(pronuncia /ˈpɛɡazo/; in greco antico: Πήγασος, Pḗgasos)
è una figura della mitologia greca. È il più famoso dei cavalli alati.
Secondo il mito, nacque dal terreno bagnato dal sangue versato quando Perseo tagliò il collo di Medusa. Secondo un'altra versione, Pegaso sarebbe balzato direttamente fuori dal collo tagliato del mostro, insieme a Crisaore (da Wikipedia).
Grido
Voci parole son tutte di piombo,
cadono morte nel grembo alla sera
come in un mare.
cadono morte nel grembo alla sera
come in un mare.
O desiderî, cavalli leggeri!
Ora sul prato pascolate avare
erbe, mordete l’aria che s’annera.
Ora sul prato pascolate avare
erbe, mordete l’aria che s’annera.
Sentirvi,
o desiderî, o miei pegasi stanchi,
battere ancora uno scalpito! e fosse
l’ultimo, quello che rapisce: il grido
sullo strapiombo.
o desiderî, o miei pegasi stanchi,
battere ancora uno scalpito! e fosse
l’ultimo, quello che rapisce: il grido
sullo strapiombo.
Angelo Barile
Animale selvaggio e libero, Pegaso viene inizialmente utilizzato da Zeus per trasportare le folgori fino all'Olimpo. Grazie alle briglie avute in dono da Atena, viene successivamente addomesticato da Bellerofonte, che se ne serve come cavalcatura per uccidere la Chimera.
Dopo la morte dell'eroe, avvenuta per essere caduto da Pegaso, il cavallo alato ritorna tra gli dei.
Nella famosa gara di canto tra le Muse e le Pieridi, Pegaso aveva colpito con uno zoccolo il monte Elicona, che si era ingigantito fino a minacciare il cielo dopo aver udito il celestiale canto delle dee.
Dal punto colpito dallo zoccolo di Pegaso nacque una sorgente, chiamata Ippocrene, o "sorgente del cavallo".
Nello stesso modo, Pegaso fece scaturire una sorgente a Trezene.
Dopo la morte dell'eroe, avvenuta per essere caduto da Pegaso, il cavallo alato ritorna tra gli dei.
Nella famosa gara di canto tra le Muse e le Pieridi, Pegaso aveva colpito con uno zoccolo il monte Elicona, che si era ingigantito fino a minacciare il cielo dopo aver udito il celestiale canto delle dee.
Dal punto colpito dallo zoccolo di Pegaso nacque una sorgente, chiamata Ippocrene, o "sorgente del cavallo".
Nello stesso modo, Pegaso fece scaturire una sorgente a Trezene.
Terminate le sue imprese, Pegaso prende il volo verso la parte più alta del cielo e si trasforma in una nube di stelle scintillanti che hanno formato una costellazione, tuttora chiamata Pegaso.
Con il nome di Pegaso sono definite numerose figure mitologiche minori, tutte deformazioni del Pegaso greco.
Nella letteratura latina, Plinio descrive come Pegasi degli uccelli dell'Etiopia con teste di cavallo. Sempre Plinio descrive sotto lo stesso nome un cavallo dotato di ali e corna. Per Giulio Solino e Pomponio Mela sarebbe invece un uccello con orecchie di cavallo.
Nella letteratura latina, Plinio descrive come Pegasi degli uccelli dell'Etiopia con teste di cavallo. Sempre Plinio descrive sotto lo stesso nome un cavallo dotato di ali e corna. Per Giulio Solino e Pomponio Mela sarebbe invece un uccello con orecchie di cavallo.
la voglia di gridare, la rabbia, il dolore,
tutte sensazioni che uccidono l'uomo,
oggi vorrei gridare, troppo, sempre...
Polido disse a Bellerofonte che avrebbe avuto bisogno di Pegaso.
Per ottenere i servizi del cavallo alato selvatico, Polido suggerì a Bellerofonte di dormire presso il tempio di Atena.
Mentre Bellerofonte dormiva, sognò che Atena metteva una briglia d'oro accanto a lui, dicendo: "Dormi, principe della casa di Aiolo? Vieni, prendi questo incantesimo per il destriero e mostralo al Domatore tuo padre e come sacrificio ponigli un toro bianco."
Altri racconti dicono che Atena portò Pegaso già domato e imbrigliato, o che fu Poseidone come domatore di cavalli, segretamente il padre di Bellerofonte che gli portò Pegaso, come affermava Pausania.
Per ottenere i servizi del cavallo alato selvatico, Polido suggerì a Bellerofonte di dormire presso il tempio di Atena.
Mentre Bellerofonte dormiva, sognò che Atena metteva una briglia d'oro accanto a lui, dicendo: "Dormi, principe della casa di Aiolo? Vieni, prendi questo incantesimo per il destriero e mostralo al Domatore tuo padre e come sacrificio ponigli un toro bianco."
Quando si svegliò trovò effettivamente la briglia d'oro.
Per catturarlo Bellerofonte avrebbe dovuto avvicinarsi a Pegaso mentre beveva da una fonte; Polido gli disse quale fonte, ossia quella di Pirene nulla cittadella di Corinto, la città di nascita di Bellerofonte.
Altri racconti dicono che Atena portò Pegaso già domato e imbrigliato, o che fu Poseidone come domatore di cavalli, segretamente il padre di Bellerofonte che gli portò Pegaso, come affermava Pausania.
In araldica, il cavallo alato si dice pegaso (nome comune).
(da Wikipedia)
(da Wikipedia)
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