lunedì 27 ottobre 2014

Radici

Tra le mute radici
che sostentano il bosco,
arcangelo mio d’ombra,
nell’insistente quiete
sotterranea,
apriamo rose d’amore,
trasudiamo il vino
dell’uva unica,
dolce sole della genesi
perenne,
che le nostre labbra
invitano a godere
dal clamore
dell’umida erba
che ci protegge.


Clara Janés
a cura di Annelisa Addolorato
  
 
radici,
quelle che legano,
 costringono,
quelle che alimentano,
quelle cantate...
 


 
 
Le radici degli alberi sono termostati capaci di 'spegnere' gli sbalzi di temperatura dell'intero pianeta, limitando in questo modo i rischi del riscaldamento globale. Lo ha scoperto la ricerca coordinata dall'Università britannica di Oxford e pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters.

Le radici sono organi delle piante specializzati nell'estrarre acqua e sostanze nutrienti dal terreno e nella loro crescita non conoscono ostacoli, tanto da poter facilmente frantumare le rocce che incontrano durante il loro percorso.
La rottura delle rocce ha però conseguenze che si ripercuotono sull'intero clima del pianeta. Le rocce, soprattutto quelle di origine vulcanica, si comportano infatti come una sorta di spugna, assorbendo l'anidride carbonica.

La rottura ne aumenta infatti la quantità di superficie esposta e ne amplifica l'assorbimento. Analizzando per anni lo sviluppo delle radici di alberi delle foreste di alcune regioni montane del Peru', i ricercatori hanno scoperto che la crescita e' legata direttamente all'aumento della temperatura. Il calore, quindi, aiuta le radici che rompono una maggiore quantità di rocce, e di conseguenza un maggiore assorbimento di gas serra: un fenomeno dovuto al caldo ma che ne contrasta l'aumento. "Sembra agire come un termostato - ha spiegato Chris Doughty, uno dei responsabili dello studio - che assorbe anidride carbonica dall'atmosfera quando si riscalda e meno quando si raffredda (dalla rete).

 
 
Radici
 
La casa sul confine della sera
oscura e silenziosa se ne sta,
respiri un' aria limpida e leggera
e senti voci forse di altra età,
e senti voci forse di altra età...

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l'anima che hai,
se vuoi capire l'anima che hai...

Quanti tempi e quante vite sono scivolate via da te,
come il fiume che ti passa attorno,
tu che hai visto nascere e morire gli antenati miei,
lentamente, giorno dopo giorno
ed io, l'ultimo, ti chiedo se conosci in me
qualche segno, qualche traccia di ogni vita
o se solamente io ricerco in te
risposta ad ogni cosa non capita,
risposta ad ogni cosa non capita...

Ma è inutile cercare le parole,
la pietra antica non emette suono
o parla come il mondo e come il sole,
parole troppo grandi per un uomo,
parole troppo grandi per un uomo...

E te li senti dentro quei legami,
i riti antichi e i miti del passato
e te li senti dentro come mani,
ma non comprendi più il significato,
ma non comprendi più il significato...

Ma che senso esiste in ciò che è nato dentro ai muri tuoi,
tutto è morto e nessuno ha mai saputo
o solamente non ha senso chiedersi,
io più mi chiedo e meno ho conosciuto.
Ed io, l'ultimo, ti chiedo se così sarà
per un altro dopo che vorrà capire
e se l'altro dopo qui troverà
il solito silenzio senza fine,
il solito silenzio senza fine...

La casa è come un punto di memoria,
le tue radici danno la saggezza
e proprio questa è forse la risposta
e provi un grande senso di dolcezza,
e provi un grande senso di dolcezza...
 
Francesco Guccini

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