Le parole
Le parole
se si ridestano
rifiutano la sede
più propizia, la carta
di Fabriano, l'inchiostro
di china, la cartella
di cuoio o di velluto
che le tenga in segreto;
le parole
quando si svegliano
si adagiano sul retro
delle fatture, sui margini
dei bollettini del lotto,
sulle partecipazioni
matrimoniali o di lutto;
le parole
non chiedono di meglio
che l'imbroglio dei tasti
nell'Olivetti portatile,
che il buio dei taschini
del panciotto, che il fondo
del cestino, ridottevi
in pallottole;
le parole
non sono affatto felici
di essere buttate fuori
come zambracche e accolte
con furore di plausi
e disonore;
le parole
preferiscono il sonno
nella bottiglia al ludibrio
di essere lette, vendute,
imbalsamate, ibernate;
le parole
sono di tutti e invano
si celano nei dizionari
perché c'è sempre il marrano
che dissotterra i tartufi
più puzzolenti e più rari;
le parole
dopo un'eterna attesa
rinunziano alla speranza
di essere pronunziate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute.
se si ridestano
rifiutano la sede
più propizia, la carta
di Fabriano, l'inchiostro
di china, la cartella
di cuoio o di velluto
che le tenga in segreto;
le parole
quando si svegliano
si adagiano sul retro
delle fatture, sui margini
dei bollettini del lotto,
sulle partecipazioni
matrimoniali o di lutto;
le parole
non chiedono di meglio
che l'imbroglio dei tasti
nell'Olivetti portatile,
che il buio dei taschini
del panciotto, che il fondo
del cestino, ridottevi
in pallottole;
le parole
non sono affatto felici
di essere buttate fuori
come zambracche e accolte
con furore di plausi
e disonore;
le parole
preferiscono il sonno
nella bottiglia al ludibrio
di essere lette, vendute,
imbalsamate, ibernate;
le parole
sono di tutti e invano
si celano nei dizionari
perché c'è sempre il marrano
che dissotterra i tartufi
più puzzolenti e più rari;
le parole
dopo un'eterna attesa
rinunziano alla speranza
di essere pronunziate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute.
Eugenio Montale
fisicità mancata
una manciata di stelle
illumina per attimi,
poi scema...
parola [pa-rò-la] s.f.1 Nella teoria linguistica moderna, minima unità isolabile all'interno della frase, composta da uno o più fonemi, dotata di un sign. autonomo fondamentale o di una funzione sintattica; anche, la sua rappresentazione grafica.
SIN termine, vocabolo, voce
2 (spec. pl.) Insieme, sequenza linguistica considerata dal punto di vista del sign., discorso. SIN espressione, affermazione: p. sincere, affettuose; p. di incoraggiamento
3 estens. Lezione: seguire la p. dei maestri; consiglio: ascoltare la p. di un amico
4 teol. Nel cristianesimo, Cristo; anche, i testi di ispirazione divina
5 Espressione verbale di una promessa, di un impegno SIN assicurazione: mantenere la p. data
6 Linguaggio, facoltà d'espressione: perdere, riacquistare la p. || gli manca solo la p., si dice di animale molto intelligente o di ritratto somigliante ed espressivo
7 Diritto di parlare, di intervenire, in un'assemblea, nonché in alcuni giochi di carte (p.e. il poker): dare, prendere la p.; fig. facoltà di decisione, iniziativa: fallite le trattative, la p. è passata alle armi
8 Modo di parlare: avere la p. facile; forma espressiva: la p. poetica
9 (al pl.) Pura espressione verbale contrapposta all'azione e alla realtà SIN chiacchiere: ci vogliono fatti, non parole
10 Cenno, menzione: non fare p. con nessuno di qlco.
11 mus. (al pl.) In una canzone, testo poetico: parole e musica di Gino Paoli
• dim. paroletta
• agg.rel. non derivati dal lemma: (1) verbale, lessicale; terminologico • sec. XIII Locuzioni in senso proprio o fig.: brutte, male p., termini offensivi, parolacce | cavare le p. di bocca a qlcu., costringerlo o indurlo a fatica a parlare | dare la propria p., promettere | di poche p., taciturno oppure conciso | dire una buona p. a qlcu., confortarlo | dire, mettere una p. buona per qlcu., raccomandarlo | essere di p., mantenere i propri impegni | è una p.!, facile a dirsi, meno a farsi | gioco di parole, scherzo, battuta fondata sui diversi sign. di uno stesso vocabolo | libertà di p., diritto costituzionalmente garantito a manifestare il proprio pensiero attraverso scritti e discorsi | liturgia della p., lettura e commento di passi della Bibbia durante la messa | l'ultima p., la frase, il giudizio conclusivi | mangiarsi le p., parlare in fretta, con pronuncia poco chiara | misurare, pesare le p., parlare con cautela | non rivolgersi la p., non parlarsi, essere in cattivi rapporti | non trovare le p., non riuscire a esprimersi, a dire qlco. | p. chiave, voce significativa che nei sistemi di ricerca automatica è utilizzata per descrivere il documento | p. d'onore, affermazione o promessa fatta sotto la propria responsabilità, sul proprio nome | p. d'ordine, parola o frase di riconoscimento; in inform., codice utilizzato per identificare l'utente e abilitarlo all'uso del computer. SIN password | p. (in)crociate, cruciverba | p. macedonia, in linguistica, formata da frammenti di altre parole (p.e. autoferrotranvieri) | p. sante!, ben detto! | passare p.; passarsi la p., trasmettersi una notizia, una voce | prendere in p. qlcu., credere a un'offerta o a una promessa | scambiare due p. con qlcu., chiacchierare, discorrere | venire a parole, avere un diverbio, litigare | nel prov. a buon intenditor poche p., con chi sa capire non sono necessari lunghi discorsi
• locc. cong. testuali: in altre p., vale a dire, cioè, in altri termini | in due p., in breve | in p. povere, semplificando | in una p., riassumendo per concludere (dalle rete).
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