Pace!
Qui, dove muto m’ascondo
Siccome fiera in ispeco,
Mi giungono, inutil eco,
L’ultime voci del mondo.
L’ultime voci confuse,
Pria che mi stenda la mano
A liberarmi l’arcano
Poter che in esso m’intruse.
L’ultime confuse voci,
Preda e ludibrio de’ venti:
Risa, invettive, lamenti,
Preci vane, urla feroci.
Pace, decrepito mondo!
A che, in cospetto de’ cieli,
Le stolte gare crudeli,
L’amaro crucio infecondo?
Decrepito mondo, pace!
A che, di fronte alla morte,
Le arti subdole e corte,
La cupidigia vorace?
Tutto sprofonda e disviene,
Gioje, rammarichi, pene,
Speranze, timori, inganni.
Pace! Doman fia l’oscena
Tua storia, storia remota:
Ecco, d’attori è già vota
L’abominosa tua scena.
Pace! I tuoi vivi di ieri
Son oggi polvere e ombra:
La solitudine è ingombra
Di ruderi e cimiteri.
E dove infierì Massenzio,
Dove Sacùntala pianse,
Dove il Gran Còrso s’infranse,
Regna, equo nume, il silenzio.
Arturo Graf
Franco in attesa,
tra pareti di legno
e freddo nel cuore,
una valigia di niente,
fatta sempre da altri
ma sempre dolcezza...
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