domenica 15 gennaio 2017

De Bettin e il tramonto del giorno...e della vita



Giovanni De Bettin
 Tramonto del giorno e... della vita, 1983
 Come ci dicono sempre tutti quelli che sanno l'individuo
è condannato a tramontare.
E se così non fosse, l'intera vita non avrebbe senso.
Dall'inizio, dall'alba al tramonto, è il ciclo continuo  della natura,
di vita e di morte.
Infatti Vita e Morte vanno nella stessa direzione, le partenze si alternano agli arrivi anche nel quotidiano.
Quello che importa non è tanto alba o tramonto delle cose,
non importa la posizione in cui si viene a trovare il sole.
Quello che conta veramente è probabilmente il tragitto che ognuno di noi compie, prima di  rallentare, fermarsi pian piano (a volte anche troppo bruscamente) e spegnersi lentamente.
 Tutto qui, il tramonto della vita.
 
Gujil 
 

Il non sapere niente della morte
non salva gli animali dalla morte
ma li fa passare indenni per terre
e fuochi della fine,
li consola delle epoche

al tramonto.
O forse gli animali
aggiungono al tormento
il sasso del silenzio.

E anche loro avvertono
i grandi mutamenti,
i venti che si accumulano,

la terra che si assottiglia e si apre
sotto il passo, non più asciutto né forte,

della specie.

Daniele Piccini
Inizio fine
 
non sapere nulla, niente,
essere in un limbo dorato, tiepido,
l'anima è il corpo, insieme, uniti;
d'altra parte è solo un pensare silente...
 
"Nato a Costalta di Cadore (BL), il 23/2/1923, Giovanni De Bettin ha fatto di questa sua origine comelicese la fonte di ispirazione, sincera e feconda, del suo operare artistico. Da sempre dedito a ridurre la fragranza della sua gente, ripresa nei più disparati atteggiamenti di popolare e religiosa operosità, a riprendere le caratteristiche fisionomiche di una fatica ancestrale scavata nei volti dei vecchi, Giovanni De Bettin vuole anche ridare vita a quelle concrete sensazioni dettate dai suoni di una fonetica tutta particolare e che sta scomparendo. L'amore per la terra di origine si è quindi esplicato con prove diverse anche lungo la via del recupero delle tradizioni linguistiche del Comelico. Il pittore De Bettin, già Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, è riconosciuto anche quale Membro dell'Accademia francese Arts-Sciences-Lettres, dell'Accademia Tiberina in Roma, del Centre de Liaison des Artistes in Deauville (Francia). Ha vissuto e lavorato a Costalta di Cadore" (da "I nvizes", ladino di De Bettin Giovanni, p.7).

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