviene quando ci poniamo con un'angolazione di 40/42° rispetto alla direzione dei raggi che incidono sulle gocce.
Per questo vediamo l'arcobaleno quando il Sole è alle nostre spalle.
Per la stessa ragione l'arcobaleno non ha un luogo fisico, è un fenomeno "evanescente" che si manifesta ai nostri occhi solo quando ci troviamo nella posizione suddetta.
Se ci spostiamo (e/o si sposta l'insieme delle gocce), si "sposta" anche lui, perché "cambia" il luogo dei punti nello spazio dal quale vediamo provenire i raggi dello spettro.
(dalla rete)
 
diluvio di cose, di parole,
questo è il passato per me, ieri,
oggi è un presente di lunghi silenzi,
domani? chissà, parole in libertà...

sabato 27 aprile 2019

Novilunio


Il novilunio (o Luna nuova)
è la fase della Luna in cui il suo emisfero visibile risulta completamente in ombra.
Come segnala il nome stesso, anticamente il novilunio era il giorno in cui compariva di nuovo la luna.
 Tale giorno è spesso utilizzato come primo giorno del mese nei calendari lunari.
La Luna nuova avviene quando nel corso della sua orbita il nostro satellite è in congiunzione col Sole, cioè si frappone tra la Terra e il Sole.
Durante la fase di Luna nuova, non è possibile vedere la Luna in quanto essa è presente in cielo di giorno a poca distanza apparente dal Sole.
Se il novilunio si verifica quando la Luna si trova in un nodo della sua orbita, cioè sta attraversando il piano eclittico, la Luna risulta allineata perfettamente con la Terra e il Sole e perciò provoca il fenomeno delle eclissi di Sole (da Wikipedia).
Le fasi lunari:
la numero 1 è la fase di Luna nuova.
 
15
 
La luna nuova
Lei pure la guarda

da un’altra porta.
 
Jorge Luis Borges
da "17 haiku"
 
 un altro esempio, lineare,
chiarezza indiscutibile eppure...
sovviene un dubbio nel cuore;
la presa di forza nella mano?..


 

venerdì 26 aprile 2019

Aforisma, poesia e riflesso...

"Io vado in nessun luogo"

Pensarti almeno, Pier,
in un inniò* lucente, i piedi sporchi d'erba
al riparo dal silenzio,

preso, come in giardino, dal verso strano
di un uccello nascosto che non conosci
eppure è come già sentito
per le strade tue di dentro.

Presa anch'io da quel verso, mi riscuote
il tuo allegro "Prendi".
Vola sull'acqua, la scaglia, vola sull'acqua,
che non scorre, vola,

salta sulla mia riva,
è nella mia mano. È lucente.


Ida Vallerugo
*"Inniò" è il titolo di una poesia di Pierluigi Cappello (da Assetto di volo, Crocetti Editore).
È un avverbio friulano, ormai caduto in disuso, che significa
"in nessun luogo"
 


 in nessun posto, mai, solo,
ci sono luoghi ed altri posti;
vivere è andare e venire da loro,
è costringere immagini nel cuore...

giovedì 25 aprile 2019

Ambiguità

Ambiguità
 
La linea è delicata
e molto sottile
ho paura di calpestarla
ignoro da quale lato sto,
provo piacere
e pericolo;
elaboro il mio contorno
invento i giorni
e mi accomodo
sul foglio a me assegnato.
 
La calpesterò
la spezzerò.
 
Uno di questi giorni.
 
Ana Milena Puerta
 
 
 La parola
ambiguità
ha un ampio spettro di significati generici:
può riferirsi alle diverse e anche contrastanti interpretazioni di un testo scritto, nella sua interezza o anche riguardo una singola frase o parola; può denominare come ambiguo
un modo poco chiaro o doppio di comportarsi.
(da Wikipedia)
 
sono stato ambiguo, insicuro,
sincerità fatta di mezze verità;
le vie del sesso, quelle cercate,
quelle trovate, quelle rubate...

mercoledì 24 aprile 2019

Cercare


Giorno e notte ti ho cercato

Giorno e notte ti ho cercato
Senza trovare il luogo dove canti
Ti ho cercato nel tempo sopra e nel fiume
Ti sei perduta tra le lacrime

