lunedì 19 maggio 2025

Eppur "s'avanza..."

La fontana malata

Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch...
È giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace...
di nuovo
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
Si tace,
non getta
più nulla.
Si tace,
non s’ode
romore
di sorta,
che forse...
che forse
sia morta?
Orrore!
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch...
La tisi
l’uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene,
ma tanto...
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,
correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo
eterno
tossire!
Andate,
mettete
qualcosa
per farla
finire,
magari...
magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana,
col male
che hai,
finisci
vedrai,
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch.. 

Aldo Palazzeschi

Angelo Morbelli
 "S'avanza..."
Rimarrà ricordo negli anni
che ancora, pochi, saranno;
 filo rosso, sottile, quel grazie
"di averci fatto sognare"... 
 
Una figura femminile è al centro del dipinto, adagiata su di poltrona a sdraio. Intorno a lei si apre un ampio paesaggio collinare. 
La donna è inquadrata di schiena e riposa di fronte alle montagne arrossate dal tramonto. 
Sull’erba, a destra, giace un libro con le pagine aperte. Inoltre, il braccio della protagonista è abbandonato sul bracciolo a destra. Infine, sulle sue gambe è appoggiato un gran mazzo di fiori. 
Nel cielo si alza una grande nube che rivela la sagoma di una figura femminile.
(dalla rete)
Una donna, forse malata di tubercolosi, al bacio dell'ultimo sole, nella campagna di Lombardia.
Ho sempre pensato a questo dipinto associandolo a quel sottile filo rosso che rappresentava la tisi alla fine del 1800 e agli inizi del '900.
Gujil 

domenica 18 maggio 2025

Titolo

Titolo

Poiché abbiamo avuto i pensieri più lunghi
E preso la via più breve che c’è intorno.
E ballato alle ariette del demonio,
Pregando pavidi al ritorno;
Per servire un padrone di notte,
E un altro di giorno.

Chicago, 1921
«Poetry» (gennaio 1923)
Three Stories & Ten Poems (1923
)

Ernest Hemingway 

Un titolo è l'Indicazione essenziale che serve a individuare o definire un'opera d'arte, una pubblicazione, ecc.: il titolo di una poesia, di una sinfonia, di un film; titoli di un giornale, di una rivista (dalla rete).

Nel senso difficile da trovare
ci sono i momenti più bui;
la luce che riesce a passare
arroventa la rabbia e l'odore...

sabato 17 maggio 2025

Rosa recisa

La rosa morente

Entro una vaga, iridescente fiala
Di gemmato cristal, nella pomposa
Patrizia sala, una vermiglia rosa
L’odorante e sottil spirito esala.

Tutta di specchi e d’ori e di fastosa
Seta risplende intorno a lei la sala,
Mentre un raggio di sol che d’alto cala
Sul dipinto tappeto arde e riposa.

Ma la stremata rosa, a cui del sole
Che già la tinse omai si spegne il raggio,
Quel vano lustro e quella pompa ignora.

E moribonda le incomposte aiuole,
E i pruni del paterno orto selvaggio,
E il cespuglio natìo sogna ed implora.

Arturo Graf

Rosa fiore d'amore rosso
sola, in un vaso di cristallo;
immagine forte, dura,  di morte,
per me che odio i fiori recisi...
 
Le  rose recise possono durare oltre due settimane: rinfrescare il vaso con acqua pulita regolarmente e la temperatura della stanza sono fattori importanti per prolungare la sopravvivenza dei fiori recisi (ma noi lasciamoli sugli steli).
(dalla rete)

venerdì 16 maggio 2025

Protocollo cittadino #166 (neverending)

 
La storia infinita (titolo originale in tedesco Die unendliche Geschichte) è un romanzo fantastico dello scrittore tedesco Michael Ende, pubblicato nel 1979 a Stoccarda dalla Thienemann Verlag. Tradotto in più di quaranta lingue, il romanzo ha venduto oltre 10 milioni di copie nel mondo ed è diventato un classico della letteratura per ragazzi. La prima edizione in italiano risale al 1981, a cura della Longanesi .
 
