/pa·rà·bo·la
sostantivo femminile
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1.
In origine, comparazione esemplificativa, svolta (a differenza dell 'allegoria ) su motivi di affinità oltre che di analogia; per antonomasia, presso gli scrittori cristiani, narrazione di un fatto verisimile, atto ad adombrare una verità o a illustrare un insegnamento morale o religioso, caratteristica della predicazione di Gesù.
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2.
arcaicorar.
Parola.
Origine
Dal lat. parabŏla, dal gr. parabolḗ, der. di parabállō ‘confronto’ •sec. XIV.
parabola2
/pa·rà·bo·la/
sostantivo femminile
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1.
Curva piana ottenuta come intersezione della superficie di un cono rotondo indefinito con un piano parallelo a una delle sue generatrici; è definibile anche come il luogo dei punti equidistanti da un punto fisso detto fuoco e da una retta detta direttrice.
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2.
fig.
Con allusione alla tipica configurazione della parabola o piuttosto a quella della traiettoria di un corpo, l'andamento di un fenomeno che, dapprima in movimento di ascesa, raggiunto il suo punto più alto o valido, va esaurendosi.
"la p. della carriera"
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3.
impropriamente
Nel linguaggio comune, antenna parabolica.
Origine
Dal gr. parabolḗ, der. di parabállō ‘metto accanto, confronto’ •sec. XVI.
della mia vita il passato,
unica cosa presente e potente;
un invito alla riflessione
di questo grigiore Settembrino
Parabola
Se tu vorrai sapere
chi nei miei giorni sono stato, questo
di me ti potrò dire.
A una sorte mi posso assomigliare
che ho veduta nei campi:
l'uva che ai ricchi giorni di vendemmia
fu trovata immatura
ed i vendemmiatori non la colsero
e che poi nella vigna
smagrita dalle pene dell'inverno
non giunta alla dolcezza
non compiuta la macerano i venti.
1953
Franco Fortini
da "Poesia e errore"
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