lunedì 25 marzo 2019

Il fascismo di Ezra Pound

Nel 1928 Pound ha quarantatre anni e risiede in Italia ormai da quattro.
Tra Rapallo e Venezia, la sua vita è tutta di contatti con poeti, scrittori e musicisti e scorre indisturbata nell’Italia fascista.
Si accentua in lui un inconsapevole progressivo distacco dalla realtà, che si manifesta nelle valutazioni storiche che egli esprime su opposti sistemi sociali:
“Sia la rivoluzione fascista che quella russa sono fenomeni interessanti”.
Il suo giudizio si basa infatti unicamente sulla virtù dei capi e sui piani di moralizzazione della vita pubblica che essi propagandano.
Le forme di stato già attuate in passato, come le città stato e l’organizzazione feudale in genere, per Pound valgono come modello più di qualsiasi utopia.
Certo egli non ebbe a soffrire molto del regime fascista: nell’esilio di Rapallo e nella casa di zattere di Venezia, un artista che parla con ammirazioni di Mussolini non può recare disturbo, anzi.
La sua vita, che vuole essere esemplare, è lontanissima dagli occhi degli italiani che in quegli anni soffrono le conseguenze di un regime che deve la propria immagine di rispettabilità a una serrata propaganda.
Quanto Pound scrive viene pubblicato a Parigi e manca il minimo contatto con persone che non appartengano al mondo intellettuale e artistico.
Dal canto XXXI al LI dei suoi “Cantos”, come poi in un’opera successiva (Jefferson and/or Mussolini) incontriamo il suo interesse per Mussolini.
Pound riconosce in lui lo splendore del genio, ma soprattutto lo colpisce l’effetto della propaganda del regime, al di là della quale Pound non si spinse mai ad indagare sulla realtà che vi si nascondeva.
I provvedimenti presi dal fascismo per mantenere sotto il controllo dello stato l’economia, insieme al corporativismo, all’autarchia e alle opere di bonifica, dimostravano secondo Pound una lotta contro il sopravvento dell’ “usura”.
Ha inizio in questi anni un processo di degenerazione non tanto ideologica – perché le premesse di un tale processo si trovano già negli atteggiamenti giovanili quanto nel comportam,ento di Pound.
Egli compie continui atti di fede nei confronti di Mussolini, e nel tentativo di far coincidere le teorie economiche del Douglas con quelle del duce, esalta la politica fascista come complessivamente “anti-usocratica”.
Ai suoi occhi Mussolini è il “maestro” di stampo confuciano, il capo carismatico che deve il potere alla forza della propria virtù: “Mussolini ha mantenuto una misura aurea, in unh senso, per la sua moneta; ma quella moneta è basata sulla fede dell’Italia nel Duce”...

Così dissi Sono Ezra

E così dissi Sono Ezra
e il vento mi sferzò la gola
inseguendo i suoni della mia voce
       Ascoltai il vento
passarmi sulla testa e nella notte
Rivolgendomi al mare dissi
          Sono Ezra
ma non venivano echi dalle onde
Le parole erano ingoiate
       dalla voce della spuma
oppure balzando sui frangenti
si perdevano nell’oceano

       Nei campi sbiancati e rotti
mi avviai e staccandomi dal vento

       che strappava pagine di sabbia      
dalla spiaggia e le gettava
      me brume marine sulle dune
oscillai come se il vento mi portasse via
e dissi
          Sono Ezra
Come una parola troppo ripetuta
cade fuori dall’essere
così io Ezra uscii nella notte
come un refolo di sabbia
e caddi nell’avena ventata
che si aggrappa alle dune
di mari dimenticati 

Archibald Randolph Ammons
da "L'angelo storpio"
traduzione di Paola Loreto
 
 quell'ombra sul pensiero, nero,
fuliggine su un poetare diverso;
delusione di miti americani ha invaso
una mente di versi racchiusi....

Nel 1932 Pound cominciò a cercare contatti con Mussolini. Inviò anche a Palazzo Venezia un copione cinematografico per realizzare un film sulla nascita del fascismo, da lui ideato. Il film non si fece mai. Ma il 30 gennaio del 1933, dopo alcuni tentativi falliti, Pound riuscì a essere ricevuto da Mussolini.
Durante l’incontro, che lo lasciò entusiasta, Pound presentò al duce delle proposte per una riforma economica e monetaria sulla base del Social credit. Mussolini pare lo ascoltasse con attenzione. Pound gli sottopose una copia di “A Draft of XXX Cantos”.
Il ricordo è così immortalato:
"Ma questo"disse il Capo, “è divertente”,
arrivando prima degli esteti a cogliere l’essenza;
poiché aveva ripulito il liquame intorno a Vada
Dalla palude del Circeo, ove nessun altro lo avrebbe.2000 anni attesero, cogliendo granaglie dalla palude;
fornì acqua a dieci milioni, e un altro milione di “vani” stanze, cioè, perché la gente vi abitasse.
XI della nostra era.
(Canto XLI)
L’imbarazzato commento di Mussolini parve a Pound la rivelazione del suo genio estetico. L’incontro, tuttavia, non ebbe conseguenze né sembra che il duce si ricordasse del poeta in seguito.
Nel 1935 Pound fece avere a Mussolini una copia del suo Jefferson e/o Mussolini per il suo compleanno. Il volume non sembra provocasse alcuna reazione da parte del duce, ed, egli, non rispose a Pound.
Ma in Mussolini, Pound vedeva il fautore di una rivoluzione sociale non implicata in complicazioni burocratiche. Tanto è vero che la rivoluzione fascista è condotta non a livello burocratico, ma dall’ “Italia organica, composta dagli ultimi aratori e dalle ultime ragazze degli uliveti”. In tal modo il sostenitore della chiarezza del linguaggio cadeva vittima della propaganda fascista più grossolana (dalla rete).

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