Notti e notti ti ho cercato
Senza trovare il luogo dove piangi
Perché io so che stai piangendo
Basta guardarmi in uno specchio
Per sapere che stai piangendo e mi hai pianto


Solo tu salvi il pianto
E da oscuro mendicante diventa re coronato dalla tua mano
 
Vicente Huidobro
da "Acrobata del cielo"
Traduzione di Gabriele Morelli
 
 
Cercare
[cer-cà-re] v. (cérco, cérchi ecc.)
Sabatini - Coletti
               
verbo transitivo [sogg-v-arg]
1.- Operare in modo da trovare qualcosa o qualcuno: cercare un lavoro, moglie; anche desiderare: cercare un po' di pace; in contesto noto l'argomento può essere sottinteso: cercare dappertutto ||
figurativo: cercare rogne, agire in modo da tirarsi addosso guai | nel proverbiale chi cerca trova, cercando pazientemente si riesce a trovare ciò che si desidera.
2.- Tentare di fare qualcosa, con argomento espresso da frase (introdotto da di): cercare di parlare  
 
verbo intransitivo (ausiliario avere) [sogg-v-prep.arg] Chiedere di qualcuno: cercare di te


cercare per trovare, il dilemma,
non sempre si riesce, si prova,
si fanno errori ed errori,
poi qualcuno si arena...

martedì 23 aprile 2019

Religione è

Religione è ch’io ti amo
 
Quando il tempo distenderà i nostri corpi
in unico sonno, la fame saziata, il cuore spezzato
come una bottiglia usata dai ladri

adorata, mentre le nostre bocche s’incontrano così tardi,
i nostri volti vicini, gli occhi chiusi
là fuori

fuori da questa finestra dove i rami si agitano
nel vento lieve, dove gli uccelli muovono rapide le ali
dentro quell’aria fiacca, amore, noi moriamo

guardiamo il sonno che arriva, infiliamo le dita
nel respiro che ci cade di dosso


vivendo, possiamo amare anche se la morte si avvicina
è il suo canto disperato che non dobbiamo ascoltare

è che ora ci stringiamo, l’uno vicino all’altra non moriamo
 
Kenneth Patchen
Traduzione di Luca Viglialoro e Marco Gatto
 

La religione
è quell'insieme di credenze, vissuti, riti che coinvolgono l'essere umano, o una comunità, nell'esperienza di ciò che viene considerato sacro, in modo speciale con la divinità, oppure è quell'insieme di contenuti, riti, rappresentazioni che, nell'insieme, entrano a far parte di un determinato culto religioso.
 Va tenuto presente che «il concetto di religione non è definibile astrattamente, cioè al di fuori di una posizione culturale storicamente determinata e di un riferimento a determinate formazioni storiche».
Lo studio delle "religioni" è oggetto della "Scienza delle religioni" mentre lo sviluppo storico delle religioni è oggetto della "Storia delle religioni".
(da Wikipedia)
 
una coppia che resiste, che dura,
segnali di fumo in praterie e distese;
l'amore che diventa affetto, bene,
come supremo sacrificio, come religione...
 
 

lunedì 22 aprile 2019

Haiku

ecco ancora
un haiku
per esprimere concetti enormi
in poche parole, frasi;
rivivo istanti di tempi passati
 
Gujil
 
 
All’inizio della primavera,
vagando nel giardino,
senza uscire dal cancello.

 
Kyoshi
(XX secolo)
 
 
 L’haiku,
 componimento che incarna
l’essenzialità tipica dei giapponesi,
è una poesia breve ma profonda
che in soli tre versi
per un totale di diciassette sillabe
riesce a esprimere compiutamente
una sensazione o uno stato d’animo,
a cogliere il valore delle cose prossime
(dalla rete).
  
spirito di essenzialità ascolto,
haiku giapponesi, li leggo;
riflesso nel vetro il volto
di quando eravamo solo noi...

domenica 21 aprile 2019

Grand Palais, immenso e rosso

Immenso e rosso
Sopra il Grand Palais
Il sole d'inverno appare
E scompare
Come lui il mio cuore sparirà
E tutto il mio sangue se ne andrà
Se ne andrà in cerca di te
Mio amore
Mia beltà
E ti ritroverà
Là dove tu sei
 