Neverending
 
Ancora pressioni infinite,
i soldi, i cuori, le mete sfiorate;
senza fine apparente incontro
vicissitudini contigue e dolenti...
 
Gujil 

La maggior parte della storia si svolge a Fantàsia, un mondo fantastico minacciato dall'espansione di una forza misteriosa chiamata Nulla, che causa la sparizione di regioni sempre più estese del regno. 
Il coprotagonista è Atreiu, un coraggioso fanciullo che viene incaricato dall'Infanta Imperatrice di trovare una soluzione al problema di Fantàsia; il protagonista è invece un bambino del mondo reale, Bastiano Baldassarre Bucci, che, leggendo un libro sul Regno di Fantàsia, si ritrova progressivamente coinvolto negli eventi del racconto. Diventato anche lui parte di Fantàsia, Bastiano aiuta Atreiu nel tentativo di salvare il regno e dovrà infine trovare un modo per ritornare nel mondo reale.
L'opera è stata adattata in una varietà di media diversi, che vanno dal teatro ai videogiochi, dal cinema alla televisione. Proprio dal romanzo di Ende, Wolfgang Petersen ha tratto nel 1984 il celebre lungometraggio La storia infinita.  (dalla rete).
 

giovedì 15 maggio 2025

Epigramma

Lorella Fermo
"Camillo Sbarbaro ed Eugenio Montale"

Epigramma (II)

Sbarbaro, estroso fanciullo, piega versicolori
carte e ne trae navicelle che affida alla fanghiglia
mobile d’un rigagno; vedile andarsene fuori.
Sii preveggente per lui, tu galantuomo che passi:
col tuo bastone raggiungi la delicata flottiglia,
che non si perda; guidala a un porticello di sassi.

Eugenio Montale

Ancora, nel blu intenso, nel mare
due poeti, il sogno, mareggiare
nel meriggio, levante, in Liguria,
un'amica, al mare, osserva...

mercoledì 14 maggio 2025

Caffè a Rapallo (Eugenio & Camilllo)

La poesia è ambientata all’interno di un “Caffé a Rapallo”, siamo in pieno periodo natalizio, e Montale si ripara dal freddo tipico di dicembre. Il poeta ligure ci dona nei versi di apertura sensazioni sensoriali che diventano dettagli in grado di trasferire l’atmosfera “calda” all’interno del locale e allo stesso tempo la vita “grigia” oltre i vetri dello stesso.

Caffè a Rapallo I

Natale nel tepidario
lustrante, truccato dai fumi
che svolgono tazze, velato
tremore di lumi oltre i chiusi
cristalli, profili di femmine
nel grigio, tra lampi di gemme
e screzi di sete…

Son giunte
a queste native tue spiagge,
le nuove Sirene!, e qui manchi
Camillo, amico, tu storico
di cupidige e di brividi.

S’ode grande frastuono nella via.

È passata di fuori
l’indicibile musica
delle trombe di lama
e dei piattini arguti dei fanciulli:
è passata la musica innocente.

Un mondo gnomo ne andava
con strepere di muletti e di carriole,

tra un lagno di montoni
di cartapesta e un bagliare
di sciabole fasciate di stagnole.
Passarono i Generali
con le feluche di cartone
e impugnavano aste di torroni;
poi furono i gregari
con moccoli e lampioni,
e le tinnanti scatole
ch’ànno il suono più trito,
tenue rivo che incanta
l’animo dubitoso:
(meraviglioso udivo).
L’orda passò col rumore
d’una zampante greggia
che il tuono recente impaura.
L’accolse la pastura
che per noi più non verdeggia.

