domenica 16 agosto 2015

Il negromante tra fiaba popolare e meditazione agostana VIII

 
C'era una volta un re, che aveva una figlia in età da marito.
La ragazza non voleva affatto sposarsi, ma il re, essendo ormai vecchio, era deciso a trovargliene uno di suo gradimento.
Le mostrò i ritratti di giovani nobili, ma nessuno piacque alla sua incontentabile figliola.  
Pensò allora di organizzare una festa con tanti invitati, tra i quale lei potesse scegliere il giovane più bello.
Alla festa tanti giovani si presentarono alla principessa, chiedendole di ballare, ma lei rifiutava sempre.
Stanco, il re le chiese di decidersi e la figlia promise che avrebbe sposato colui che si fosse presentato da lei.  
Si presentò un signore ben vestito che la invitò a ballare.
La principessa accettò e tutti applaudirono.
Il giovane si dichiarò di essere il re dei Reali di Francia.
Fu organizzato il matrimonio; soltanto dopo le nozze il giovane svelò alla sposa di essere un negromante e non il re dei reali di Francia.
Per scioglierla dal vincolo matrimoniale, disse, occorrevano sette fratelli di mestiere diverso.
La chiuse in cima alla torre e la legò al letto.  
Intanto il re si ammalò.
Non avendo notizie della figliola, ragionava con una colomba, sperando che potesse portargli notizie della figlia.
La colomba volò a lungo e si posò sulla torre e vide la principessa legata a un letto.
Le si avvicinò e le disse che il re l’aveva mandata a cercare notizie.
La colomba le propose di toglierle una penna dalle ali, di scrivere con il sangue notizie sul suo grembiule bianco.
Su quel grembiule la poveretta scrisse di essere sposata a un negromante che, per liberarla, richiedeva sette fratelli di diversa professione; scrisse di essere legata al letto e di non avere più pace. Legò il pezzo di grembiule all’ala della colomba, che volò via.
Il re si mise a cercare i sette fratelli e, per fortuna, si presentarono a lui sette fratelli specializzati ciascuno in un’arte particolare.
Il primo, poggiando l’orecchio per terra, riusciva a sentire ciò che accadeva nel mondo; il secondo, sputando per terra, riusciva a formare un fiume; il terzo era in grado di togliere un uovo alla gallina senza che se ne accorgesse; il quarto riusciva a salire le muraglie senza cadere; il quinto riparava le macine per aria; il sesto era in grado di scavare un abisso fra sè e gli altri; il settimo, battendo una mazzetta per terra, faceva nascere un palazzo.
Il re inviò i sette fratelli contro il negromante.
Il primo mise l’orecchio per terra e vide il negromante addormentato. Quello che scalava le muraglie salì sulla torre. Colui che riusciva a togliere l’uovo alla galline sciolse la regina senza che il negromante lo sentisse. Ma il primo, che vedeva tutto, scoprì che il negromante s’era svegliato e non aveva trovato la moglie legata al letto.
Cominciò a correre (essendo un diavolo correva velocissimo) e stava per raggiungere i sette fratelli.
Il secondo, sputando per terra, pose un fiume tra loro e il malvagio. Ma il negromante aveva già attraversato il fiume e si avvicinava sempre più.
Allora uno di loro, battendo la mazzetta per terra, fece sorgere un palazzo; si rifugiarono in esso per non essere presi dal negromante.
Ma lui si trasformò in un bellissimo uccello e volò vicino alla regina, la quale disse: Che bel canarino e lo accarezzò, ma l’uccello si trasformò e riapparve il negromante.
Il fratello che sapeva scavare abissi fece il vuoto dietro di sé, lasciando il negromante sbalordito, mentre loro correvano a perdifiato e raggiunsero il palazzo reale.
A quel punto il negromante, disperato, si strappò i capelli dalla rabbia.
Il re vide che la sua figliola stava benino e tutto contento organizzò una festa e ricompensò bene i sette fratelli. (dalla rete)


medidativi scialbi nel cuore,
le frasi profetiche accantonate,
i rigidi protocolli intatti;
mi siedo alla vita mentre scorre...
 
 
negromante
(ant. nigromante)
sostantivo maschile
[dal gr. νεκρόμαντις (comp. di νεκρός «morto» e μάντις «indovino»), raccostato a negro].
- TRECCANI integrato -
 
Mago che predice il futuro tramite l'evocazione dei morti
– Genericam., mago, indovino: Sì ad alto il negromante batte l’ale, Ch’a tanta altezza a pena aquila sale (Ariosto).
Con accezione più partic., chi esercita negromanzia (in questo caso, anche necromante).

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