E' un gioco di specchi che si rimandano immagini la pittura di questo italiano di fine ottocento.
La scapigliatura ed i suoi scapigliati rendevano gloria a prosa e poesia cercando di innovare e rendere alla portata di tutti concetti che nel sociale avevano radici profonde.
Lui, pavese di nascita, aveva negli occhi i colori tenui della sua terra: i gialli autunnali mescolati alle brume bluastre sulle rive del fiume ticino, il rosseggiare delle foglie ottobrine ed i colori della nebbia invernale.
Non scelse il paesaggio come rappresentazione principale della sua pittura, scelse la figura umana così al centro dell'attenzione culturale dei suoi tempi e la mischiò ai colori della sua infanzia creando un risultato sorprendente e materialmente palpabile.
"Rien va plus" pensando alla Francia dello stesso periodo vengono alla mente nomi ben più famosi ed importanti ma poco importa, basta lasciare alla visione dei dipinti di Cremona la possibilità espressiva che hanno e far viaggiare l'immaginazione e la sensibilità.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
------------Il karma è tutto qui, racchiuso in sguardi di espressività indelebili e così evidenti da essere quasi disturbo per chi osserva.
Il senso dell'essere traspare e sublima, le figure prendono vita per quello che sono e quello che dicono lasciando allo spettatore un senso di vaga lontananza che si concretizza in pensieri profondi.
All'inizio le brume fluviali e quelle milanesi sono presenti nelle sue opere in modo quasi ossessivo ed i chiaroscuri sono piuttosto bui a delineare volti di bellissime fanciulle lombarde a prescindere dal lignaggio segno di un populismo crescente di limpida ispirazione francese preimpressionistica (si pensi alla francia di quel periodo, soprattutto a Millet e Courbert).
Quei colori così scuri, cupi ed autunnali si mitigheranno nella maturità degli acquarelli ritrovando tonalità sgargianti e vitali, ritrovando le tonalità del verde e dell'azzurro e ricordando a Tranquillo la sua fanciullezza pavese e le gioie dell'infanzia trascorsa coi momenti di serenità ed il calore del sole delle estati fatte di corse a perdifiato tra i campi ed i filari regolari ed ombrosi dei pioppi così tipici della pianura padana.
-------------------------------------------------------------------------------------------------
Le sue figure umane sono tutto ed il contrario di tutto, trascendono e sorridono espressioni di un'epoca densa di pensiero e rivoluzione sociale; con Tranquillo Cremona altri grandi pittori, Giovanni Segantini, Mosè Bianchi, Giovanni Carnovali detto "il Piccio", ma anche poeti, scrittori, pensatori che hanno fatto grande la vecchia Milano di fine ottocento avvicinandola a quella Parigi che tutti hanno amato e ricordano.
"Il Pungolo" settimanale umoristico e satirico per un tempo seppur breve rappresentò la voce indiscussa di quel periodo, un almanacco denso e preciso come manifesto di quel periodo denso di spirito sociale e populismo.
Così nasceva la "Scapigliatura" e Tranquillo Cremona ne fu uno dei rappresentati più significativi a fotografarne il periodo e le contraddizioni, fu qualcuno che dipinse qualcosa che a malapena è possibile sfiorare per noi moderni esempi di "politically correct".--------------------------------
Sicuramente altri esponenti di quel movimento andrebbero ricordati e valorizzati riproponendo l'attualità che la scapigliatura ancora oggi può rappresentare.
-------------------------------------------------------------------------------------------------
Cremona Tranquillo
(Pavia 10-4-1837 / Milano 10-6-1878).
Figlio di un avvocato e fratello del matematico Luigi (considerato il fondatore della geometria algebrica), il pittore frequenta la scuola civica di Pavia ribellandosi, sin da piccolo, a quel mondo borghese al quale apparteneva.
Infatti, probabilmente, questa sua ribellione lo porterà a vivere quasi interamente una vita molto stentata, non avendo, talvolta, neanche di che nutrirsi.
Rimasto orfano giovanissimo, si stabilì a Venezia presso un fratellastro, Giuseppe, avvocato di cui fece un famoso ritratto.
E, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti nella città delle gondole, passò quindi a Milano dove, nel 1860, frequentò la scuola del Bertini all’Accademia di Brera.
Pittore crepuscolare, non affermato ancora nella sua più intima essenza, il Cremona iniziò la sua attività dipingendo tele ispirate al malinconico sentimentalismo dell’Hayez su temi storici e patetici, come “Visita degli amanti alla tomba di Giulietta” (Milano, Galleria d’Arte Moderna) e “Marco Polo presentato al Gran Khan”, un’opera di indiscussa preziosità cromatica sottile.
Con il “Falconiere”(Milano, Galleria d’Arte Moderna) e soprattutto con “I due cugini” (Roma, Galleria nazionale d’Arte Moderna), esposti a Torino nel 1870, l’artista inaugurò la sua caratteristica maniera, raggiungendo preziose conquiste dai massimi risultati, continuati poi, per tutta la vita. -------------------------------------------------------------------------------------------------
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Dipinse anche acquerelli in epoca successiva, sempre dipinti in pieno sole che integrano con la loro evanescente luminosità il panorama più vero della pittura cremoniana.
Nelle sue tele soprattutto si notano temi romantici resi con una maniera pittorica dove il colorismo si fa sempre più meditato e complesso, ed a poco a poco, pervenendo alle più sottili ed esatte armonie cromatiche tutto pare dissolversi e divenire evanescente.
Tra le sue opere più note, che gli procurarono grande successo, ricordiamo:
“Amor materno” (Milano, Galleria d’Arte Moderna), “Melodia” (Milano, Collezione Rossello), “Silenzio amoroso” (Roma, Galleria nazionale d’Arte Moderna), “L’edera” (Torino, Galleria d’Arte Moderna), “In ascolto” (Torino, Collezione Privata).
Celeberrimi ritratti del Cremona rimangono quello della Signora Deschamps e “Ritratto dell’avv. P. A. Curti” (Milano, Collezione Privata).
Anche per il Cremona, il Bignami non mancò di esprimersi in maniera molto lodevole: “…il suo nome diventò una bandiera sotto la quale si schierarono i giovani insofferenti delle viete formule accademiche e morì mentre intorno alle sue opere ancora durava aspra battaglia fra denigratori accaniti ed ammiratori entusiasti”.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Splendida idea. Di chi è il quadro con i due bambini (quadro realiustico-romantico)?
RispondiEliminaDario,
RispondiEliminaTutte le opere rappresentate sono di Tranquillo Cremona.
Buon 2012
Gujil