Eugenio Montale

Sorseggiato al tavolo, lungo mare
di festose grida di bimbi, primavera
marina come una attesa di amica
che scruta orizzonti dal vetro... 
 
Eugenio Montale con questa poesia in modo subliminale rivolge una forte critica alla società, il mondo degli adulti dovrebbe imparare a guardare indietro, a ritrovare i valori sani del buon vivere, in cui autenticità, cultura, sana amicizia, amore vero possano essere non più il ricordo di quando si era bambini e ragazzi. Camillo è Camillo Sbarbaro (dalla rete).

martedì 13 maggio 2025

Amore e odio

L'odio può essere una reazione all'amore, un modo per gestire la frustrazione o la paura di perdere, oppure una forma di difendersi dal proprio desiderio.
 
85

Odio e amo. Me ne chiedi la ragione?
Non so, cosí accade e mi tormento.

Publio Valerio Catullo

Amore ed odio, di gran lunga
prefesisco l'amo, silenzio,
un incedere maestoso di pace
nel cuore, le grida, i dolori...  
 
Amore e odio sono due sentimenti opposti ma spesso interconnessi, che possono coesistere o alternarsi in un rapporto. L'ambivalenza, cioè la presenza simultanea di sentimenti contraddittori, è una caratteristica comune nelle relazioni, soprattutto quando l'amore è intenso. 
(dalla rete)

lunedì 12 maggio 2025

Giardino

Il giardino è uno spazio progettato, di solito all'aperto, riservato alla vista, alla coltivazione botanica e al godimento di piante e altre forme naturali. 
L'etimologia della parola moderna deriva dal francese jardin (“luogo chiuso”) XII secolo, a sua volta derivato dal gotico gart (“recinto”) e dal latino medievale gardinium, X secolo.

Giardini

O piccoli giardini addormentati
in un sonno di pace e di dolcezze,
o piccoli custodi rassegnati
di sussurri, di baci e di carezze;

o ritrovi di sogni immacolati,
di desideri puri e di tristezze
infinite, o giardini ove gli alati
cantori sanno di notturne ebbrezze,

o quanto v’amo! I sogni che rinserra
il mio core, fioriscono, o giardini,
lungo i viali, ne le vostre aiuole.

Io v’amo, io v’amo, o fecondati al sole
di primavera in languidi mattini,
o giardini, sorrisi de la terra!

Sergio Corazzini

Neppure i colori del sole hanno
quel senso di pace trasmesso
dai fiori, nel prato, in giardino;
come rosa recisa ti incontro...

Il giardino è un pezzo di terreno, per lo più cinto di muro, steccato o cancellata, coltivato a piante ornamentali e fiorifere, destinato a ricreazione e passeggio; può essere privato, adiacente a villa o casa d'abitazione, oppure pubblico, nell'interno o alla periferia dei centri abitati (dalla rete).

domenica 11 maggio 2025

Candelina accesa nel buio

Contrasto intimo

Dove un dolente amore si nasconde
un odio sordo quivi pur s'annida;
l'uno inasprisce di sue acerbe strida
l'altro smarrito fra mal note sponde.

L'odio superbo spesso si confonde
all'amor che s'umilia e che diffida,
poi che un'eguale passione guida
entrambi, ciechi, per sue vie profonde,

V'è in noi, forse, una martire che gode
del suo martirio, ed una prigioniera
che si rivolta e le sue corde rode.

L'una vorrebbe baciar quella mano
che contr'essa si fa sempre più fiera.
L'altra avventarle un morso disumano.

Amalia Guglielminetti

Amori perdutamente stupidi,
come fossero ceree candele,
lumicini fiochi che consumano,
luci che non fugano il buio...

