sabato 30 marzo 2019

Bene...dire

Bene, diciamo...
 
Bene, diciamo che abbiamo vissuto,
non certo - sebbene sarebbe elegante -
come i greci della polis radiosa
ma simili a statue crisoelefantine
e con un inizio di steatopigia.
Abbiamo vissuto in un'isola
forse non come volevamo,
ma come potevamo.
Così abbiamo abbattuto alcuni templi
e ne abbiamo innalzati altri
che ancora rimangono
o che sono stati a loro volta abbattuti.
Abbiamo scritto instancabilmente,
sognato quanto basta
per penetrare nella realtà.
Abbiamo alzato dighe
contro l'idolatria e il crepuscolare.

       Abbiamo adorato il sole
e, cosa ancora più splendida,
abbiamo lottato per risplendere.
Ora, in silenzio per un po',
ascoltiamo città ridotte in polvere,
ardere in scintille illustri manoscritti,
e il lento quotidiano sgocciolio dell'odio.
Ma è solo una pausa del nostro futuro. 
      Presto saremo pronti a conservare.      
Non sopra le rovine, ma sopra il ricordo,
perché guarda: non hanno peso
e noi ora cominciamo.
1972
 
Virgilio Piñera
da “Una broma colosal”, 1988
 
 
 benedire
verbo transitivo
 [lat. benedicĕre, comp. di bene e dicĕre, propr. «dir bene»
e nel lat. eccles. (come traduz. del gr. εὐλογέω) «benedire»]
 (coniug. come dire; nell’imperf. indic. ha anche, come forma pop.,
benedivo, e nel pass. rem. benedìi, benedisti, ecc.; imperat. benedici).
-TRECCANI- 
 
-1. a. Invocare da Dio bene e protezione per una persona o una cosa, per lo più alzando la mano destra e facendo con essa un segno di croce: benedisse il figlio che partiva; b. il cibo, la mensa.
b. Rendere grazie, esprimere riconoscenza: tutti lo benedicono per il suo buon cuore; b. il nome, la memoria di una persona.
Con senso più partic., b. Dio (o la Vergine, i santi), ringraziarlo del bene ricevuto e insieme esaltarne, glorificarne il nome (con questo sign., specialmente nella formula sia benedetto).
c. Di cose, ricordarle con animo grato e dirsene fortunato: benedirò sempre il giorno che lo conobbi.
- 2. Riferito a Dio come soggetto, proteggere, assistere, concedere grazie: benedite, Signore, la nostra famiglia; Dio benedica le nostre fatiche; benedite, gran Dio, l’Italia!, parole di Pio IX nel motu proprio del 10 febbr. 1848; Dio ti benedica!, esclam. d’affettuoso augurio, spec. nel congedare, o per esprimere riconoscenza, per compiacersi di un evento lieto, per attenuare un rimprovero, e sim.
- 3. Nella liturgia, e riferito al sacerdote, impartire la benedizione a persone o cose con il segno di croce accompagnato o no da particolari formule, da aspersione con acqua benedetta, ecc.: alla fine della messa il celebrante benedice i fedeli; o consacrare con cerimonia religiosa: b. le palme, le ceneri, le candele, le uova, ecc.; b. le nozze; b. le case, per Pasqua; b. la nuova chiesa, consacrarla al culto.
- 4. Per antifrasi: andare o mandare a farsi b., alla malora, all’inferno; di cose: la frutta è andata tutta a farsi b., s’è sciupata, s’è guastata.
- 5. scherz. Bagnare, spruzzare: prese un po’ d’acqua nel cavo della mano e lo benedisse.
 
◆ Part. pres. benedicènte, anche come agg., spec. nelle espressioni mano, gesto benedicente.
◆ Part. pass. benedétto, frequente anche come agg. (v. la voce).
  
 
dire bene, forse benedire,
è una ricerca incessante del giusto,
di quello che riteniamo adatto e vero;
a volte ci perdiamo nel nulla...

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