venerdì 28 dicembre 2018

C'era una volta...


A quel tempo

Di notte si sente l’eco dei grandi giorni gloriosi,
case, foreste e navi incendiate,
cavalieri galoppavano sui campanili, scendevano giù

          in pianura,
altri raccoglievano i morti, levavano bandiere,
altri disegnavano mezzelune rosse sui muri. Ora
un calesse senza vetturino passa sulla litoranea
e il cane randagio nero guarda il fiume
come se conoscesse già quello che noi ci rifiutiamo

          di vedere.
Karlòvasi, 30.VI.87

Ghiannis Ritsos
da "Molto tardi nella notte"
traduzione di Nicola Crocetti

 
  C'era una volta è una tipica espressione utilizzata come introduzione in numerose fiabe.
Formule simili risalgono quasi all'origine della scrittura, essendo già utilizzate quattromila anni fa nei racconti babilonesi, e si ritrovano in tutte le lingue del mondo.
Nella letterature europee, è attestata da Apuleio, che apre la favola di Amore e Psiche nelle Metamorfosi con "Erant in quadam civitate rex et regina..."
 
tempo fa, "once upon a time",
ho rivisto vecchie fiabe, amate,
condivise con chi ho amato tanto;
rimane un accenno di solitaria tristezza...
 
Nella lingua francese, la formula corrispondente (Il était une fois) è attestata da Charles Perrault . Egli la utilizzò per la prima volta in I desideri ridicoli, apparso nel 1694, ove però compare solo al verso 21, e non all'inizio del racconto. Successivamente, egli la riprende per aprire il suo racconto fantastico, Pelle d'asino, dopo un preambolo dedicato al modo di lettura. La utilizzerà in sette delle otto fiabe presenti ne I racconti di mamma l'oca.
Nella lingua inglese, il primo uso dell'espressione Once upon a time risale, secondo l'Oxford English Dictionary, al 1380; venne accettata comunemente come modo per iniziare un racconto nel 1600. Tale espressione è più frequente nei racconti per bambini di età compresa tra i sei e gli otto anni.
Nella lingua italiana, l'espressione C'era una volta è attestata già al 1300 ed è utilizzata, diventando canonica[senza fonte], nel 1634 dal Pentamerone di Giambattista Basile, prima raccolta di fiabe della letteratura europea, scritto in lingua napoletana (in cui è presente, tra l'altro, la prima redazione al mondo della fiaba di Cenerentola, la Gatta Cenerentola). L'uso viene poi ripreso da tutte le raccolte successive, comprese quelle di Collodi (che traduce e in parte riscrive le principali fiabe delle raccolte francesi e tedesche, inventando nomi come "Cappuccetto Rosso") e quelle di Imbriani (che stenografa fiabe milanesi e fiorentine direttamente dalla voce popolare).
Nella lingua tedesca, Es war einmal è utilizzato dai fratelli Grimm, autori della raccolta di fiabe forse più celebre dell'intera tradizione europea; ma era già diffuso in precedenza, tanto che E.T.A. Hoffmann, ne L'uomo della sabbia del 1815, lo giudica "il miglior attacco per un racconto; ma troppo freddo!"
Successivamente, il danese Hans Christian Andersen avrà la raccolta dei Grimm come base per le sue celebri Fiabe (da wikipedia).
 

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