"Candelina accesa nel buio" è un'immagine poetica che evoca un senso di speranza, luce e calore in un ambiente oscuro. 
Può rappresentare la perseveranza, la fede o semplicemente un momento di pace in un momento di difficoltà.
(dalla rete)

sabato 10 maggio 2025

Minareto

Un minareto è una torre di una moschea, da cui il muezzin (o chiamato alla preghiera) invita i fedeli alla preghiera cinque volte al giorno. In sostanza, è una torre slanciata, spesso con un design unico, utilizzata per annunciare l'inizio del tempo di preghiera nell'Islam.
 
 
 Notte di maggio

Il cielo pone in capo
ai minareti
ghirlande di lumini

Giuseppe Ungaretti

Il minareto, con la sua altezza, simboleggia la salita verso il cielo, verso Dio, e l'invito alla spiritualità.
 
Sonno, rannicchio storie
infinitesimali, stantie;
risorge il sole e le nubi
nascondono il mondo...
 
Il minareto è una delle caratteristiche architettoniche più riconoscibili della cultura islamica, simbolo di fede e di comunità; è principalmente un luogo da cui viene pronunciato l'adhān, la chiamata alla preghiera, per informare i musulmani sull'orario della preghiera (dalla rete).

venerdì 9 maggio 2025

Amarsi

Amami per lo stupido che sono
(l’angelo-imbecille che ride)

L’eccitazione
di baciarti
sta nel vedermi
riflesso nei tuoi occhi.
Inseguiamo la purezza
ma
ancora
siamo gloriosi
pezzi
di carne.
Ti venero
come sangue
o olio o grano.
Il nostro amore è logorato
e inghiottito
dalla furia del tempo.
Un’innocenza sconsiderata,
dicono,
è un crimine.
Danziamo su piedi in prestito.

Michael McClure

Nemmeno un accenno, un segno,
nessuna risposta tradisce disagio;
mi permetto di stare in silenzio, 
una nebbia disegna il ricordo...
 
Amare qualcuno significa provare un sentimento di viva affezione verso una persona, che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia.  
-Treccani-
Non sempre il sentimento è corrisposto.

giovedì 8 maggio 2025

Protocollo cittadino #165 (Tosse)

La tosse è un riflesso naturale, è la risposta dell’organismo a un’irritazione delle vie respiratorie, per esempio dovuta a polveri sottili, fumo ed altri inquinanti. Tra queste patologie si riscontrano irritazioni della faringe, laringe, trachea, bronchi, polmoni. Pur non essendo una malattia, la tosse è certamente il segnale di un’infezione o di un’infiammazione. Essa si verifica normalmente per liberare le vie aeree da un accumulo di muco, o dalla presenza di sostanze irritanti per la mucosa (dalla rete).

Tosse
 
Questa tosse che mi scuote
il petto, la gola, il cuore;
deglutisco l'acre sapore di vita,
percorso, qualche incontro ancora...

 Gujil

mercoledì 7 maggio 2025

Un mare...

Saluto al mare

O mar profondo, o generosa, invitta
Immensità! sempre, fidente e pia,
Quand’è più stanca e di dolor trafitta,
Sempre ritorna a te l’anima mia.

O mare, a te, che negli oscuri e vasti
Scoscendimenti ove il tuo gorgo dorme,
I prischi germi e le perplesse forme
Di quanto vive e dee morir creasti.

Perché nell’ombra travedendo il lume
Forse del ver l’antica fantasia,
Nata sognò la genitrice iddia,
La sfavillante iddia dalle tue spume.

A te, che tutta la terrestre mole
Cingi e soggioghi, e nel volubil grembo
Specchi l’azzurro sterminato e il nembo
Vertiginoso e il fulvo occhio del sole.

Dal grembo tuo, che mansueto vide
E sofferse dell’uom la tracotanza,
Un’arcana speranza, una speranza
Imperitura al perituro arride.

Ond’ei col vivo imaginar lontane
Patrie vagheggia e sconosciute, dove
Innovati destini e virtù nove,
Più mite il cielo e men conteso il pane.