Jacques Prévert
 
 Il Grand Palais di Parigi è un’imponente struttura in acciaio e vetro costruita contemporaneamente al Pont Alexandre III per l’Esposizione universale del 1900. La struttura, rappresentativa dello stile belle époque, presenta una maestosa facciata decorata da colonne ioniche mentre ai quattro angoli si ergono grandi statue in bronzo.
Situato nella zona degli Champs Elysées, il complesso fu realizzato dagli architetti Henri Deglane, Albert Louvet, Albert Thomas e Charles Girault, i quali lavorarono ognuno ad una zona.
Nel corso del Novecento il Grand Palais ha ospitato eventi, fiere e mostre d'arte, e ancora oggi nelle Galeries Nationales du Grand Palais vengono tradizionalmente allestite mostre d’arte di rilevanza internazionale (da Wikipedia).
 
Parigi, cara e lontana,
un tetto di lamiere corroso
un ricordo che vaga il confine
del tempo, lontana Parigi

sabato 20 aprile 2019

Veneziano

Credo veneziano
10
 


Non sappiamo più dire sì e no,
perché non siamo più certi della meta.
E se lo diciamo, siamo come un bambino
che ha imparato soltanto a dar risposte gradite

alle domande dei grandi, senza capire
ciò che sta dicendo e a chi fa pro.
E quando sembravate esercitare opposizione,
ciò non avveniva senza veder dietro di voi

un suggeritore. Poiché, ah, da soli
siete paralizzati fino al midollo nell’anima
e infervorati attendete nuovi ordini

per essere, come voi pensate, forti e protetti.
La piazza era il vostro posto, la felicità la folla.
La libertà, però, languiva nell’angustia.

                
Rudolf Hagelstange
da " Credo veneziano"
        traduzione di Albero Noceti e Carlo Vita
 
 
Il veneto lagunare o veneziano (in veneziano venesian) è la variante del veneto parlata nella città di Venezia e nei territori limitrofi della laguna e della terraferma.
La lingua Veneziana impropriamente detto dialetto è diffuso nella maggior parte dei centri della laguna veneta e dell'estuario (Venezia centro storico, Murano, Lido, Malamocco), ma anche nelle località di terraferma facenti parte del comune di Venezia (Mestre, Marghera e dintorni,) oltre che nei comuni di Cavallino-Treporti e di Caorle (quest'ultimo costituisce una sorta di isola linguistica nella Venezia Orientale). Come quasi tutti gli altri dialetti parlati nella penisola italiana, il dialetto veneziano nacque dall'evoluzione del latino volgare, sviluppatosi a sua volta sulla base del substrato linguistico parlato nella zona prima della romanizzazione. In particolare, il dialetto veneziano si diffuse assieme alla presenza veneziana nelle colonie dell'Adriatico e del Mediterraneo orientale nei secoli XI e XIII, arricchendosi di apporti di altre lingue e continuando la sua evoluzione (da Wikipedia).  

quando cantavo, menestrello pazzo,
cantautore dicevo, suoni grezzi, sgraziati,
imitazione di tanti, di troppi;
h cantato l'amore, anch'io come altri...

venerdì 19 aprile 2019

Attimo, arrancando

 
fermo, un istante, nel tempo che scorre,
un attimo riflesso allo specchio per vedermi;
capire il mio nuovo stato è utile, necessario,
come il respiro di quando si arranca, la fatica,
sarà poi ripagata da ciò che si trova?..
 
Gujil
 
 

mercoledì 17 aprile 2019

Morte e poesia


Che io apprenda tutto fin dalla morte,
ma non chiamatemi con un nome né con l’uso delle cose,
cucchiaio, biancheria, penna,
biancheria intensa con la respirazione dentro,
e la tua mano sanguina nella mia,
brilla tutta se un po’ della mia mano sanguina e brilla,
nel tocco tra gli occhi,
nella bocca,
nella riscrittura di ogni cosa già scritta nelle interlinee
delle cose,
fiat cantus! e si faccia il canto sdrucciolo che regola la terra,
il canto a due voci,
l’inesauribile,
il quanto si lavora perché la notte appaia,
e di notte si veda la luce che scompare sul tavolo,
chiamami col tuo nome, scambiami,
toccami
sulla bocca senza idioma,
già non ti sei mai chiamata,
già sei pronta,
già sei tutta.


