giovedì 19 gennaio 2017

Pieraccio e le donne

Pino Daeni
"Donna di paese"

La gaia donna che, del mio paese,
vidi fra l’altre donne ch’eran molte,
con velo in capo e colle treccie avvolte,

acconcia adornamente a la lucchese,
mirando in lei, subito il cor mi prese
colle bellezze c’ha nel viso accolte,
e tutte noie m’ha levate e tolte
e le virtù doblate e forte accese.

E ciò m’è divenuto, per che sembra
alquanto quella ch’era romagnola,
di cui a ciascuna ora mi rimembra
de la dolce figura, collo e gola,
de la grandezza e di certe altre membra

e de la sua angelica parola.
 
Pieraccio Tebaldi
 
 
Pieraccio Tebaldi
(Firenze, circa 1285 – circa 1353)
è stato un poeta italiano.

Salvador Dalì
"Ragazza alla finestra"
Sono scarse le notizie biografiche; si sa che partecipò alla battaglia di Montecatini, e visse a lungo fuori da Firenze.
Dei suoi scritti ci restano solamente 43 sonetti, di argomento amoroso, morale, politico, di corrispondenza e altri (uno sulla metrica del sonetto, uno in morte di Dante).
Anche se non domina il tema autobiografico, nella sua opera si racconta di una vita gaudente fino alla vecchiaia, quando prevale un tema religioso.
 
Questo allegro sonetto, che inizia a Lucca (come dice la didascalia del manoscritto) con la visione solare di una bella e lieta signora fiorentina (la gaia donna) acconciata alla foggia locale, presenta una tematica abbastanza curiosa: la vista di una bella dama del suo paese, che lo fa innamorare, ricorda al poeta un’altra donna, romagnola, di cui rievoca le bellezze; su alcune (certe) delle quali, però, preferisce tagliar corto, chiudendo il discorso, che si stava facendo più realistico e sempre pronto a estendere il proprio interesse alle belle donne d’ogni paese, con una buffa giravolta che ci riporta di colpo a un’atmosfera addirittura angelica (dalla rete e TRECCANI).
 
  
donne, visioni, amplessi,
anche dolore, gioia, tristezza;
la mia, con me nel duro percorso,
io con la mente vedo, possiedo, voglio...

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