lunedì 20 marzo 2017

La prigione che prima o poi ci macherà

Adesso che il tempo sembra tutto mio
e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena,
adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione, adesso
che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c'è richiamo e non c'è più ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l'accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.
 
Patrizia Cavalli
 
sentirsi come in prigione:
sentirsi continuamente obbligato da altri individui, spesso estranei, a fare qualcosa senza possibilità di realizzare ciò che si desidera veramente; non è una situazione piacevole e si vuole evadere da ciò. Quando però le contingenze decidono per noi ecco che ci può mancare quella sensazione di prigione che se da una parte vincola la nostra anima libera, dall'altra ci dà sicurezza e tranquilla continuità. 
 
è vero, dov'è la prigione?
ora che le distrazioni sono minime,
ora che il suono è più ovattato,
adesso che il tempo imperterrito incombe...

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