Questa la speme che commise ai venti,
E alla fortuna, di Giason la prua,
Onde eterno il suo nome e della sua
Ventura il grido fra le umane genti.

Questa la speme che drizzò le vele
E resse il cor del Ligure tenace,
Quando il gran volo dietro al sol che giace
Spiegò, sordo agli scherni e alle querele.

O mare, o mar! sull’antico dirupo
Io seggo e guardo dal tuo sen fremente
Spuntar le nubi ora veloci or lente,
Volar per l’aria e ricalar nel cupo.

O mare, o mar! su’ tuoi flutti spumanti
Veggo le navi sbieche e profilate
Dileguar con le bianche ali spiegate
A mo’ di grandi procellarie erranti.

E trasognando penso all’errabondo
Corso de’ fiumi che fan verde e vaga
Senza frutto la terra, e d’ogni plaga
Vengon tutti a finir nel tuo profondo.

E penso a questa inesorabil sorte
Che mutando non muta, e alle infinite
Che furono e saran misere vite
Sacre invano al dolor, sacre alla morte.

E mi s’acqueta il cor doglioso, e tace
De’ turbolenti miei pensieri il grido:
Torno coi fati e con me stesso in pace
E dello stolto mio dolor sorrido.

Arturo Graf 

Spesso la parole mare viene usata come simbolo di quantità incommensurabile, più spesso ostile che favorevole ( c'era un mare di gente ; è in un mare di guai ) o di eccezionale vastità (un mare di sabbia, un mare d'erba ; lo gran mar dell'essere, Dante); talvolta, anche di cammino lungo, incerto o pericoloso (la trattativa è ancora in alto mare ; Di questo tempestoso mare stella, Petrarca). (dalla rete)

Nel mareggiare assorto vedo
l'esile barca mia tra i flutti;
ciò che sono spesso intuisce
il suono, la battigia, la rena...

martedì 6 maggio 2025

Poesia e riflesso


Versi per una signorina che ha quasi vinto un Vögel

Al ritmo vivace e trascinante di un valzer
Giravi e volteggiavi con avida grazia pagana
Due uccelli insonnoliti
Si lisciano le penne nelle gabbie di vimini
E io
Ballo con una donna di città.
Chicago, 1921

Ernest Hemingway 

Per ballo si intende una molteplicità di forme di danza eseguite nella maggior parte dei casi per divertimento e per socializzare e definire i rapporti all'interno di un gruppo.
Il ballo, a differenza della danza (danza accademica), non è quasi mai finalizzato alla rappresentazione.
Nel teatro e nel cinema può essere inserito in determinate scene, come molti altri elementi di supporto.
(da wikipedia)

Non ho mai saputo ballare, 
che ne so, vergogna, pudore;
nella danza di donne che amai
richiami primitivi distorti...

lunedì 5 maggio 2025

Minstrels

Minstrels
da C. Debussy

Ritornello, rimbalzi
tra le vetrate d’afa dell’estate.

Acre groppo di note soffocate,
riso che non esplode
ma trapunge le ore vuote
e lo suonano tre avanzi di baccanale
vestiti di ritagli di giornali,
con istrumenti mai veduti,
simili a strani imbuti
che si gonfiano a volte e poi s’afflosciano.

Musica senza rumore
che nasce dalle strade,
s’innalza a stento e ricade,
e si colora di tinte
ora scarlatte ora biade,
e inumidisce gli occhi, così che il mondo
si vede come socchiudendo gli occhi
nuotar nel biondo.

Scatta ripiomba sfuma,
poi riappare
soffocata e lontana: si consuma.
Non s’ode quasi, si respira.
Bruci
tu pure tra le lastre dell’estate,
cuore che ti smarrisci! Ed ora incauto
provi le ignote note sul tuo flauto.

Eugenio Montale

 
Note che scappano, melodie,
folletti dispettosi, anime, suoni;
il piano decisamente accompagna
certe voci che si sentono ancora...