Herberto Helder
da "La macchina lirica"
traduzione di Giulia Lanciani
 
Gli storici delle religioni e gli etnologi hanno quasi sempre ritenuto che la morte di un individuo sia, soprattutto nelle culture arcaiche e primitive, un “fatto sociale”, un avvenimento che determina una crisi, non soltanto nel gruppo familiare, ma anche in quello più ampio della stirpe, della discendenza, del clan, della tribù; e che per questo le strutture sociali reagiscono alla morte attraverso una serie di mezzi mitici e rituali che inducono gli individui a vivere la morte secondo i paradigmi offerti dalla società (dalla rete).

arriverà temo, tra un po',
spero di fare ancora tante cose
in un susseguirsi di lente volute come
il fumo di un fuoco quando si spegne...
 

martedì 16 aprile 2019

Presente remoto

Un presente remoto

(Polvere stellare) 


Vengono, da un tempo
che non è più, da un punto
smemorato del mondo, fionde
di una luce persa,
abissale. Urta, annaspa,

l'anima, s'infiamma
nella materia, vaga,
del cielo, s'incrinano

le anfore – attonite, vaste –

degli occhi, nero
Eva Gerd
"Presente remoto"
disegno

che si fa nero, fuoco
che s'impenna, arde

delira


in cunicoli di cosmo,
in tavole

di tenebra.

 
Giancarlo Pontiggia
da "Il moto delle cose"
 
 
un futuro remoto, ancora, spero,
incognite si affacciano ai volti
pallide maschere di ignoranza;
vorrei essere libero da quello che sono...


lunedì 15 aprile 2019

Di dolori

Dolori
 
Oggi mi sono sentita triste,
ho sofferto tre tipi di paura
accresciuti da un fatto irreversibile:
non sono più giovane.
Ho discusso di politica, di femminismo,
dell'opportunità della riforma penale,
ma alla fine dei discorsi
toglievo dalla tasca il mio pezzetto di specchio
e mi si riempivano gli occhi di lacrime:
non sono più giovane. 

      Le scienze non mi hanno soccorso,
né ho per definitivo conforto
il rispetto dei giovani.
Ho aperto il Libro Sacro
in cerca di perdono per la mia carne superba
e lì era scritto:
"Fu per fede che anche Sara, nonostante l'età avanzata,
è stata capace di avere una discendenza..." 
      Se qualcuno mi fissasse, ho insistito ancora,
in un quadro, in una poesia...
e fossero oggetto di bellezza i miei muscoli flosci...
Ma non voglio. Esigo il destino comune delle donne sulle tinozze,

      di quelle che mai vedranno i loro nomi stampati e tuttavia      
sorreggono i pilastri del mondo, perché anche se vedove degne
non rifiutano il matrimonio, anzi trovano il sesso gradevole,
condizione per la normale gioia di legare un nastro sui capelli
e pulire la casa al mattino.
Una tale speranza imploro a Dio.
 
Adélia Prado
 
 
il dolore, quello fuori, lancinante,
quello dentro, devastante;
eppure ci conviviamo, lo sappiamo, riconoscerlo è facile, troppo semplice...


dolore /do·ló·re/
sostantivo maschile 
 
 
1.- Sensazione penosa, diffusa o localizzata, susseguente alla stimolazione di particolari ricettori sensitivi da parte di agenti di varia natura e intensità: d. di denti, di testa, di pancia; sopportò con coraggio il d. delle percosse; pop. ( al pl. ), la sofferenza fisica provocata dai reumatismi o dal parto.
"un povero vecchio, pieno di dolori"
In medicina: terapia del dolore, quella che per mezzo di farmaci, per lo più analgesici o anestetici, o dell'interruzione selettiva delle vie della sensibilità, tende a eliminare le sensazioni dolorose, spec. se croniche.

2.- Stato o motivo di sofferenza spirituale, spec. se provocata da una realtà ineluttabile che colpisce o condiziona duramente il corso della vita: tu vuoi ch'io rinnovelli Disperato dolor che 'l cor mi preme (Dante); avversità, sventura (per lo più al pl. ): la sua vita è stata un susseguirsi di dolori; anche, rammarico, dispiacere.