Nel Daghestan scosceso bruciava il mezzogiorno,
ed io giacevo inerte dal piombo trapassato:
l'orribile ferita bruciava ancora intorno;
a goccia a goccia il sangue colava inesorato.
Solo giacevo steso nella sabbiosa valle.
Si stringevano le rupi frastagliate e contorte:
il sole divampava sulle loro vette gialle
e su me, chiuso in un sonno tenace come morte.
Sognavo... Nel mio luogo natale, a tarda sera,
ferveva un gran banchetto fra ceri sfavillanti:
giovani donne, cinte da fresca primavera
di fiori, discorrevano di me gaie e festanti.
Ma sola, pensierosa, ignara del rumore
delle altre, una sedeva stretta in silenzio arcano:
in un funereo sogno pareva il giovane cuore
sperduto e trasportato chissà dove, lontano...
Essa un profondo borro del Daghestan sognava,
dove una forma nota giaceva irrigidita:
fumava, nereggiando nel petto, una ferita,
e il sangue a goccia a goccia, seccando al sole, colava.
ed io giacevo inerte dal piombo trapassato:
l'orribile ferita bruciava ancora intorno;
a goccia a goccia il sangue colava inesorato.
Solo giacevo steso nella sabbiosa valle.
Si stringevano le rupi frastagliate e contorte:
il sole divampava sulle loro vette gialle
e su me, chiuso in un sonno tenace come morte.
Sognavo... Nel mio luogo natale, a tarda sera,
ferveva un gran banchetto fra ceri sfavillanti:
giovani donne, cinte da fresca primavera
di fiori, discorrevano di me gaie e festanti.
Ma sola, pensierosa, ignara del rumore
delle altre, una sedeva stretta in silenzio arcano:
in un funereo sogno pareva il giovane cuore
sperduto e trasportato chissà dove, lontano...
Essa un profondo borro del Daghestan sognava,
dove una forma nota giaceva irrigidita:
fumava, nereggiando nel petto, una ferita,
e il sangue a goccia a goccia, seccando al sole, colava.
Michail Lermontov
Il Daghestan
è una repubblica della Federazione Russa, per area e per popolazione la più grande del Caucaso settentrionale, coi suoi 50.300 km² di superficie e i suoi due milioni e mezzo circa di abitanti.
(ripartiti fra i gruppi "avari", "darghino-lak" e "samuro", i turchi azeri, i raggruppamenti iranofoni essenzialmente rappresentati dai tati, e gli "ebrei delle montagne", ovvero Dāgh Čufut).
In questa terra del Sud convivono popolazioni appartenenti a diverse etnie, legate da una religione comune.
C’è un problema che affetta i residenti del Daghestan:
la gente ha paura di fargli visita.
Secondo quanto scrivono i giornali,
sembra che dalla repubblica nata tra le montagne non arrivino buone
notizie.
È risaputo, infatti, che viaggiare in questi luoghi non sia del
tutto sicuro.
In realtà ci sono posti in Daghestan che, oltre a essere
di eccezionale bellezza, sono anche sicuri, e meritano di essere
visitati.
Lo sapevate che lì è possibile visitare la gola più profonda
del mondo, ammirare alcuni insediamenti umani tra i più antichi della
Terra, godendo al contempo di un’incredibile accoglienza?
posti brulli, lontani e vicini,
insorge un alibi da sempre;
scoscese rupi intentano ostili
ambiti reconditi e recessi...
Il territorio occupava infatti le frontiere della Turchia con
l’Iran, fino a quando i mongoli invasero questi territori.
“Siamo
tutti stranieri (nomadi) del Caucaso.
Ma c’è sempre stata una rivalità nel tentativo di possedere il titolo di nazione più autoctona”, racconta Muslim Alimirzaiev, fondatore del progetto “Il Caucaso sconosciuto”.
Ma c’è sempre stata una rivalità nel tentativo di possedere il titolo di nazione più autoctona”, racconta Muslim Alimirzaiev, fondatore del progetto “Il Caucaso sconosciuto”.
Sulle
montagne ogni popolo ha il proprio idioma, leggende e tradizioni
proprie. Nel Daghestan si crede che i “dargin” sappiano come fare soldi,
mentre agli “avari” piace godersi la vita.
“Ciò che ci ha sempre unito è stata la religione. Il 95% della popolazione infatti è musulmana”, dice Muslim Alimirzaiev (dalla rete).
“Ciò che ci ha sempre unito è stata la religione. Il 95% della popolazione infatti è musulmana”, dice Muslim Alimirzaiev (dalla rete).
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